Religione alla materna, paga il Comune

Perugia, «Al di là della possibilità di scelta – dice un genitore – resta da indagare sull’effettivo costo di questo servizio e perché lo sostenga l’ente»

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L.P.

Ginnastica artistica, yoga, musica, scuola di circo e di spada coreana, solo per citare alcune attività. Nelle materne comunali di Perugia l’offerta culturale si arricchisce, ma all’insaputa dei genitori.

L’ora di religione La denuncia arriva infatti da un papà la cui bambina è iscritta alla scuola materna comunale il Tiglio di via XIV settembre e che, al ritorno delle vacanze, si è ritrovata con un’ora e mezza di religione ogni mercoledì. «Negli anni scorsi, e anche nei mesi precedenti alle vacanze di Natale – racconta Fabio, il papà della bambina di appena 3 anni – non c’era mai stata l’ora di religione alla materna, in quanto il Comune aveva scelto di non uniformarsi alla normativa che prevede invece, per le scuole statali, l’insegnamento della religione dalla materna fino alle medie, sulla base del Concordato Stato-Chiesa del 1929 poi rivisto da Craxi nel 1984».

La spesa In tempi di spending review e tagli, con le spese a sostegno delle attività integrative in ulteriore calo, non a tutti è andata giù l’introduzione dell’ora e mezzo di religione alla materna. Fabio non è infatti stato l’unico genitore a restare perplesso di fronte all’introduzione di  questa novità, sono tante le famiglie che, dal momento che non si era mai posto il problema se far partecipare o meno il proprio figlio all’ora di religione, non avevano dichiarato il consenso o il diniego al momento dell’iscrizione. «Al di là della possibilità di scelta – continua Fabio – resta da indagare l’effettivo costo dell’ora di religione nelle materne, dal momento che l’insegnante, sebbene scelto dalla curia dopo appena un corso di 12 ore, è a tutti gli effetti pagato dal Comune di Perugia».

Attività integrative Mentre, dunque, nelle scuole statali i professori di religione vengono pagati direttamente dal ministero e assunti con concorso, per le scuole comunali l’insegnante vine segnalato dalla curia in base agli studi di teologia sostenuti e a un corso di 12 ore tenuto sempre dalla diocesi. E se prima, tra le attività didattiche finanziate dall’amministrazione comunale, ai bambini veniva data l’opportunità di apprendere nozioni di inglese sin dalla tenera età, assieme ai rudimenti di musica e alla ginnastica, ora la preoccupazione è che, per pagare l’ora e mezzo di religione obbligatoria, verranno meno queste attività. «Già hanno messo insieme l’insegnamento di musica e inglese – spiega Fabio – ora che altro taglieranno?».

In Comune Il problema, spiega Diego Mencaroni, capogruppo del Partito Democratico in comune, che si sta interessando della questione, è che a livello statale la scuola materna ha l’obbligo di proporre l’insegnamento della religione cattolica, facoltativa per i genitori. Così non era per le scuole comunali che, però, adesso, sembra si debbano adeguare alla normativa nazionale di riferimento. «L’unica questione rilevante – sottolinea Mencaroni – è che all’improvviso, dopo le vacanze di Natale – nelle due scuole materne comunali, il Tiglio e Santa Lucia, si sono visti arrivare delle persone inviate dalla curia e pagate dal Comune. Neppure tutte le maestre ne erano a conoscenza. Ora approfondiremo la questione e vedremo di far luce sulla vicenda, partendo dal presupposto che ogni famiglia può scegliere nella più totale autonomia se decidere di far frequentare i propri bambini o meno».

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