Terni, 210 i rifugiati presenti sul territorio

La prefettura ribadisce: «Mai superata quella ‘quota 212’ considerata il limite massimo raggiungibile»

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Sono 210, due in meno del numero massimo raggiungibile sulla base delle determinazioni del ministero dell’interno, i migranti ospitati nelle varie strutture a loro dedicate nella provincia di Terni.

I dati A fornire il numero, aggiornato a lunedì – «ma in continua evoluzione, perché non si tratta di presenze stabili, ma comunque organizzate dal ministero in modo da mantenere i livelli entro quelli previsti» – è la prefettura di Terni che, su richiesta di umbriaOn, chiarisce il funzionamento della ‘macchina’ organizzativa.

Le polemiche L’attenzione sulla presenza di rifugiati è tornata a crescere anche a causa degli ultimi episodi di cronaca: la tragedia rappresentata dalla morte del giovane nigeriano annegato a Stifone e il ferimento di quattro agenti di polizia in occasione dell’ultimo arrivo a Terni di 15 migranti. E sono stati in molti a chiedere di conoscere i numeri esatti.

Le presenze La prefettura specifica che «il piano di distribuzione dei rifugiati sul territorio nazionale viene costantemente aggiornato dal ministero in base alle esigenze rappresentate dai continui sbarchi sul territorio nazionale, ma c’è grande attenzione a quelli che sono i numeri, stabiliti per mantenere inaterato il rapporto con la popolazione indigena residente. A Terni, in particolare, il numero massimo previsto è di 212 rifugiati e i nuovi arrivi sono sempre conseguenti a trasferimenti di migranti in altre realtà».

L’accoglienza Otto i Comuni nei quali gli immigrati vengono ospitati dalle organizzazioni scelte sulla base del bando predisposto dalla stessa prefettura: «Sono collocati in strutture presenti nei Comuni di Amelia, Ferentillo, Lugnano in Teverina, Montefranco, Narni, Orvieto, San Venanzo e Terni» e la certezza assoluta, garantiscono dal palazzo del governo, «è che ‘quota 212’ non viene mai superata».

Le iniziative E allo scopo di favorire una presenza «sempre più serena, per chi viene ospitato, ma anche e soprattutto per le realtà che ospitano» sono allo studio «iniziative, che verranno presentate presto, finalizzate a stemperare le tensioni e permettere una maggiore capacità di comprensione reciproca».

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