Terni, c’è chi chiede una ‘Casa dei rider’

La proposta è del consigliere Filipponi: «Dare punti di riferimento a questi lavoratori». Mirino su Siviera, ex foresteria e Città Giardino

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L’istituzione e lo sviluppo di una ‘Casa dei rider’ per «dare punti di riferimento a questi lavoratori che vivono in una dimensione di precariato». La proposta è del consigliere comunale del Pd Francesco Filipponi.

Francesco Filipponi

Siviera ed ex foresteria

«In questi ultimi anni si è diffuso, soprattutto nelle nostre città e nelle aree urbane, il fenomeno – sottolinea Filipponi – delle attività e delle consegne a domicilio, di prodotti e servizi, attraverso l’utilizzazione delle persone, soprattutto giovani ma non solo, di figure e lavoratori denominati riders. Questi lavoratori svolgono il lavoro in condizioni critiche e difficili dal punto di vista delle forme e modalità contrattuali e sindacali, della loro messa a disposizione di mezzi propri per effettuare gli spostamenti e le consegne, che sono costretti a trascorrere molto del tempo di lavoro (pause fra un ordine digitale e l’altro della piattaforma e dell’algoritmo di cui si avvalgono le società che operano in questo settore) all’aperto, in mezzo alla strada, anche in condizioni atmosferiche molto critiche, che accrescono le condizioni critiche, il disagio ed rischi cui sono esposti». Quindi c’è la richiesta di istituire e creare un loro spazio «mettendo a disposizione da parte dell’amministrazione comunale una sede ed uno spazio idoneo ad ospitare questi lavoratori, per dare loro ristoro e riparo durante le pause del lavoro quotidiano. Le sedi del Comune che possono essere prese in considerazioni, fra quelle oggi non utilizzate per le attività ed i servizi pubblici del Comune, potrebbero essere la struttura adiacente gli uffici di informazione turistica – dentro l’ex Foresteria società Terni – da tempo chiusa ed adibita a mero magazzino scolastico; l’immobile dell’ex sede della III Circoscrizione Ferriera a Città Giardino; i locali della cosiddetta Siviera, in via Carrara e altri locali nell’area del centro della città o a ridosso».

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