Terni, indagine Spada: sospesi due ‘comunali’

Si tratta del dirigente Renato Pierdonati e del funzionario Federico Nannurelli: l’ha disposta il gip Federico Bona Galvagno

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Il gip del tribunale di Terni, Federico Bona Galvagno, ha deciso: il dirigente comunale Renato Pierdonati e il funzionario Federico Nannurelli sono stati sospesi ‘dall’esercizio dei pubblici uffici ricoperti in seno al Comune’ – e quindi dal lavoro – per sei mesi. La misura cautelare interdittiva è scattata nella tarda mattinata di mercoledì ed è stata eseguita dal Nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza e dagli agenti della squadra Mobile di Terni.

TERNI, INDAGINE ‘SPADA’ – LA STORIA

Il gip Federico Bona Galvagno

La nota In una nota congiunta, la squadra Mobile della questura di Terni e il nucleo di polizia tributaria delle Fiamme Gialle spiegano che «nella mattinata odierna (mercoledì, ndR) sono state notificate due ordinanze di applicazione della ‘misura interdittiva della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio’ ricoperto presso il Comune di Terni, per la durata di mesi 6, nei confronti di un dirigente e di un funzionario dell’Ufficio lavori pubblici – gestione del territorio. I provvedimenti sono stati emessi dal gip di Terni, dottor Bona Galvagno, su richiesta della locale procura della Repubblica, nell’ambito della nota ‘operazione Spada’».

Il legale L’avvocato Salvatore Francesco Donzelli difensore di Renato Pierdonati, Federico Nannurelli e Claudio Brugia, in una sua nota, dice di aver appreso «con soddisfazione la decisione di non applicare alcuna misura interdittiva al dipendente Claudio Brugia; per quanto riguarda le posizioni del geometra Nannurelli e dell’ingegner Pierdonati, la decisione di sospenderli dall’esercizio della propria professione per la durata di mesi sei, va rispettata ma a mio giudizio non può essere condivisa, sia per l’insussistenza del reato sia per la non configurabilità del pericolo di reiterazione dello stesso. Pertanto l’ordinanza verrà certamente impugnata in sede di Riesame dove confidiamo in una diversa valutazione dei fatti e della responsabilità»

PARLA L’AVVOCATO FRANCESCO DONZELLI – IL VIDEO

Il provvedimento era stato chiesto dal pm Raffaele Iannella nell’ambito dell’indagine ‘Spada’ e reiterato anche alla luce degli interrogatori dello scorso 5 maggio in tribunale. Pierdonati e Nannurelli, al pari degli altri coinvolti, sono indagati per ‘turbata libertà degli incanti’ in concorso. Possibile il ricorso al Riesame da parte del legale difensore dei due, l’avvocato Francesco Salvatore Donzelli. Nessuna misura applicata invece ad altri due dipendenti comunali, Paolo Neri e Claudio Brugia – il primo difeso dall’avvocato Carlo Orsini e il secondo dallo stesso Donzelli – per i quali il pm, in seguito all’interrogatorio, non aveva chiesto alcun provvedimento.

Di Girolamo e i suoi legali

In due al riesame Mercoledì mattina i legali difensori del sindaco Leopoldo Di Girolamo (gli avvocati Attilio e Daniele Biancifiori e lo studio Calvi di Roma) e dell’assessore Stefano Bucari (l’avvocato Roberto Spoldi) hanno depositato i rispettivi ricorsi al tribunale del riesame per ottenere la revoca degli arresti domiciliari, per il primo, e della misura della sospensione dall’attività di amministratore comunale, per il secondo. Le istanze verranno discusse entro la fine di maggio.

DI GIROLAMO SOSPESO DALL’ORDINE DEI MEDICI

Di Girolamo ‘sospeso’, parla l’Ordine In merito alla sospensione temporanea del sindaco Leopoldo Di Girolamo dall’ordine dei medici chirurghi della provincia di Terni, dallo stesso organismo giunge una precisazione, già chiara nell’articolo pubblicato da umbriaOn: «Il provvedimento preso – spiegano dall’ordine di Terni – non è disciplinare ma imposto dall’art.43 primo comma del DPR 221/1950 che così recita: ‘Oltre i casi di sospensione dall’esercizio della professione preveduti dalla legge, importano di diritto tale sospensione: a) la emissione di un mandato o di un ordine di cattura; b) l’applicazione provvisoria di una pena accessoria o di una misura di sicurezza ordinata dal giudice, a norma degli artt. 140 e 206 del Codice penale; c) la interdizione dai pubblici uffici per una durata non superiore a tre anni; d) l’applicazione di una delle misure di sicurezza detentive prevedute dall’art. 215 del Codice penale, comma secondo, nn. 2 e 3 (ricovero in una casa di cura e di custodia o ricovero in manicomio giudiziario); e) l’applicazione di una delle misure di sicurezza non detentive prevedute nel citato art. 215 del Codice penale, comma terzo, nn. 1, 2, 3 e 4 (libertà vigilata – divieto di soggiorno in uno o più comuni o in una o più province – divieto di frequentare osterie e pubblici spacci di bevande alcoliche – espulsione dello straniero dallo Stato). La sospensione è dichiarata dal Consiglio. Nei casi previsti nei precedenti commi la sospensione dura fino a quando abbia effetto la sentenza o il provvedimento da cui essa è stata determinata’. Sul punto Giuseppe Donzelli, presidente dell’ordine provinciale dei medici chirurghi e odontoiatri di Terni, esprime «la propria grande stima nei confronti del dottor Di Girolamo che ha sempre svolto la sua attività di medico con serietà e alta professionalità e si augura di poterlo, al più presto, riammettere all’albo».

Aggiornamenti a seguire

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