«Romboli aveva con sé troppo metadone. Chi ha sbagliato, paghi»

Terni – L’accusa del papà di Flavio Presuttari dopo l’udienza di mercoledì: «Con quella disponibilità, poteva ammazzare anche gli amici»

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La sentenza dovrebbe arrivare il prossimo 31 marzo, nell’udienza già fissata dal tribunale di Terni che ha accolto il rito abbreviato chiesto dal legale difensore di Aldo Maria Romboli, il 41enne ternano arrestato lo scorso luglio dai carabinieri della Compagnia di Terni per la morte dei due adolescenti, Flavio Presuttari e Gianluca Alonzi Peralta, trovati senza vita nei propri letti la mattina del 7 luglio 2020.

LA RICOSTRUZIONE DI UNA TRAGEDIA CHE HA SCONVOLTO TERNI

Flavio e Gianluca

Martedì mattina di fronte al gup Simona Tordelli si sono costituite le cinque parti civili – i familiari dei due giovani – assistite dagli avvocati Fabio Massimo Guaitoli, Maurizio Filiacci e Giuliano Migliorati. Assente il Romboli, ristretto ai domiciliari presso la comunità Cast Onlus di Spello, rappresentato dall’avvocato Massimo Carignani. Quest’ultimo si è visto accogliere dal tribunale la richiesta di abbreviato – che prevede la decurtazione di un terzo dell’eventuale pena – in relazione al procedimento che lo vede imputato per morte come conseguenza di altro delitto (lo spaccio di metadone, ceduto ai due ragazzi e consumato insieme a loro) ed anche per spaccio di stupefacenti. Quest’ultimo reato è relativo ad un altro episodio di cessione/consumo di metadone con i due giovani, avvenuto agli inizi di giugno 2020, ed allo spaccio di hahish e marijuana nei confronti degli stessi e di un terzo minorenne individuato a seguito delle indagini dell’Arma. Martedì in tribunale erano presenti, oltre al giudice ed agli avvocati, il pm Raffaele Pesiri, i familiari dei due regazzi deceduti e, all’esterno, alcuni amici di Flavio e Gianluca.

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L’accusa del papà di Flavio

A parlare, dopo l’udienza, è Fabio Presuttari, il papù di Flavio: «Ho deciso di non costituirmi parte civile in questo procedimento, confidando pienamente nell’azione della procura della Repubblica per una corretta e giusta tutela dei diritti delle parti lese. Come medico però – afferma – mi auguro che nel dibattimento, seppur in forma abbreviata e con indagini su questo aspetto ancora in corso, possano venire alla luce i veri responsabili di questa tragedia. Ovvero, chi ha emanato una scellerata regolamentazione che, in un periodo come quello del luglio 2020 in cui l’emergenza per l’esposizione degli operatori sanitari al Covid, per carenza di dispositivi di protezione individuale, era ampiamente superata, ha consentito ad un tossicodipendente, conosciuto al Sert e da anni come noto spacciatore, di avere una dotazione tale di metadone in grado di ammazzare non solo Flavio e Gianluca, ma potenzialmente tutta la loro comitiva di amici. Un altro responsabile è chi, in maniera acritica circa le norme burocratiche, ha consegnato materialmente il farmaco. Il venir meno delle basilari competenze sanitarie e di elementare buon senso, a questi due livelli, ha favorito la tragedia che ha travolto i nostri poveri figli».

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