Sangemini, venerdì vescovo e sciopero

Protesta e presidio indetti dalle rsu in occasione della visita di Piemontese in azienda. Gruppo Norda, intanto è protesta anche alla Gaudianello

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Nuovo sciopero di quattro ore alla Sangemini: è stato proclamato dalle rsu per venerdì, in occasione della visita in azienda del vescovo di Terni, Giuseppe Piemontese, a partire dalle 10.30. Un incontro, previsto nella mensa aziendale, al quale i vertici della società delle acque minerali hanno invitato tutto il personale non strettamente collegato alla produzione ad essere presente.

Le modalità della protesta

I dipendenti della società accoglieranno invece il vescovo con il presidio previsto in concomitanza con lo sciopero: dalle 10 alle 12 incroceranno le braccia i lavoratori del primo turno, dalle 18 alle 22 quelli del secondo, dalle 2 alle 6 quelli del terzo, mentre tutti gli altri sciopereranno dalle 12 alle 17. Una nuova mobilitazione, dunque, per portare all’attenzione di monsignor Piemontese lo stato di incertezza che si vive alla Sangemini, dopo la ‘chiusura’ da parte del direttore del personale Antonio Ferrucci in merito alla discussione del piano sociale, quello relativo a cassa integrazione, esuberi ed organizzazione del lavoro. Su questo punto si attende l’incontro fissato per il 31 ottobre in Regione, durante il quale l’azienda sarà richiamata ai suoi impegni, con l’aiuto delle istituzioni.

L’altro fronte del gruppo Norda

Tra l’altro, nella giornata di venerdì, quello alla Sangemini non sarà l’unica mobilitazione con la quale dovrà fare i conti il gruppo Norda, di proprietà della famiglia Pessina, visto che un altro sciopero è previsto a partire dalle 6 alla Monticchio Gaudianello, stabilimento che si trova in Basilicata. Una protesta decisa «in mancanza del non rispetto degli accordi firmatari e delle contrattazioni di secondo livello in essere fatte a Confindustria». I lavoratori esprimono quindi forti preoccupazioni «perché da parte dell’azienda ci sono grosse inadempienze di tutto ciò che concerne lo stato di salute dell’azienda». Preoccupazioni che riguardano i posti di lavoro e i livelli di inquadramento. Per questo viene chiesto all’azienda «di uscire allo scoperto».

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