Terni: «Il mio compagno vittima di un errore giudiziario. Il processo è da rifare»

L’appello della donna: «Ha dimostrato con i fatti di essere una persona onesta. Ora si sta lasciando andare»

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«Evitare gli arresti domiciliari, sì, ma soprattutto ottenere la totale revisione del processo. Perchè dopo condanne ingiuste, viziate da condotte discutibili di chi lo ha assistito, da errori in serie, è dura per lui tirarsi su e riprendere a vivere. E si sta lasciando andare anche per via dei suoi problemi di salute che non gli danno tregua». A parlare è F., la compagna del 62enne ternano la cui storia è stata raccontata giovedì dal quotidiano Il Messaggero, con un articolo a firma di Nicoletta Gigli. «Era il 2020 – racconta la donna – e G. era andato a comprare i pomodori. A bordo della sua auto, di ritorno, si è fermato accanto ad un’area privata nella zona di Gabelletta e lì, dopo aver lasciato l’auto accesa al pari dello stereo, è entrato per cercare asparagi. Risultato: è arrivata la polizia chiamata dal proprietario dello spazio e G. si è ritrovato denunciato per scasso, furto e invasione di terreni/edifici». L’iter giudiziario «che per me è discutibile sotto molteplici punti di vista», dice la compagna del 62enne, ha portato ad una condanna a due anni e tre mesi, poi confermata in appello. «Parlo io per lui perché lo vedo, si sta lasciando andare dopo questa ‘mazzata’. Lui non ha fatto nulla e, anzi, nella vita ha ottenuto plausi ed encomi per alcuni gesti davvero belli e di profondo senso civico. Come quando ha salvato una ragazza da uno stupro in piazza Buozzi, finendo sui giornali, oppure quando ha restituito un porrtafogli trovato a Baia Verde. Idem a Terni, quando passeggiando vicino casa si è imbattuto in un marsupio con dentro documenti e 3 mila euro. Tutto materiale restituito al legittimo proprietario. Anche per questo l’accusa di essere un ladro non l’ha mai accettata». Ora le condizioni fisiche dell’uomo sono oggettivamente complesse: il diabete lo ha costretto all’amputazione di un arto inferiore poco sotto il ginocchio, poi ci sono i problemi al cuore, ai reni, l’ipertensione e ovviamente la depressione che tutto ciò ha comportato. «Lo esorto a camminare con la protesi, ma gli causa dolore, fastidio, e allora la sedia a rotelle diventa necessaria. Credo che una persona in questo stato, innocente ribadisco, meriti la revisione di quel processo. Che non ha raggiunto la verità dei fatti, da lui sempre sostenuta ma che nessuno è stato in grado di far emergere compiutamente».

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