Terni, area ex Hawaii: tre anni buttati

C’è la decadenza dell’assegnazione – aprile 2016 – provvisoria alla Chianina Carni per la realizzazione del chiosco-bar: scontro con il Comune. Tocca a Indisciplinarte?

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di S.F.

Dall’assegnazione provvisoria del 4 aprile 2016 allo stop dopo tre anni e mezzi di confronti – diversi assessori coinvolti, vecchia e nuova giunta – con il Comune. E pensare che a fine 2018 si stava lavorando al frazionamento con speranza di posa del primo mattone a stretto giro: niente da fare per l’area ex Hawaii – belvedere XIII° Giugno – e la concessione in diritto di superficie alla Chianina Carni srl per l’installazione di un chiosco-bar. Tutto in fumo, almeno con questa procedura: palazzo Spada ha dato il via libera definitivo alla decadenza dell’efficacia. Ora i tecnici comunali dovranno verificare se la 5° classificata di quella graduatoria – il bando è del 2013 – è interessata alla faccenda: si tratta della Indisciplinarte srl.

OTTOBRE 2018, LA CALMA PRIMA DELLA BAGARRE

L’area ex Hawaii

L’iter in perenne affanno

C’è un motivo se in tre anni e mezzo – al netto del cambio di amministrazione o del dissesto finanziario, difficoltà da sempre a far proseguire l’iter – non si è mai arrivati all’assegnazione definitiva, seppur la vicenda si sia inasprita ulteriormente nell’ultimo anno in particolar modo. Come detto alla Chianina Carni era stato mostrato il semaforo verde ad aprile 2016 da 4° classificati, visto che le prime tre avevano tutte rinunciato. Quindi la fase di presentazione degli elaborati progettuali, studio di riferimenti normativi, gli adempimenti per il convenzionamento specifico e soprattutto la proposta di declassificazione e sdemanializzazione di parte dell’area ex Hawaii: siamo già al 10 agosto 2017 – a lavorarci è Sandro Corradi – ed è trascorso oltre un anno. Si va piano insomma.

MAGGIO 2018, DOPO MESI SI SBLOCCA L’ITER: VIA LIBERA A DISMISSIONE DAL DEMANIO

Belvedere XIII Giugno

La richiesta di verifica e lo stop 

Ci pensa l’ex commissario straordinario Antonino Cufalo ad approvare – poteri del consiglio comunale – la declassificazione e la sdemanializzazione l’8 maggio 2018. Finalmente sembra che la questione – nel contempo viene chiesto alla Provincia di emettere il decreto di declassamento – possa avere un nuovo lancio. Macché. Il Comune chiede (lo prevede il bando) il frazionamento catastale dell’area e il deposito in tal senso c’è il 14 novembre dello scorso anno, bene. Poi? Il fatto che, in sostanza, fa interrompere il processo. La Chianina Carni – difesa dall’avvocato Giovanni Ranalli – chiede all’amministrazione comunale verifiche «sulla ventilata occupazione dell’area già posta a bando per  la realizzazione di altre strutture commerciali, come riportato dai media». Ci pensa l’assessore ai lavori pubblici Enrico Melasecche a rispondere poche ore dopo: «Non esistono atti o disposizioni di modifica dei contenuti del bando». Dicembre 2018. Si andrà peggio.

OTTOBRE 2017, IMPASSE SU FRAZIONAMENTO E SDEMANIALIZZAZIONE

L’ipotesi progettuale del 2017

Lo scontro

Per palazzo Spada è tutto ok e gli uffici tecnici chiedono alla società di integrare la documentazione per procedere con la stipula della convenzione. Non avverrà mai questo passaggio: la Chianina Carni infatti ha chiesto un atto formale vincolante che escludesse la collocazione nell’area vicina di altri esercizi commerciali, magari inserendo nella convenzione un apposito articolo per il ‘no’ a «possibili installazioni di ulteriori chioschi». Braccio di ferro. Si arriva a marzo e Ranalli si rifà sotto per far presente che la procedura amministrativa aveva/stava provocando danni alla società, ma – sottolinea il Comune – «senza darne alcuna evidenza». Per gli uffici e l’amministrazione non c’è «elemento di dubbio, contrasto e censura». Nessuna delle parti coinvolte fa un passo indietro e si giunge all’inevitabile conclusione: il Comune fa scattare l’avvio della procedura di decadenza il 12 giugno e il 31 luglio dall’altro lato c’è la comunicazione di insussistenza di condizioni per proseguire. Per l’amministrazione equivale alla rinuncia dell’assegnazione, anche perché si è registrata «la mancata trasmissione della documentazionenecessaria alla sottoscrizione della convenzione, come più volte richiesto».

FEBBRAIO 2016, ENTRA IN GIOCO LA CHIANINA CARNI

L’area coinvolta

Indisciplinarte

L’epilogo nella giornata odierna con la firma dirigenziale di decadenza. E ora? C’è da verificare se Indisciplinarte – 5° in graduatoria con un’offerta del +10,10% rispetto alla base d’asta – è interessata nel prendersi a carico la realizzazione del chiosco. Siamo a sei anni dal bando (luglio 2013) e si deve ricominciare. Un pasticcio niente male. Da ricordare che l’area in questione è citata anche nel rinnovato – a proposito, doveva essere presentato in conferenza stampa a luglio, poi il silenzio – Piano Periferie.

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