Terni, palasport: «AP ha capito che non si amministra con gli annunci»

Il coordinatore comunale di FdI, Cecconi: «La faccenda non è proprio chiara»

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di Marco Celestino Cecconi
coordinatore comunale FdI

L’annunciata intenzione di Bandecchi di gestire direttamente lui, ‘di persona personalmente’ (come direbbe l’ottimo Tatarella del commissario Montalbano), il nuovo palazzetto dello sport di Terni è quella che si dice una gran bella notizia. Il Bandecchi-imprenditore (da non confondere, per carità, con il Bandecchi-sindaco…) ne sa una più del diavolo. E l’ha ampiamente dimostrato sul campo: genio e magari un pizzico di sregolatezza, come gli artisti veri. Fantasia e creatività. Fatti e non parole (per questo i due livelli non vanno confusi…). Ha tutto quello che serve, insomma, per fare della nuova struttura un polo attrattivo per eventi di grande livello (niente a che fare, cioè, con le sagre da strapaese e le abbuffate collettive a gratis, di matrice ‘politica’, viste finora).

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Fare impresa nello stesso posto in cui fa il sindaco? Un’obiezione che, se mai fosse mossa da qualcuno, avrebbe il sapore stantio del livore immotivato, l’invidia e la frustrazione dei perdenti, eccetera eccetera. Niente conflitto di interessi, non sia mai: mica il palazzetto è di proprietà del Comune! Questioni di opportunità, di galateo istituzionale? Vabbè, in quanto a bon ton, il Bandecchi-imprenditore non potrà mai fare meglio del Bandecchi-sindaco: che, non per niente – al riguardo – ha regalato a Terni gli onori della cronaca nazionale. Se, finalmente, il nome della nostra città è diventato famoso in tutta Italia come non s’era mai visto prima, è merito suo: operazione di marketing del Bandecchi-sindaco, a costo zero, che il Bandecchi-imprenditore se la sognava ed ora se la ritrova già bell’è fatta.

Se questo è il quadro – e non c’è motivo di dubitarne – allora proprio non si capisce l’atteggiamento tenuto dalla maggioranza di Alternativa Popolare l’altro giorno, nelle due commissioni consiliari riunite (prima e seconda), chiamate a discutere in seduta congiunta delle tariffe che il Comune può andare a chiedere, per dirla in termini semplici, alle varie società sportive a cui, da secoli e secoli, l’Ente concede l’uso dei vari impianti di pubblica proprietà. Primo: i due assessori presenti, emissari del Bandecchi-sindaco, hanno dichiarato in quella sede che del Bandecchi-imprenditore non ne sanno niente: giacché al Comune, per il momento, non è pervenuto alcuna notizia ufficiale, nessun atto formale da cui risulti che è lui il gestore del nuovo palasport. La buona notizia, in questo caso, è che, finalmente, l’hanno capita: non si amministra con gli annunci.

Qui, però, nessuno vuole dubitare degli annunci del Bandecchi-imprenditore (tanto quanto, invece, siamo costretti fare di fronte ai proclami del Bandecchi-sindaco, fin qui rimasti lettera morta). Ed ecco perché, in quella sede – le due commissioni consiliari congiunte – presenti oltre al sottoscritto ,Cinzia Fabrizi, Elena Proietti Trotti, Fratelli d’Italia ha chiesto di aggiornare la seduta a quando in Comune arriveranno le carte. Che cosa c’entra il Comune con la gestione del Palasport? In effetti, un problemino ci sarebbe.

Per agevolare la nuova struttura, il Comune a suo tempo si è impegnato ad applicare, per i propri impianti, tariffe non troppo concorrenziali (non troppo inferiori) a quelle che verranno richieste proprio dal palasport a gestione privata. Ora, chi deciderà le tariffe per l’utilizzo del Palasport? Il Bandecchi-imprenditore, stando agli annunci. E chi decide invece le tariffe degli impianti sportivi comunali? Il Bandecchi-sindaco (ovvero la sua maggioranza in consiglio comunale).

Al netto di qualunque retro-pensiero, la faccenda – diciamolo – non è proprio chiara chiara. Ecco perché, nella seduta congiunta delle due commissioni, Fratelli d’Italia ha chiesto di rinviare la discussione, in modo da disporre di tutti gli elementi. Ma il no dei bandecchiani è stato netto e unanime. Alternativa Popolare, insomma, se l’è data a gambe: rifiutandosi cioè di doversi confrontare su quello che in parecchi hanno già definito un pasticciaccio. Brutta notizia, questa: perché governare significa anche trasparenza e legalità. Ma, in fondo, dottor Jekyll e mister Hyde erano pur sempre la stessa persona.

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