Terni: ‘Giuanne’ e una storia di malasanità

Lettera di un professore in pensione che, a modo suo, racconta ciò che gli è accaduto

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Riceviamo e pubblichiamo la missiva di un professore in pensione, di Terni, che ha raccontato con il suo stile, un’esperienza accadutagli realmente.


di Roberto A.

Giuanne aveva ereditato da suo padre una strana malattia: produceva polipi all’intestino. Suo padre per questo era morto ed egli faceva un esame colonscopico ogni tanto, ma faceva sempre polipi. Si era stufato di fare colonscopie perché è un esame un po’ antipatico e gli venne un tumore e nel 2016 gli fu asportato mezzo infestino. Da allora doveva farne spesso di questi esami. Ma faceva sempre polipi. Ma evitava i tumori perché faceva spesso l’esame.

Ma arrivò una cattiva signora, si chiamava malasanità. Chiedeva con ricetta di fare l’esame ma lo mettevano in lista. Giuanne pregò allora il Cup. Voi abituati alle favole vi chiederete: cosa è il Cup?. Non lo so. A Giuanne insieme ai polipi spuntavano gli acronimi che lo facevano sembrare stupido. Allora chiedeva a chi gli spiegava caritatevolmente cosa è il Fai, cosa è il Pnrr, cosa è il Pof o cosa è il pin, cosa è…

Insomma pregò l’impiegato del Cup di accelerare la prenotazione (era il 25 agosto 2023) perché correva pericolo a lasciar passare troppo tempo. «Eh signore purtroppo siamo intasati! Mi Faccia vedere però se qualcuno ha abbandonato così posiamo sperare». Guardò nel totem e disse felice «sì ne abbiamo uno libero l’11 settembre, lei deve mettere un cero a Padre Pio», e lo segnò per quella data. Giuanne era convinto che fosse l’11 settembre 2023, altrimenti non avrebbe avuto senso nessun’altra anticipazione.

Si presenta all’esame dopo aver bevuto 4 litri di preparazione, fatto diete etc. Aspetta il medico fuori dell’ambulatorio per fare l’esame (erano le ore 11.50 dell’11 settembre 2023) quando qualcuno si affaccia e gli dice: «Guardi che qui nella prescrizione c’è scritto 11 settembre 2024. Mi spiace». Giuanne avrebbe voluto che quel medico gli dicesse: «Guardi visto che ha fatto la preparazione, venga lo stesso». Ma niente.

Giuanne andò allora al Cup per protestare facendo presente la gran fortuna che gli avevano prospettato nel fare l’esame l’anno dopo. Ma erano solo impiegati. Ma prima di uscire si girò e chiese: «Se avessi voluto fare l’esame intramoenia in regime di libera professione, quanto mi sarebbe costato?». «300 euro» gli risposero, «più eventuali esami istologici». «Grazie», e se ne andò.

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