Terni: consiglio su Ast tra bagarre politica, focus ‘grillismo’ e accordo di programma

Due ore di confronto a palazzo Spada sul maxi investimento da oltre 1 miliardo. Ancora polemiche

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Notizie? Pochine. Scontro politico? Molto e a più riprese. Con tanto di incontro con i rappresentanti dei lavoratori, interruzioni e toni alti: è terminato poco prima delle 13 il consiglio comunale ‘straordinario’ richieste dalle opposizioni sulla partita legata all’accordo di programma di Acciai Speciali Terni, utile all’investimento da oltre 1 miliardo di euro.

TUTTO SU AST

Corridore con i sindacati

L’assenza del sindaco Bandecchi: si attacca

Il primo ad esporsi è stato Marco Cecconi (FdI), in azione anche per tentare di far approvare un atto di indirizzo: «Nonostante rinvii e mille difficoltà, oggi ci si sta avviando alla firma dell’accordo di programma. Si dice avverrà alla fine di gennaio e c’è lavoro da organizzare per la discarica ex rsu su terreno Ast. C’è già chi pagherà per la bonifica, Ast. Tutto da mettere a sistema e ci auguriamo che si sia trasversalità politica su questo tema». Tirato in ballo anche il progetto scorie e la sensibilità con le ditte terze di Arvedi: «Nel dispositivo diciamo cose neutre, volte a garantire il contributo dell’amministrazione comunale per la bonifica», ha voluto specificare in chiusura. Ad assistere anche i rappresentanti delle sigle sindacali. «Ci deve essere la giusta attenzione – le parole di Pierluigi Spinelli del PD – su come concretizzare l’investimento, mantenere i livello occupazioni e il risanamento ambientale. Alcune dichiarazioni del sindaco hanno suscitato una fortissima preoccupazione rispetto al rapporto tra chi deve realizzare parte dell’accordo di programma e il privato. Si parla di Ast e non ci sono sindaco e vicesindaco, non va bene». Sullo stesso filone anche Cinzia Fabrizi (FdI): «Non c’è il sindaco e ha la delega allo sviluppo economico. Un investimento da oltre 1 miliardo che rimette a posto la situazione anche dal punto di vista ambientale. Vogliamo creare problemi a chi vuole investire a livello industriale a Terni?». Per Maria Grazia Proietti (PD) è «molto grave che non ci sia il sindaco. Non ha parlato con il ministro Urso? Ci poteva dire ciò che si sono detti». Non è rimasto in silenzio Francesco Maria Ferranti (FI): «Centrosinistra e centrodestra sono sempre stati vicini ad Ast e Regione per gli interessi del territorio. Il Comune deve fare una cosa: cabina di regia con il gruppo Arvedi per intervento che riducano al minimo l’impatto dell’industria sul territorio. Non si può spaventare Arvedi con richieste folli». Poi Elena Proietti Trotti: «L’assenza di Bandecchi dimostra che il governo centrale è più interessato rispetto al primo cittadino. Il sindaco dovrebbe prendere l’auto, andare a Roma e bussare al ministero per vedere l’accordo di programma. L’economia di Terni la fa l’Ast fino a prova contraria».

GRIGIONI E LE DELUCIDAZIONI TECNICHE TRA CAPPING E LANDFILL MINING

I sindacati

AP replica: «Qual è l’accordo di programma?». Lo stop

Sponda Alternativa Popolare ci ha pensato Maria Elena Gambini a rompere il ghiaccio: «Si sta attenzionando solo l’intervento del sindaco. Invece il grande assente è l’accordo di programma: Bandecchi ha detto solo che vuole essere messo al corrente su ciò che si vota e chiede Ast le condizioni. Lo fa per tutelare gli interessi dei lavoratori e del territorio. Ast per anni ha sfruttato il territorio senza investire sull’ambiente e poi, con un bilancio stratosferico, ‘manda a casa’ 2.200 lavoratori (il riferimento è alla cassa integrazione, ndr). Una discussione inutile oggi». Poi il ‘carico’ del capogruppo Guido Verdecchia: «Non conosciamo né l’accordo di programma né il progetto per la discarica. La politica si faccia un esame di coscienza, non si può ridurre tutto a diatriba». Andrea Sterlini ha fatto una breve cronistoria – è dipendente Ast – sui problemi del sito e poi ha attaccato: «Perché il Comune non si è mosso nel 2005 per il mancato rispetto dell’accordo di programma dopo la chiusura del magnetico? Il sindaco ha detto che vuole vedere l’accordo di programma». Poi l’intervento dell’assessore Marco Iapadre: «L’illustrazione di Cecconi la condivido, non la preoccupazione di chi ha parlato dopo per l’assenza del sindaco. Non si parla di contenuti perché l’accordo di programma il Comune non lo ha mai visto e lo abbiamo chiesto più volte. Ast si è rifiutata di renderci edotti. Bandecchi ha spiegato che non firma qualcosa che non conosce. E sapete che l’incidenza di malattie tumorali qui è ben superiore alla media nazionale». Più concisa Marina Severoni: «Strano farne una questione di bandiera». A mezzogiorno succede che Francesco Filipponi (PD) chiede una sospensione perché il vicesindaco Riccardo Corridore va nella saletta a fianco per incontrare i sindacati. La ottiene per quindici minuti.

Cecconi e Filipponi

Aniello on fire

Si riprende con un assessore Mascia Aniello su di giri tra delucidazioni di natura tecnica sul landfill mining, l’area Sin e le competenze nell’iter del ministro dell’ambiente: «C’è molta confusione. Ribadisco che non conosciamo i termini dell’accordo di programma, Caldonazzo (Ast) su richiesta del vicesindaco ha risposto che non può esprimere i contenuti per i segreti industriali e tutte queste scemenze. Abbiamo detto che impatta sulla città e sulla salute dei cittadini, c’è diritto di conoscerlo preventivamente. Il sindaco è andato da Urso, Pichetto Fratin e Tesei. C’è scarsa conoscenza qui. L’unico progetto ufficialmente proposto per la messa in sicurezza della discarica ex rsu è il solo capping». Poi la riflessione politica: «I precedenti sindaci vicino ad Ast? Ora c’è una novità. Bandecchi è a fianco dei cittadini di Prisciano e dei lavoratori che mangiano polvere da anni. Vi dovreste vergognare, state strumentalizzando una questione del genere per fare propaganda politica». Filipponi ha ricordato che nel 2019 un decreto del ministero ha validato il progetto del landfill mining e non solo: «‘Grillismo’ della prima ora parte della Aniello». Gli farà eco anche Cecconi: «Una relazione dell’assessore che sa di M5S prima maniera, di decrescita felice. Dovremmo essere tutti più maggiormente responsabili». In chiusura il tackle di Corridore: «Nulla di concreto. Noi l’accordo non lo conosciamo, ce lo dia Cecconi. Lo illustri. E il terziario ternano è stato ‘tagliato’ da Ast in favore delle aziende del nord. L’azienda ci ha detto che manterranno i livelli occupazionali, poi mettono in cassa integrazione gli operai. La Tesei non ha parlato del tema dell’ambiente a Perugia, poi è intervenuto Ricci (capo di Gabinetto, citato come ‘amministratore di sostegno politico’) per dirci che lo ha fatto nel 2019. Discarica? Non c’è alcun progetto reale sul banco del sindaco. C’è stato un incontro con Menecali (Ast), Cardinali (Ast), Aniello e il dirigente Grigioni: abbiamo dato ampia disponibilità ma vogliamo valutarlo. Noi approveremo solo con adeguate garanzie sulla salute pubblica». Si va avanti così.

Luca Simonetti

M5S in azione

Ad intervenire dopo il consiglio comunale è il coordinatore M5S per Terni Luca Simonetti: «Non so cosa significhi ‘grillismo della prima ora’ ma quando si tratta del rapporto tra lavoro e salute correlato ad Ast, il M5S ternano oggi come ieri, è sempre intervenuto dati alla mano e con serietà anticipando temi che poi sono diventati di dominio comune, basti pensare che nel programma elettorale del 2014 già sì parlava di recupero delle scorie mentre altri non sapevano neanche che esistesse in via sperimentale questa tecnologia. Siamo stati tra i pochi a diffondere anche quei dati che venivano chiusi nei cassetti, inclusi quelli diffusi dal Ministero della Salute ovvero lo Studio Sentieri ed i suoi dati devastanti. La questione ambientale in questa città resta di primaria importanza e riteniamo che vada affrontata come una delle più grandi battaglie comuni, con estrema determinazione, competenza ed evitando i teatrini volti solo a far parlare di sé sulla pelle di chi invece subisce gli effetti della contaminazione diffusa. Invito tutti ad affrontare questa questione con sobrietà e amore per la nostra comunità. Considerando anche il fatto che in assenza di elementi di valutazione concreti sul famoso accordo di programma, oggi le parole rischiano di essere poco più di un teatrino».

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