Prime ammissioni, in ordine al consumo ma pure ad episodi di spaccio. Sono stati interrogati giovedì mattina dal gip Simona Tordelli, i nove arrestati dell’operazione antidroga ‘Caronte’ condotta dalla squadra Mobile di Terni. Fra chi ha scelto di parlare, c’è anche il 29enne ternano V.S., ritenuto dagli inquirenti un elemento di raccordo e centrale fra chi faceva giungere la cocaina in città – per la procura tre uomini di nazionalità albanese – e chi era deputato a spacciarla (tutti gli altri indagati). ‘Base’ del gruppo, l’abitazione del 29enne in via Tre Venezie, sequestrata dal gip di Terni su richiesta del pm Giulia Bisello.
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Gli interrogatori
«Ci sono state delle ammissioni, sì – spiega l’avvocato Daniela Paccoi, che difende sei degli arrestati, fra cui il 29enne di Terni -. Ora vedremo quale sarà la linea dell’autorità giudiziaria. Consumo ce n’era, spaccio pure ma non nei termini indicati dagli inquirenti. Rito abbreviato? È una possibilità, senz’altro più probabile del patteggiamento». Lo stesso legale ha chiesto l’applicazione di misure diverse dal carcere, meno afflittive, per due degli arrestati, fra cui la compagna di V.S., soprattutto per consentire agli stessi di tornare al lavoro. Sul punto deciderà il gip Tordelli.