Intervento dei vigili del fuoco di Terni, nel pomeriggio di mercoledì, presso l’inceneritore Acea nella zona di Maratta, a seguito del denso fumo alzatosi dall’impianto e ben visibile a distanza di qualche chilometro. Fumo che ha fatto subito pensare ad un incendio e riportato alla mente a quelli recenti e ripetuti, avvenuti in un raggio di poche centinaia di metri. Da quanto si apprende, il problema di mercoledì sarebbe nato dalla rottura di un tubo e dal vapore acqueo sprigionatosi successivamente. «Guasto tecnico – spiega il vicesindaco e assessore all’ambiente Benedetta Salvati – ad un tubo interno dell’acqua della caldaia che ha prodotto una fuoriuscita di vapore dal camino dell’impianto. Al momento l’impianto è in stato di fermata e sono in corso le verifiche tecniche sulle tubazioni dell’acqua della caldaia». Sul posto anche Arpa Umbria – con a capo l’ingegnere Caterina Austeri – per un immediato check della situazione. Alle ore 20.15 la caldaia è ancora ferma e le analisi sono ancora da effettuare.
LA BATTAGLIA TRA CONSIGLIO DI STATO E TAR PER L’INCENERITORE
Si espone l’Arpa
In serata arriva una breve nota di Arpa Umbria che, si legge, è «intervenuta in seguito alla segnalazione di una densa nube di fumo che si è sviluppata presso l’inceneritore Acea nella zona di Maratta. Al momento del sopralluogo l’impianto era fermo e non stava bruciando rifiuti. I tecnici dell’Agenzia hanno prelevato il filtro del Decs dal camino per le analisi di diossina che sarà comunicata nei prossimi giorni».
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