Terni, ‘Briccialdi’: «Protesta creativa»

Il collegio dei docenti dopo il nuovo ‘taglio’: «I concerti non saranno cancellati, ma ospiteranno forme di protesta che rappresentano al meglio la nostra natura»

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del Collegio dei docenti
dell’istituto ‘Briccialdi’ di Terni

L’intero collegio dei docenti dell’ISSM Briccialdi, facendo suo il documento già diramato dal Consiglio Accademico e condividendone lo sdegno e l’amarezza, ha determinato di non annullare gli ultimi appuntamenti della stagione de I concerti del Briccialdi, esclusivamente per rispetto degli allievi e delle loro famiglie, del pubblico e della città che sentiamo sinceramente vicina e, non ultimo, del nostro stesso lavoro.

Niente, invece, riteniamo di dover ancora dimostrare a chi ha deliberatamente scelto di ignorare le oltre 14.000 firme raccolte oltre che la natura e la qualità di un’istituzione universitaria che rappresenta uno dei pochi presidi culturali cittadini e che ha alle spalle due secoli di storia, una tradizione e un ruolo che gli amministratori pubblici avrebbero il dovere di difendere e potenziare.

Il Briccialdi ha compiuto nel 2014 quaranta anni dal suo pareggiamento, è un’istituzione “adulta”, quindi, e oggi autonoma, sulla strada della statizzazione prevista dalla legge 508 del 1999 e che sembra non essere più lontana. Un’istituzione ternana, è vero, ma che ha il suo ruolo in Umbria, in Italia e in Europa.

Il nostro appello è oggi rivolto alle istituzioni: la Regione dell’Umbria, la Fondazione Carit, lo stesso Comune di Terni per quanto ancora potrà e vorrà fare e a chiunque altro senta il dovere di impegnarsi nel comporre quel bilancio che, nell’arco di due anni, è stato decurtato del 60 %, a fronte di continue rassicurazioni.

Questa è da oggi la nostra sfida e siamo pronti a onorarla con tutte le nostre forze, nel rispetto del mandato che quasi quattrocento famiglie, affidandoci la formazione dei propri figli, ci hanno conferito.

Come detto, i concerti non saranno cancellati, ma ospiteranno, ciascuno coerentemente con il programma previsto, forme di protesta che abbiamo scelto abbiano una connotazione “creativa”, rappresentando al meglio la nostra natura di musicisti, oltre che la nostra amarezza.

L’affidabilità e la serietà, che, da musicisti, siamo abituati a sottoporre al giudizio altrui, non siano ancora una volta calpestate e, con loro, non sia calpestato quel “fiore all’occhiello” che molti a sproposito continuano a citare e a “non mettere in dubbio”, dimenticandosi di annaffiarlo.

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