Tecnologie e imprese: «Scarsa competenza»

Ricerca Cna Umbria: «Le imprese umbre sono carenti sul piano della digitalizzazione dei loro processi produttivi. Investire sulla formazione di lavoratori e imprenditori»

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«Solo il 36% degli addetti (contro il 45% del dato italiano) usa abitualmente internet per lavorare. Il dato più importante della ricerca è proprio questo, perché dimostra che nonostante in larghissima parte le imprese umbre dispongano della connessione e di un sito aziendale, sono invece carenti sul piano della digitalizzazione dei loro processi produttivi». È uno dei passaggi della nuova ricerca di Cna Umbria – in collaborazione con il centro studi sintesi – sui livelli di digitalizzazione delle imprese umbre: in linea con il dato nazionale, ma in ritardo rispetto agli standard europei.

Impresa 4.0 e ritardo L’indagine riguarda la diffusione delle tecnologie digitali nelle famiglie e tra le imprese italiane e umbre. «Il gap dell’Italia, infatti, è molto – sottolinea il Cna – evidente sia in termini di Pil (3.2%) che di occupazione (2.3%) espressi dal settore dell’Ict, rispetto ai valori doppi di molti Paesi dell’Europa settentrionale, tanto che nella classifica generale il Belpaese si piazza solo 25°». Il lavoro, illustrato nel dettaglio da Alberto Cestari (ricercatore del centro studi sintesi), si è basato sui dati relativi alle imprese con più di dieci addetti e ha preso in esame cinque parametri: connettività (reti), competenze del capitale umano, uso di internet, integrazione delle tecnologie digitali e servizi pubblici digitali (e-government).

Banda ultra larga e competenze tecniche scarse La ricerca ha messo in evidenza che, negli ultimi mesi, sulla disponibilità di reti in Italia si sono fatti notevoli passi in avanti ma la diffusione della banda ultra larga è ancora bassa: l’Umbria – il sunto del Cna – ancora sotto la media nazionale, anche se gli investimenti già previsti da qui al 2020 porteranno la rete a 100 Mbps nel 65% del territorio regionale. Per quel che concerne le competenze del capitano umano, lo studio risalta la propensione all’utilizzo dei social da parte degli italiani, che però hanno scarse conoscenze tecniche.

Internet ed e-government «Il numero di famiglie umbre – specifica Cna Umbria – connesse ad internet è raddoppiato in dieci anni (68%), in linea con il dato nazionale. Sul lato delle imprese risulta che in Umbria (e in Italia) quasi tutte sono connesse ad internet e il 74% ha anche un sito web (72% la media nazionale), ma solo il 36% degli addetti (contro il 45% del dato italiano) usa abitualmente internet per lavorare. Anche sul versante dell’e-government gli umbri sono in linea con il resto del Paese: il 25% di loro usa internet per acquisire informazioni dalla pubblica amministrazione, il 21% scarica moduli ma solo il 14% li rispedisce attraverso internet, confermando un pesante divario rispetto all’Europa».

Commercio elettronico Infine la parte dedicata all’e-commerce: «In forte espansione in Europa, ma in ritardo in Italia in termini di volumi, di transazioni e di numero di imprese che lo utilizzano, a fronte di una propensione all’acquisto che è aumentata notevolmente, anche in Umbria, dove in pochi anni è passata dal 9.7% al 27%. Nel 2016 si è assistito anche a un cambiamento nella natura delle transazioni, con l’acquisto online di prodotti (52%) che ha superato quello di servizi (48%). Il dato umbro, tuttavia, seppur contenuto (16.5%) supera la media nazionale (12.5%)».

«Impatto limitato» Critico il presidente di Cna Umbria, Renato Cesca: «Siamo convinti che le sfide della digitalizzazione sono quelle che le imprese dovranno affrontare nei prossimi due-tre anni. È da oltre un anno che si parla costantemente di Impresa 4.0, ma ci sembra che la percezione dell’impatto che le nuove tecnologie potranno avere sulle imprese sia ancora molto limitata, perché il problema maggiore sta nelle scarse competenze. L’unica nota positiva è che partendo dal fondo, l’Ict non potrà che crescere velocemente. Al di là della disponibilità delle reti, il problema principale dei ritardi sta nelle scarse conoscenze e competenze del capitale umano, quindi è sulla formazione di lavoratori e imprenditori che si deve investire. L’innovazione tecnologica è complessa e molto veloce, serve un gioco di squadra che, attraverso conoscenze complementari e collaborative, sia in grado di costruire un’intelligenza collettiva per dominare e utilizzare ai propri fini la tecnologia. Perché il rischio – conclude – che corriamo come imprenditori è quello di dotarci di tecnologie che non ci facciano ridurre i costi, né aumentare i ricavi o semplificare le attività svolte e che quindi siano inutili o dannose per le nostre aziende. Ecco perché Cna già a partire dalla prossima settimana, avvierà – conclude – una serie di attività per facilitare la diffusione delle conoscenze digitali tra i propri associati».

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