Stupri di Firenze: «Questione culturale»

Terni, Sonia Berrettini, vicepresidente del Centro regionale per le pari opportunità: «Bene la solidarietà all’Arma dei carabinieri, ma pensiamo soprattutto alle vittime»

Condividi questo articolo su

Sonia Berrettini

di Sonia Berrettini
Vicepresidente del Centro regionale per le pari opportunità

In Italia ci sono 11 stupri al giorno, oltre un milione sono le donne coinvolte: sono dati Istat e Viminale sulla base dei casi denunciati, a questi si aggiungono quelli non denunciati che portano a cifre inimmaginabili.

Non credo minimamente che tra i carabinieri si nascondano stupratori in modo generalizzato, così come tra tanti altri gruppi di persone (immigrati…).

Considero le forze dell’ordine un patrimonio importante per la sicurezza di tutti e tutte, e non saranno i due stupratori a farmi cambiare idea.

Ma che in queste ore ci si preoccupi di più di dire “giù le mani dall’Arma” piuttosto che “giù le mani dalle donne”, e si faccia la corsa ad esprimere solidarietà alle forze dell’ordine (che io rispetto a prescindere e non penso ne abbiano bisogno) piuttosto che alle donne stuprate, mi sembra ipocrita, cinico e maledettamente indifferente di fronte alla piaga della violenza di genere.

Questa potrebbe, invece, diventare un’occasione per aprire gli occhi di fronte ad una terribile realtà.

La mia solidarietà, quindi, va alle mie “sorelle”, quei milioni di donne violentate ogni giorno, e la mia rabbia è rivolta a tutti gli uomini che violentano con o senza divisa: quelli con, hanno una responsabilità in più, perchè hanno giurato di difendere le persone e il paese.

Ma è una responsabilità individuale non come Arma.

Se di responsabilità collettiva possiamo e dobbiamo parlare è quella di una cultura patriarcale di dominio e di potere nei confronti delle donne.

Purtroppo questa riguarda categorie ben più ampie che il corpo dei carabinieri. Ed è su questo che dovremmo tutti lavorare!

 

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli