Terni, Ater e Ospedale provano a fare pace

Staminali, Dal Maso (Azienda ospedaliera) e Almadori (Ater) confermano: «Situazione complessa, ma stiamo cercando di trovare il giusto punto di mediazione»

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Il termine sarebbe scaduto, ma siccome non era prentorio, si può dire che non è scaduto. E così tra l’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale della Regione Umbria (l’Ater) e l’Azienda ospedaliera di Terni si continua a trattare su quella palazzina – la ‘ex Milizia’ – che aveva rischiato di far scoppiare un caso diplomatico niente male.

Maurizio Dal Maso

Maurizio Dal Maso

Verso la pace Il direttore generale dell’Azienda ospedaliera, Maurizio Dal Maso, parla di «situazione complessa, ma stiamo cercando di trovare il giusto punto di mediazione, anche grazie alla collaborazione con il sindaco ed i rappresentanti della Fondazione cellule staminali, con l’Ater. La volontà di tutti è quella di giungere ad una soluzione che sia sia soddisfacente per tutti e credo che la settimana in corso (in programma ci sarebbero almeno un paio di incontri; ndr) potrebbe essere decisiva».

Il presidente di Ater, Alessandro Almadori

Alessandro Almadori

Ater possibilista Ed è lo stesso presidente di Ater, Alessandro Almadori, a confermare di essere pronto a sotterrare di nuovo l’ascia di guerra: «Ci siamo incontrati – spiega – ed abbiamo riscontrato la reale volontà, da parte dell’Azienda ospedaliera, di arrivare ad un accordo complessivo che possa essere soddisfacente per tutte le parti interessate e mettere finalmente a disposizione della città uno stabile importante e ul cui utilizzo finale sarebbe di enorme utilità».

Angelo Vescovi

Angelo Vescovi

Le staminali Da come parla, pare di capire che la Fondazione cellule staminali non sia estranea a questo riavvicinamento: «Io posso dirle che lo auspico – frena Almadori – soprattutto perché non entro in questioni che sono estranee ad Ater. Quello che a me interessa è chiudere un contenzioso che non giova a nessuno e se chiuderlo in maniera positiva permetterà il definitivo decollo di quel progetto non potrò che essere felice».

Lo stabile

Lo stabile

La storia Su quel palazzo di Campomicciolo, l’Ater ha investito circa cinque milioni (due ce ne ha messi la Regione) per renderlo utilizzabile e metterlo a disposizione dell’Azienda ospedaliera, che a sua volta lo aveva destinato alla Fondazione cellule staminali. Dal 2013, a lavori ultimati, però nessuno ci ha mai messo piede, nonostante ci fosse un accordo con il quale la stessa Azienda ospedaliera (con il Comune in qualità di garante dell’intesa) si impegnava a prenderlo in affitto ed a pagare un canone annuale di circa 300 mila euro. Tanto che adesso l’Ater lamenta un credito di circa 700 mila euro.

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