Sgl: Monachino lascia, ma vuole rientrare

Terni, il ‘patron’ della Elettrocarbonium di Narni vorrebbe pilotare il passaggio di mano. Inizia la fase amministrativa dei licenziamenti

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di M.T.

L’agonia continua, ma almeno adesso c’è una certezza: quella della scadenza. Perché per i lavoratori dell’Elettrocarbonium – per i quali Michele Monachino, il patron mai così padrone, si rifiuta di avviare la procedura di licenziamendo collettivo e che di fatto si ritrovano ostaggi e vittime di una vicenda più grande di loro – lunedì 30 maggio inizia, negli uffici della Regione Umbria la così detta ‘ fase amministrativa’, avviata su richiesta dei sindacati.

Operai Elettrocarbonium, blocco ferrovia Narni 6 - 9 marzo 2016 (2)

Il blocco della stazione

La procedura L’azienda, infatti, la procedura di licenziamento collettivo l’aveva avviata il 25 marzo scorso, ma essendo trascorsi i 45 giorni previsti dalla legge senza che sia stato siglato un accordo con i sindacati, la normativa prevede che, se richiesto, sia la Regione ad avocare a sé la questione. E questo è quanto avvenuto. «Soprattutto perché – dice il segretario regionale della Femca Cisl, Fabrizio Framarini – c’è la necessità di trovare il modo di garantire gli strumenti di ‘sopravvivenza’ ai lavoratori (mobilità, in qualche caso; Naspi in altri, ndr)».

I lavoratori in attesa

I lavoratori in attesa

I tempi Ma anche questa appare l’ennesima mossa di Monachino per prendere tempo: se nemmeno l’intervento della Regione servirà a sbloccare la situazione, infatti, Elettrocarbonium potrà far passare addirittura altri quattro mesi (fino a fine settembre, cioè) prima di essere costretta ad avviare le procedure di licenziamento collettivo. Con i lavoratori che rischiano di non vedere un euro nel frattempo.

Michele Monachino

Michele Monachino

Le ‘chiavi’ Ma la tattica dilatoria di Michele Monachino si starebbe sviluppando anche su un altro fronte: al liquidatore di Sgl, l’avvocato Marco Petrucci, sarebbe infatti stata annunciata la volontà dell’imprenditore pugliese di ottemperare alla richiesta di restituzione dello stabilimento. Ma all’annuncio non avrebbe ancora fatto seguito nessun atto concreto: «I legali di Elettrocarbonium hanno detto che ci saranno ‘riconsegnate le chiavi’ – dice Petrucci – ma io, fino a quando quelle chiavi non le avrò in mano, non ci credo».

I lavoratori in Prefettura

I lavoratori in Prefettura

Le alternative Intanto dal Mise hanno fatto intendere che sarebbero arrivate alcune manifestazioni di interesse per il sito di Narni (qualche interesse sarebbe stato lasciato intuire anche per gli impianti sportivi), ma – tanto per cambiare – potrebbe esserci un colpo di scena che, peraltro, spiegherebbe la tattica di Monachino: tra le aziende che si sarebbero ‘affacciate’ al Ministero dello sviluppo economico ce ne potrebbe essere una riconducibile allo stesso imprenditore pugliese. Una mossa che, se confermata, non farebbe che alimentare i dubbi sulle reali intenzioni, non solo del protagonista alla ribalta, ma anche – visto che Narni, è bene non trascurare il fatto, rientra nell’area di crisi complessa riconosciuta dalla Regione, con i relativi benefici previsti – di chi ne guida le mosse. Nel frattempo la politica ‘ufficiale’ tace.

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