Terni, Fiom all’Ast: «Vogliamo risposte»

Il convegno organizzato dal sindacati era su ‘L’industria ternana oltre la crisi’, ma la parte del leone l’hanno fatta ThyssenKrupp Ast ed i timori sul suo futuro

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di M.T.

Il tema voleva essere propositivo, ma parlare de ‘L’industria ternana oltre la crisi’, come avrebbe voluto la Fiom Cgil che ha organizzato il convegno, mica era facile. Perché tutti quelli che hanno partecipato non potevano che partire da un presupposto: visto che l’iniziativa – è stato lo stesso sindacato a specificarlo – è stata organizzata «ad un anno dall’accordo per l’Ast» (siglato al Mise il 3 dicembre del 2014; ndr), era verso viale Brin che bisognava guardare.

La platea

La platea

Gli ospiti Al convegno c’era la sottosegretario al Ministero del lavoro, Teresa Bellanova; c’era il senatore ‘dem’ Gianluca Rossi; c’era la presidente della Regione, Catiuscia Marini; c’era il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo; c’era il segretario nazionale della Fiom Cgil, Rosario Rappa e c’era il segretario regionale della Cgil, Vincenzo Sgalla. Non c’era, invece, Pierangelo Albini, l’atteso direttore dell’area Lavoro e welfare di Confindustria. E pure di gente no, non è che ce ne fosse tanta. Ma non si può avere tutto.

Le risposte che non ci sono E tutti hanno dovuto – piaccia o no – ripetere il ritornello: «Stiamo aspettando che ThyssenKrupp Ast ci faccia sapere qualcosa». Che, insomma, detto da Governo, Regione e un sindacato nazionale, non è che sia il massimo della vita. Anche se il ‘padrone di casa’, Claudio Cipolla, segreterio ternano della Fiom Cgil, ha provato a tirare su il morale: «Sui volumi, sulla rete commerciale, sull’arrivo della linea da Torino e sulla situazione di bilancio sembrerebbero esserci progressi».

Il video Bello ed evocativo, intanto, il video di Pino Bertucci (che con la sua telecamera ha seguito, passo passo, i sei mesi della vertenza) proiettato in apertura: ‘Sinfonia d’Autunno – I bardasci di viale Brin’ ripercorre alcuni dei momenti topici ed ha introdotto il dibattito.

I temi L’incontro è stato organizzato, ha spiegato il segretario Cipolla, «consapevoli che quell’accordo ha evitato i licenziamenti e un drastico ridimensionamento, se non la chiusura, delle acciaierie, ma anche delle criticità emerse. Soprattutto perché il 10 dicembre abbiamo un incontro con i vertici della ThyssenKrupp Ast, nel quale chiederemo conto di quanto non attuato in quell’accordo e soprattutto quali sono gli impegni per il futuro». Se Terni, insomma, «resta un sito strategico per la multinazionale e se la fase di ristrutturazione può considerarsi ultimata». Se Lucia Morselli risponderà di sì, «si potrà iniziare a parlare di rilancio». L’ipotesi di un ‘no’ pare non essere contemplata nelle ipotesi. Anche perché un ‘piano B’ non sembra esistere.

Rappa Il segretario nazionale della Fiom Cgil, Rosario Rappa, ha allargato il discorso alle ditte esterne «perché nella difesa dell’occupazione non c’è solo la difesa dei dipendenti diretti, ma quella delle competenze, della professionalità e della qualità delle produzioni, che è strettamente legata alla qualità degli appalti in essere. Quello che vogliamo è un sistema di relazioni che vede nelle organizzazioni sindacali interlocutori seri, con i quali affrontare le criticità e i problemi alla luce del sole, mettendo da parte i gossip e affrontando di petto i problemi per quello che sono». E che, lo conferma lui stesso, ci sono.

PARLA ROSARIO RAPPA E CONFERMA I DUBBI – IL VIDEO

Le criticità Il segretario ternano, invece, ha detto che il prossimo 10 dicembre, quando si ritroverà di fronte Lucia Morselli non le farà sconti: l’ad di ThyssenKrupp Ast dovrà rendergli conto «dei sacrifici salariali richiesti ai dipendenti, della forte riduzione dei livelli occupazionali, degli investimenti ancora non completati sulla produzione a freddo e della politica che regola gli appalti».

I consulenti Interessante, poi,  la teoria espressa da Cipolla sui consulenti: «Non siamo d’accordo – ha spiegato – con un’esasperata politica del risparmio mentre vengono attivate consulenze che riportano in Ast persone che magari hanno contribuito a determinare i buchi di bilancio».

Marini Per la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, «il cuore dell”accordo su Ast di un anno fa, oltre alla salvaguardia dei posti di lavoro, era la prospettiva di sviluppo industriale non solo della fabbrica, ma di tutto il territorio. Una prospettiva che solo gli investimenti possono rendere concreta. In quell’accordo l’azienda si era impegnata ad investire 100 milioni di euro finalizzati ad una serie di obiettivi, a partire da quello della questione della compatibilità ambientale della produzione industriale, per innovazione, ricerca, e per il potenziamento di alcune attività produttive. Penso sia giunto ormai il momento per una verifica in sede governativa circa il rispetto degli impegni assunti. Ciò anche per verificare quale sia oggi la prospettiva per Ast da parte di ThyssenKrupp». Tradotto: se la tiene e la rilancia, se la tiene e la lascia a ‘galleggiare’, se la tiene e la ridimensiona o magari se la rivende?

Il Masterplan La presidente Marini, però, ha parlato anche di altro: a proposito del Masterplan di Confindustria per la reindustrializzazione dell’area Terni-Narni, specifica come «quel disegno di sviluppo non possa non avere come soggetto protagonista del futuro di questo territorio e della sua industria, le acciaierie ed il sistema produttivo ad esse collegato». La presidente, poi, ha sottolineato come resti centrale il rapporto tra sviluppo industriale, qualità ambientale e salute dei cittadini: «In questo senso – ha spiegato – è importante capire a che punto sono gli investimenti che l’azienda si è impegnata a realizzare».

Di Girolamo Il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo ha puntato a mettere in risalto l’aspetto ‘umano’ della storia: «L’accordo raggiuto un anno fa – per lui – non è stato, giustamente, salutato da manifestazioni di esultanza, ma è stato un accordo utile. La vertenza ha dimostrato che non contano solo le macchine e i manager, ma soprattutto il patrimonio sociale e le risorse umane».

Sgalla Il segretario regionale della Cgil Vincenzo Sgalla, ha preso di mira Confindustria, «grande assente per tutto il periodo della trattativa e anche dopo, mentre ci si sarebbe aspettato un atteggiamento più costruttivo e meno dimesso. Ora – ha sibilato – presentano il Masterplan per Terni e Narni, ma non hanno portato nessun contributo alla soluzione della vertenza ThyssenKrupp Ast».

Bellanova Il tavolo di monitoraggio sull’accordo Ast si farà, ha promesso la sottosegretario al Ministero del lavoro, Teresa Bellanova, «dopo l’incontro tra azienda e sindacati, e avrà l’approccio con cui ci siamo lasciati un anno fa, cioè che per noi lo stabilimento di Terni è strategico, un punto di riferimento. Ad un anno di distanza – secondo Bellanova – possiamo dire che in linea di massima siamo riusciti a coniugare interessi diversi, anche se un un po’ meno di arroganza avrebbe aiutato tanto in passato e ci aiuterà in futuro». Poi ripensando ad un anno fa, Bellanova ha ricordato che quella è stata «una vertenza che deve essere oggetto di studio (lo aveva già detto il ministro Guidi; ndr), perché portata avanti con grandissima competenza nel merito delle questioni, anche tecniche».

Pareri discordanti I lavoratori Ast iscritti a Rifondazione Comunista, però, la vedono in maniera un po’ diversa: «La situazione – dicono appare ogni giorno sempre più drammatica. Il silenzio con cui si cerca di coprire l’avanzamento della strategia aziendale circa il ridimensionamento dell’area a caldo, appare oltremodo connivente. Non bastano le iniziative messe in campo da qualche sigla sindacale – probabilmente organizzate più per esigenza di partito che per altro – né tantomeno le uscite solitarie di qualche membro della Rsu di fabbrica».

La strategia Ormai, dicono, «è sotto gli occhi di tutti che la gestione dell’azienda é di tipo commissariale e che la strategia del risparmio estremo, che lascia i reparti senza pezzi di ricambio per i macchinari ed i forni senza argon, è solo un tassello verso la strategia più generale che porterà questa azienda ad essere, in futuro, una grande fabbrica ‘a freddo’. Il fatto che i dipendenti di Titania svolgano ormai servizio a Pix1 e 2, che i lavoratori del reparto Bramme7 vadano a prestare servizio presso il colaggio sottovuoto di SdF, lascia intendere che un forno sarà ben presto spento».

Il mercato E poi, i lavoratori di ThyssenKrupp Ast iscritti a Rc, insistono: «Le parole del Ceo della ThyssenKrupp sono state ben chiare e cioè che a fronte delle perdite in calo registrate in Ast (la Morselli assicurava il segno positivo!), il rischio concreto è quello della perdita di produzione e mercato, come effettivamente sta già avvenendo; come per dire che il bilancio dell’Ast serve per coprire altre perdite del gruppo, ma che sarà Terni a subirne le conseguenze. Certo, perché a Bruxelles si sta discutendo il nuovo piano della siderurgia che prevede l’aggressione verso l’acciaio proveniente dall’Asia, in un contesto europeo di forte sovrapproduzione e in cui le future quote di mercato saranno a favore dei paesi più forti. Lo dimostra il fatto che Ast vede ormai il suo mercato spostarsi prevalentemente su base nazionale, posizione questa che la rende ancora più debole».

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