Due giorni dopo il furto della bici di proprietà della madre, avvenuto il 23 maggio del 2016 in via Alfonsine, passeggiando per il centro di Terni aveva notato un giovane in sella alla stessa bici. Subito aveva tentato di fermarlo, senza riuscirci. Poi aveva chiamato il 113 e la squadra Volante si era subito portata sul posto, intercettando il soggetto – 25enne di nazionalità albanese residente ad Arrone – in via Roma. La denuncia del giovane – una volta accertato che la bici era proprio quella asportata alla vittima, una donna ucraina – è sfociata nel processo a suo carico che lunedì ha visto emettere la sentenza di primo grado dal giudice Enrico Zibellini. Il 20enne, accusato di ricettazione e difeso dall’avvocato Francesco Mattiangeli, è stato condannato a quattro mesi di reclusione e 200 euro di multa, in linea con quanto chiesto in aula dal pm Adalberto Andreani.