Terni, Cgil: «Farmacie vanno verso il default»

La Filcams: «Le portano verso il fallimento per poterle vendere a prezzi stracciati». Enrico Melasecche (I love Terni): «Perdita definitiva di un cespite importante»

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L’accusa è pesante: «Oggi il treno delle farmacie comunali (di recente affidate all’amministratore unico Fausto Sciamanna; ndr) si trova collocato in discesa per effetto delle decisioni del Comune ed è senza freni, con il rischio che a fine anno si arriverà ad un default irreparabile e alla messa in liquidazione presso il Tribunale. A quel punto le farmacie comunali di Terni potranno essere acquistate a prezzi stracciati». A dirlo è la Filcams Cgil di Terni, che annuncia di aver «prodotto nuove memorie al Ministero, alla Corte dei Conti e al TAR dell’Umbria». 

Una farmacia comunale

La storia Il sindacato ricostruisce la storia: «Quando nel 2014 siamo stati chiamati dal Consiglio di amministrazione delle farmacie comunali di Terni per discutere del nuovo Piano industriale, ci siamo confrontati e, forti delle esperienze già condotte dalle farmacie sociali europee, abbiamo dato il nostro assenso, successivamente tradotto in una delibera dello stesso consiglio comunale di Terni. Il Piano prevedeva la realizzazione della ‘Farmacia dei servizi’, cioè l’inserimento nelle farmacie comunali dei servizi infermieristici e fisioterapici, le analisi di prima istanza (glicemia, colesterolo, HDL, LDL, TG), l’elettrocardiogramma on line con relativa refertazione in collaborazione con il servizio di telecardiologia dell’INRCA di Ancona, l’holter pressorio con referto rilasciato da BIOTECH-MED di Varese, la realizzazione di un laboratorio galenico particolarmente specializzato, il servizio di nursey, i test per le intolleranze alimentari, le giornate dedicate alla prevenzione della fibrillazione atriale, dell’insufficienza venosa e del diabete, le consulenze dermocosmetiche eseguite da personale specializzato, l’analisi del capello e del cuoio capelluto effettuati con macchinari all’avanguardia, incontri con specialisti per consulenze psicologiche, dietetiche e nutrizionali, il CUP diffuso in tutte le farmacie, una numerosa gamma di ulteriori servizi e prodotti a mercato calmierato per la promozione dei parafarmaceutici di marca, e molto altro ancora»

Una farmacia comunale

Primi risultati Nel 2015, spiega la Filcams Cgil, «il Piano industriale è stato avviato ed ha prodotto ottimi risultati: 500 mila euro di fatturato in più, 16 mila nuovi clienti, migliaia di ricette in più ed il bilancio awiato verso traguardi economici di redditività. E’ lo stesso percorso che, nell’anno successivo, veniva avviato anche dalle comunali di Perugia, Foligno e Spoleto, dove si ritiene che le farmacie comunali debbano svolgere in pieno il ruolo sociale che gli assegna la legge». 

Lo stop Ma a Terni, accusa le segretaria del sindacato, Desiré Marchetti, «a differenza delle altre realtà della Regione, il treno in corsa è stato fermato: a metà del 2016 la giunta comunale ha stabilito che il personale delle farmacie dovesse essere drasticamente ridotto e, di conseguenza, si è proceduto a ridurre gli orari di apertura delle farmacie ed i servizi erogati. Le farmacie hanno perso clienti e fatturato ed il bilancio è nuovamente in perdita. Poi il Comune ha deciso per la vendita, perché ha spalmato il proprio piano di rientro finanziario su 5 anni, anziché sui 10 consentiti dalla legge, perdento tra l’altro i 4 milioni di euro che in dieci anni le farmacie avrebbero dato al Comune proprio grazie al Piano industriale». 

Il rischio Ecco perché, secondo la Filcams Cgil, «a fine anno si arriverà ad un default irreparabile e alla messa in liquidazione presso il Tribunale. A quel punto le farmacie comunali di Terni potranno essere acquistate a prezzi stracciati».

Enrico Melasecche

I love Terni Sulla stessa lunghezza d’onda c’è anche il consigliere comunale di ‘I love Terni’, Enrico Melasecche: «Il piano industriale proposto da Mustica (l’ex presidente del Consiglio di amministrazione; ndr) che doveva porre fine alla follia dei 5 milioni di perdite è diventato carta straccia, così come i 400.000 euro di utile annuo. Con il bilancio 2016, ma ancor di più accadrà con quello 2017, salvo funamboliche manipolazioni, si torna alle perdite. Il piano finanziario predisposto dal precedente Consiglio di amministrazione è saltato, perdendo definitivamente la proprietà di un cespite ed il relativo reddito per sempre, scelta che fa il paio con l’onere dei debiti straordinari e ordinari caricati sulla qualità della vita dei ternani fino al 2045»

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