Terni, bretella via Urbinati: bagarre sui vizi, c’è l’accordo da 20 mila euro

Patto transattivo con la società subappaltrice Maso Costruzioni legata alla Edilwal: aveva chiesto 50 mila euro

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di S.F.

Il caos per la realizzazione – ora con la Esseti sta andando tutto liscio all’apparenza – della bretella tra via Urbinati e piazzale Bianchini Riccardi porta in dote ulteriori strascichi per il Comune di Terni. Questa volta di mezzo c’è un accordo transattivo che, sponda amministrazione, viene stipulato per evitare un possibile contenzioso: l’esborso è da quasi 21 mila euro e va a vantaggio della Maso Costruzioni srls. Motivo? Alcune opere non proprio eseguite a regola d’arte.

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Foto maggio 2023

Il subappalto ed i vizi

La storia nasce con la risoluzione contrattuale con la Edilwal Costruttori srl di inizio 2021 ed il successivo fallimento dell’azienda. Cosa c’entra? Era stata la società ternana a subappaltare alla Maso Costruzioni srls alcuni lavori per il I stralcio (settembre 2020). E quest’ultima aveva chiesto al Comune il pagamento di 50 mila euro per le opere realizzate. Dopodiché i tecnici di palazzo Spada hanno chiuso lo stato di consistenza rilevando un bel po’ di inadempienze: i vizi «erano tali da rendere necessaria la demolizione e nuova realizzazione». Da qui ne è nato un contraddittorio tra le parti per capire se davvero fosse andata così.

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Federico Nannurelli

La proposta e l’ok

Il consulente tecnico d’ufficio ha analizzato i vizi contestati dal Comune, quindi l’esito: «Possibile riparazione, considerando la demolizione dell’opera realizzata come un’estrema ratio che è sempre opportuno evitare». Con tanto di accordo conciliativo per la risoluzione e non conformità da 20 mila euro più Iva. Non andò a buon fine. Si arriva all’attualità, giugno 2023, quando l’avvocato Pio Briziarelli (per conto della Maso) si è fatto avanti con una proposta transattiva per definire il tutto e, in questo modo, sancire la rinuncia all’instaurazione del giudizio di merito. Il Rup Federico Nannurelli ha dato il via libera: «Con riferimento – si legge – alle risultanze dell’accertamento tecnico preventivo già concluso e al successivo piano d’indagine sulle strutture realizzate dal sub-appaltatore da lei rappresentato, pur confermando i gravi vizi di esecuzione delle opere eseguite sia in ordine alla geometria delle sezioni degli elementi strutturali in calcestruzzo che alla qualità dei materiali impiegati e all’imperiziaù delle tecniche di esecuzione, si ritiene che sul piano tecnico risulta molto più vantaggioso per l’ente evitare la più invasiva opera di demolizione dei manufatti non collaudati positivamente, ponendo in essere nelle fasi di completamento delle lavorazioni, interventi di adeguamento». Così da evitare il rischio del contenzioso.

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