Terni, bar al d’Aloja di Piediluco: il Comune boccia l’intervento per la compatibilità

Il dirigente Bedini chiude l’iter dopo la richiesta del soggetto proponente: numerose le problematiche evidenziate

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di S.F.

Parere negativo della direzione pianificazione territoriale/edilizia privata e dei lavori pubblici. Favorevole della commissione per la qualità architettonica e del paesaggio e del patrimonio. Risultato: il Comune di Terni ha chiuso negativamente la conferenza di servizi decisoria per l’intervento in accertamento di conformità e di compatibilità paesaggistica per il bar all’interno del polo nautico d’Aloja di Piediluco. Come di noto c’è di mezzo anche un ricorso al Tar Umbria.

IL BAR DEL DEL D’ALOJA FINISCE AL TAR UMBRIA

Parte del polo nautico

Cosa è successo. Il giudizio della soprintendenza

La storia è nota e riguarda la struttura all’interno del centro nautico di Piediluco. D’altronde l’ordinanza di demolizione delle opere eseguite «in assenza di titolo abilitativo e ripristino stato dei luoghi» dell’ufficio vigilanza edilizia risale all’11 aprile scorso e da lì si è sviluppato tutto l’iter. Di mezzo anche le note arrivate dall’associazione Amici di Piediluco e Wwf Italia, mentre la soprintendenza dell’Umbria a settembre ha specificato che «l’ammissibilità all’accertamento postumo della compatibilità paesaggistica costituisce un eccezione al regime ordinario quando, come confermato dal consolidato orientamento giurisprudenziale, tra l’altro, gli interventi siano privi o di modesto impatto sull’assetto del bene vincolato, cosa che nel caso di specie non si rileva in considerazione di una necessaria valutazione unitaria delle opere realizzate, di particolare consistenza, in un contesto di particolare rilevanza paesaggistica e dichiarato di notevole interesse pubblico». Bene, ma perché si è giunti a tutto ciò? Nel documento viene specificato che il manufatto per il bar autorizzato in precedenza «risulta essere traslato di circa metri lineari verso la sponda del lago; il progetto in accertamento di conformità edilizia e di compatibilità paesaggistica è riferito alla modifica di alcune aperture del fabbricato esistente (prefabbricato in legno ad uso bar), rispetto ai precedenti titoli assentiti, e alla realizzazione di una tettoia in ampliamento dello stesso avente una superficie pari a 58,83 mq con struttura lignea» ed è prevista la «demolizione di altri manufatti realizzati in assenza di autorizzazione paesaggistica e di parte della tettoia». In definitiva il rilascio del titolo in sanatoria non può essere condizionato all’esecuzione di nessuna opera edilizia.

Il dirigente Bedini

I motivi del diniego

Nel documento firmato dal dirigente all’urbanistica Claudio Bedini sono riepilogati i motivi della bocciatura. In primis l’intervento «risulta in contrasto con l’art. 167 del D.Lgs 42/2004, in quanto la sanatoria riguarda un intervento qualificato come nuova costruzione che ha determinato un incremento delle superfici utili e dei volumi precedentemente autorizzati; non è ammissibile il rilascio di una concessione in sanatoria, subordinata alla esecuzione di opere edilizie, anche se gli ulteriori interventi sono finalizzati a ricondurre il fabbricato al rispetto delle vigenti normative edilizie urbanistiche e antisismiche, in quanto ci ò contrasta con gli elementi essenziali dell’accertamento di conformità;  la ditta istante non risulta avere titolarità alla presentazione dell’istanza e all’esecuzione delle opere previste in quanto l’area oggetto di intervento è di proprietà del Comune di Terni, e agli atti non sono presenti autorizzazioni e/o concessioni per la regolarizzazione di quanto proposto». Più altri problemi con le norme tecniche di attuazione con del piano regolatore generale. Esito: niente da fare. Possibile il ricorso al Tar Umbria.

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