Terni, pagamento dei fornitori: «Giù i tempi»

La dirigente Finocchio ha fatto il punto per l’esposizione del bilancio di previsione 2019-2021: «Dai 185 giorni medi del 2016 ai 12/15 attuali». Bagarre su delibera Peep/Paip

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Una lunga esposizione – è la dirigente reggente delle attività finanziarie di palazzo Spada in attesa dell’arrivo di uno dei quattro in corsa per il posto a tempo indeterminato – sul bilancio di previsione 2019-2021 pre discussione in aula. Nella mole di informazioni messe sul piatto, Stefania Finocchio ha tirato in ballo anche un dato che interesserà diverse persone: focus sul ritardo medio del Comune di Terni nel pagare i propri fornitori. D’altronde l’argomento è più che attuale che mai con il dissesto finanziario dell’ente in corso e l’adozione della procedura semplificata da parte dell’Organo straordinario di liquidazione. «Stiamo cercando di invertire il trend e, non lo dico forte, pare che stiamo sui 12-15 giorni nei primi sei mesi del 2019». In precedenza c’è stata bagarre sull’approvazione della delibera aree Paip-Peep con ‘minaccia’ del consigliere Dem Valdimiro Orsini: «Se andate avanti impugno al Tar Umbria». Alla fine c’è il via libera con 19 voti a favore, 11 contrari ed 1 astenuto.

LA PROCEDURA SEMPLIFICATA DELL’OSL: SI PAGA IL 60% DEL CREDITO PER CHI ACCETTA

Stefania Finocchio

I sei mesi del 2016

La Finocchio ha chiarito alcuni punti chiave del previsionale 2019-2021 e, in particolar modo, ha fatto luce su questo aspetto partendo dal 2016: «L’obiettivo è cercare di diminuire il tempo dei pagamenti del Comune nei confronti dei fornitori che, come noto, dovranno subire le conseguenze del dissesto qualora il loro credito sia maturato entro il 31 dicembre 2017: l’Osl offrirà il 60% della cifra complessiva. Per quel che ci riguarda abbiamo cercato di invertire la tendenza: nel 2016 l’ente lavorava con un ritardo medio certificato di 185,03 giorni». Mezzo anno. «Nel 2017 c’è stata la chiusura a quota 156, l’anno successivo a quota 66 giorni di ritardo». Non basta.

«IN ARRIVO LE PROPOSTE PER I CREDITORI»

La situazione attuale

Passo in avanti dunque, ma serve altro. La Finocchio termina il focus: «Il dato è ancora molto alto – ha specificato – perché la legge europea impone di pagare entro i 30 giorni. Ci stiamo lavorando: per ora il trend dei primi sei mesi del 2019 parla di 12/15 giorni in base alle scadenze delle fatture». Nell’ora precedente invece si era consumato lo scontro sulla delibera numero 182: pressing in particolar modo sul segretario generale Giampaolo Giunta.

LA DELIBERA 182 DELLA DISCORDIA, MINORANZA PUNTA SULLA MANCANZA DI PROPOSTA

Giampaolo Giunta

Il segretario spiega

Giunta in apertura – sulle aree Peep e Paip – è subito sollecitato dal consigliere Dem Valdimiro Orsini che, sulla scia di ciò che aveva detto in 3° commissione consiliare, si rifà sotto tirando in ballo l’articolo 11 comma 3 del decreto legislativo 118 e l’articolo 172 del Tuel (comma 1 lettera b) sugli allegati obbligatori da presentare in vista del bilancio previsionale. «L’amministrazione – le parole del segretario generale – ha adempiuto in quanto la delibera del 21 giugno è stata pubblicata sull’albo pretorio dal 28 giugno, quindi è stata resa conoscitiva a tutti. Rispettata la trasparenza. Inoltre con la delibera 189 c’è l’approvazione dello schema di bilancio e lì c’è il richiamo. L’allegato è in senso italiano e giuridico: unire qualcosa ad altro, non è da intendersi in senso materiale. Si deve verificare giuridicamente ed è successo».

IL CONFRONTO IN III° COMMISSIONE: FOCUS SUL DEPOSITO E I 20 GIORNI

Opposizione incalza: «Presupposti per ricorso al Tar»

Pd e M5S non concordano: «La tracciatura del protocollo c’è dal 22 luglio per quanto riguarda la delibera Peep e Paip, per me esiste da quel momento. Così si sta rendendo l’atto annullabile, poi fate voi», il commento di Thomas De Luca. Il capogruppo del Pd Francesco Filipponi parla di due inesattezze da parte del segretario, citando l’aggiornamento 2013 – atto del consiglio – del regolamento comunale tenendo in considerazione la contabilità ‘armonizzata’ (invariato l’articolo 9) e l’errore legato a data e numero di delibera nel documento dello schema di bilancio. «Conoscitività della delibera? No. Inoltre deve essere necessariamente trasmesso, la pubblicazione sull’albo pretorio non basta». Di nuovo Orsini: «Giunta non giochi con le parole, se andate avanti con la procedurà impugno al Tar Umbria. Ci sono tutti i presupposti. Altrimenti fate un discorso di buonsenso e rinviate».

Simonetti, De Luca e Pococacio

«Vogliamo le motivazioni»

De Luca insiste sulla protocollazione della delibera numero 182 su aree Peep e Paip: «Perché è stata fatta il 22 luglio?». Per la maggioranza entra in gioco Leonardo Bordoni (Lega): «Nel 2016 avvenne la stessa cosa. Delibera del 30 aprile, proposta protocollata il 20 maggio e votazione in consiglio l’8 giugno. Stessa cosa». Non finisce qui perché interviene Patrizia Braghiroli (M5S): «Non c’è stato il parere obbligatorio della I° commissione consiliare, chiedo il rinvio. La procedura è viziata». Pentastellati scatenati: «Fate un gesto di responsabilità e prendetevi i vostri tempi, così state rischiando», aggiunge il capogruppo Luca Simonetti.

De Angelis, Orsini e Filipponi

Bis Giunta: «Tutto ok»

Sospensione chiesta da Paola Pincardini del Gruppo Misto, poi si rientra e il dibattito va avanti: «Ci siamo resi conto – attacca la Pococacio – che quella non è una proposta di deliberazione al consiglio e non vi è alcun tipo di legame tra l’atto e quello odierno. Chiedo di sapere chi è il proponente?». Palla al segretario: «La delibera di giunta 182 è vero che non contiene quello che dice lei, ovvero il riferimento alla proposta per il consiglio, ma non è un problema: è una modalità di stesura degli atti di questo ente. Le proposte arrivano tutte dalla giunta, a prescindere che si faccia riferimento di proposta al consiglio, la proposta è riconducibile a loro». A bagarre conclusa si vota: i 19 favore della maggioranza bastano. Ricorso al Tar in vista?

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