Terni, cellule staminali Game over fondazione

Pronta la proposta per lo scioglimento a causa della mancanza di fondi. Vescovi: «Cell Factory, protocollo e certificazione Aifa restano»

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di S.F.

Non c’è molto da interpretare in linea di massima. La proposta per il consiglio comunale è chiara: «Scioglimento fondazione cellule staminali». L’input arriva dalla giunta ed è pronta – dovrà passare anche in commissione – ad essere discussa mercoledì mattina, salvo rinvii: l’iniziativa arriva a poco più di un anno dall’audizione del presidente del CdA Alessandro Sanguinetti che, nel dicembre 2019, aveva ben chiarito la situazione. «Ora non ha più soldi e per un progetto serio di ricerca occorrono 600-700 mila euro l’anno, minimo». Acqua alla gola e cambio di statuto per l’ingresso di nuovi soci. Niente da fare. Salvaguardate Cell Factory, certificazione Aifa per la produzione ed il protocollo. Lo garantisce Angelo Vescovi.

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Alessandro Sanguinetti

Le difficoltà non superate

Il confronto sul tema c’era stato a fine 2019 con la convocazione di Sanguinetti – dimissionario nel contempo, così come il vice Maurizio Pocchiari – in II° commissione consiliare. Presa d’atto dell’enorme difficoltà a livello finanziario – già note in precedenza – e necessità di nuovi finanziatori per proseguire con una fondazione sviluppata a partire dal 2006 con il convolgimento – i soci fondatori – di Comune, Diocesi, Camera di commercio, fondazione Carit ed Istituto superiore di sanità. Altrimenti storia finita. E così è. Nel corso del tempo, pur rimanendo come deus ex machina della Cell Factory per la produzione di cellule staminali, si è dimesso anche il direttore scientifico Angelo Vescovi per via dell’incompatibilità con il suo ruolo – lo stesso – all’Irccs ospedale ‘Casa sollievo della sofferenza’ di San Giovanni Rotondo. Da ricordare che la certificazione dell’Agenzia italiana del farmaco arrivò nel 2010, mentre nel 2015 fu conclusa la sperimentazione clinica – fase I – per il trapianto di staminali cerebrali umane su pazienti affetti da Sclerosi laterale amiotrofica (Sla). Poi la discesa. Niente prospettive di rilancio nonostante il supporto dell’associazione Revert onlus.

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Angelo Vescovi

Resta la Cell Factory: «Non un euro da giugno»

Ed è proprio Vescovi a garantire che, al netto dello scioglimento, il progetto non si fermerà: «Laboratorio, protocolli e certificazione Aifa sono di proprietà dell’azienda ospedaliera ‘Santa Maria’. La Cell Factory resta. La Carit – ci tiene a sottolineare – è stata l’unica di recente a versare la propria quota più un’altra aggiuntiva, gli altri per diverse ragioni no ed il risultato è che da giugno la fondazione non ha più avuto un euro ed è semplicemente ‘evaporata’. Da allora siamo soli e abbandonati. Tutti gli stipendi del personale specializzato, tranne uno perché riguarda un dipendente dell’ospedale, li ha pagati il mio Irccs. Se non avessi rinnovato i contratti e garantito l’acquisto di alcuni reagenti la Cell Factory ora sarebbe chiusa. Va avanti per un motivo. L’Irccs di San Giovanni Rotondo e il ‘Santa Maria’ – aggiunge – si sono stretti la mano comprendendo che non si poteva far affondare un’iniziativa del genere». Non si è concretizzato l’interesse di Stefano Bandecchi (con Unicusano) e la fondazione Aiutiamoli a Vivere per l’ingresso in qualità di soci.

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L’ospedale di Terni

Il valore e il lavoro

Amaro epilogo per una fondazione in affanno da anni. Per il resto si tira dritto: «Ogni anno – ribadisce il 58enne professore bergamasco – stacco un assegno da circa 400.000 euro per pagare le persone coinvolte nella ricerca a Terni e, con onestà, devo dire che il supporto dell’ospedale non è mai mancato in questa fase. La Cell Factory deve continuare a produrre cellule per la fase II della sperimentazione sulla Sla: non si può perdere un valore del genere per la città. C’è richiesta per questi servizi e, da giugno, è stato costruito un piano per salvarla». Sos a vuoto, sta per scendere il sipario sulla fondazione.

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