Terni, inchiesta Spada: «Consulenze regolari»

Interrogato per oltre due ore il commercialista riminese Roberto Camporesi. Riesame: Piacenti sì, Montalbano no

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Inquirenti a palazzo Pierfelici

Un interrogatorio iniziato alle 10 di mercoledì mattina e andato avanti per due ore e mezza circa. È quello del commercialista riminese Roberto Camporesi, arrestato lo scorso 21 dicembre insieme all’assessore al bilancio del Comune di Terni (sospeso il 23 dicembre dalla prefettura) Vittorio Piacenti D’Ubaldi, ed all’amministratore unico – ex dopo le dimissioni irrevocabili formalizzate il 22 dicembre – di TerniReti, Vincenzo Montalbano Caracci, nell’ambito dell’indagine condotta dal procuratore capo di Terni Alberto Liguori e dal sistituto Marco Stramaglia su alcuni incarichi di consulenza esterna – sei gli episodi finiti all’attenzione dell’autorità giudiziaria a seguito delle verifiche delle Fiamme Gialle e della polizia di Stato – affidati dall’ente e dalle ‘partecipate’ TerniReti e FarmaciaTerni al consulente romagnolo.

L’INCHIESTA SUL COMUNE DI TERNI

Mail ed sms Camporesi è stato sentito per rogatoria dal gip di Rimini, Benedetta Vitolo, che ha posto numerose e dettagliate domande sui principali aspetti dell’inchiesta, una ‘filiazione’ della ‘madre-Spada’ che lo scorso maggio aveva portato all’arresto del sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo e dell’ex assessore ai lavori pubblici Stefano Bucari. Domande a cui il commercialista ha risposto puntualmente, dichiarando in premessa la parternità di tutte le e-mail e gli sms acquisiti nel tempo dagli inquirenti, molti dei quali riferibili a contatti con l’assessore Piacenti D’Ubaldi.

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Federico Bona Galvagno

Il curriculum Accanto a ciò, il legale difensore di Roberto Camporesi – l’avvocato Gian Paolo Colosimo – ha contestualmente depositato circa trenta pagine di curriculum del professionista (comprensivo di una pubblicazione del 2017, curata da esperti e cattedratici come Antonio Catricalà, sulla disciplina in materia di partecipazione pubblica) ed anche l’istanza con cui ha chiesto la revoca dei domiciliari o, in alternativa, l’applicazione di una misura meno afflittiva. L’ultima parola sul punto spetterà al gip di Terni, Federico Bona Galvagno, che deciderà dopo aver analizzato gli atti e i verbali acquisiti mercoledì mattina dalla collega presso il tribunale di Rimini.

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Roberto Camporesi

«Ci interessa solo il merito» Lo stesso avvocato Colosimo, interpellato sull’esito dell’interrogatorio, spiega che «l’interesse prioritario, nostro e del nostro assistito, è quello approfondire la questione nel merito, senza soffermarci su aspetti formali, come la notifica dello stesso interrogatorio, che pure potrebbero essere oggetto di rilievi. Ciò perché siamo convinti che l’accurato lavoro degli inquirenti, davvero curato e approfondito per molti aspetti, vada letto con una chiave diversa rispetto a quella sin qui adottata».

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«Affidamenti corretti» E allora, nel merito, il legale spiega che Camporesi: «Ha riepilogato serenamente e punto per punto i vari capi di imputazione, spiegando perché riteneva e ritiene corretta la procedura di conferimento diretto prestabilità dalle autorità comunali e amministrative ternane. In sostanza – afferma l’avvocato Gian Paolo Colosimo – trattandosi di società ‘in house’ che seguono le regole del diritto privato e del codice degli appalti, gli affidamenti diretti al di sotto della soglia dei 40 mila euro sono assolutamente possibili. Ciò vale anche per le società municipalizzate, poi convertite (è il caso di FarmaciaTerni) in società di capitali».

Giua, Liguori e Stramaglia

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PARLA IL PROCURATORE LIGUORI – VIDEO

La collaborazione esterna Le contestazioni nei confronti del commercialista riguardano però anche un incarico di collaborazione esterna affidato direttamente dal Comune di Terni, nel 2012, in vista della successiva privatizzazione dell’allora Azienda speciale delle farmacie municipali: «L’oggetto del contratto – spiega il legale di Camporesi – era di 40 mila euro, ovvero al di sopra della soglia fissata per gli affidamenti diretti, e Camporesi si rese conto di tale aspetto, segnalandolo. Tanto che poi l’ente intervenne in autotutela, revocando l’affidamento. Ciò conferma l’assoluta linearità della sua condotta nel merito».

Piacenti D’Ubaldi Montalbano Caracci

Riesame sì e no Intanto il legale difensore di Vittorio Piacenti D’Ubaldi, l’avvocato Attilio Biancifiori, sta predisponendo l’istanza di riesame (verrà presumibilmente depositata entro la fine del 2017) con cui chiederà al tribunale di Perugia la revoca delle misure applicate dal gip di Terni anche a seguito dell’interrogatorio di garanzia. Arresti domiciliari, nel caso dell’assessore al bilancio, confermati ma ‘attenuati’ dalla possibilità per Piacenti di poter svolgere il proprio lavoro di commercialista. Nessun riesame all’orizzonte, invece, per Vincenzo Montalbano Caracci: la misura dei domiciliari (con possibilità di uscire di casa dalle 9 alle 13) varrebbe se il consulente si trovasse a Terni. Ma dal 23 dicembre è a Mazara del Vallo, dove risiede, e lì non valgono limitazioni di sorta. Fra l’altro la misura decadrebbe il prossimo 9 gennaio, un termine probabilmente stabilito per dare il tempo necessario, agli inquirenti, per sentire tutta una serie di persone collegate all’inchiesta. «Non c’è interesse giuridico a proporre il riesame – afferma Francesco Montalbano Caracci che insieme al collega Francesco Donzelli difende l’ex amministratore di TerniReti – proprio perché, di fatto, il nostro assistito non è ristretto».

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