di S.F.
La scelta del Comune di Terni di escludere la laurea in lettere tra i titoli di studio validi per partecipare al bando legato al nuovo dirigente all’istruzione e alla cultura. Questo l’aspetto tirato in ballo da un dipendente di palazzo Spada, per il quale è scattato – non il primo del genere, era già accaduto nel 2019 – un ricorso al Tar Umbria: il Tribunale amministrativo regionale ha respinto l’istanza cautelare e dunque, per ora, si procede. Le prove scritte sono in programma il 23 e 24 luglio.
DIRIGENTE ISTRUZIONE-CULTURA, 47 IN LIZZA PER IL POSTO
L’esclusione
Al bando hanno potuto partecipare ‘solo’ i laureati in giurisprudenza, scienze politiche ed economia e commercio (vecchio ordinamento o specialistica). Non quella in lettere, appunto: c’è il ’no’ del Tar – sono stati impugnati una serie di provvedimenti, tra i quali l’approvazione dell’elenco dei candidati ammessi – «stante la carenza di sufficienti profili di fondatezza del ricorso e dei successivi motivi aggiunti, atteso che la scelta circa i titoli di studio, rimessa alla valutazione discrezionale dell’amministrazione in sede di predeterminazione delle regole della procedura concorsuale, non appare prima facie affetta da manifesta inadeguatezza, irragionevolezza o illogicità, stante l’ampiezza delle competenze previste per la posizione di dirigente messa a concorso». Ordinanza, compensazione delle spese e forse storia finita. Non è scontato.