Terni, la solidarietà oltre i confini nazionali

Tatuatori internazionali quest’anno a ‘Terni tattoo show’, l’evento benefico per la ricerca sulla ‘Sindrome da intestino corto’

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di Fra.Tor.

A giugno lo avevano promesso: «Per il 2016 punteremo al mondo». E infatti, torna per il terzo anno consecutivo l’evento benefico finalizzato alla raccolta fondi per la ricerca sulla ‘Sindrome da intestino corto’ che quest’anno allarga i suoi confini. Sabato 12 e domenica 13 marzo, negli spazi delle ex officine Bosco, si svolgerà ‘Terni tattoo show’.

‘Tattoo for life’ L’evento, con il patrocinio del Comune di Terni, è organizzato dall’associazione ‘Tattoo for life’, nata grazie all’impegno di due genitori di un bambino affetto da questa sindrome. «Noah, a soli due mesi di vita, ha preso l’intestino a causa di un infarto intestinale», ha spiegato Sara, mamma del piccolo Noah e tesoriera dell’associazione. Da quel momento il bambino «è costretto ad alimentarsi in maniera particolare. Come lui purtroppo tanti bambini vivono questo dramma perché chirurgicamente, ad oggi, le possibilità sono poche. Per questo motivo un equipe di chirurghi dell’ospedale Bambin Gesù di Roma, sta portando avanti delle ricerche mirate».

L’evento Per i primi due anni l’evento ha visto la partecipazione di tatuatori provenienti da tutta Italia e aveva il nome di ‘Terni tattoo convention’. L’edizione 2015 ha visto la presenza di 60 tatuatori e 4 mila visitatori. Nei due giorni di manifestazione sono stati raccolti 22 mila euro da donare all’ospedale Bambin Gesù di Roma. Quest’anno la convention allarga i suoi confini coinvolgendo 72 tatuatori proveniente dall’Italia e dall’America, prendendo il nome appunto di ‘Terni tattoo show’. Gli stand saranno aperti dalle 12 alle 23 di sabato e dalle 12 alle 22 di domenica. Chiunque vorrà, quindi, al costo di 7 euro del biglietto, potrà entrare solo per ‘curiosare’ oppure farsi tatuare dai migliori artisti internazionali.

LE NOVITA’ ILLUSTRATE DA SARA – IL VIDEO

Le novità Quest’anno la raccolta fondi, oltre ad essere rivolta alla ricerca sulla ‘Sindrome da intestino corto’, sarà dedicata anche alla ‘Banca del latte’ dell’ospedale Bambin Gesù di Roma. Oltre al ricavato della convention, i fondi quest’anno saranno raccolti anche grazie a un gruppo ternano, ‘Hugomorales’, «che si è offerto volontario di creare un singolo dal titolo ‘L’elefante’ – Noah adora gli elefanti – che uscirà a breve sul sito ‘Bandcamp’», ha raccontato Sara. «Il singolo potrà essere scaricato ad offerta libera e se riscuoterà il successo che speriamo, stiamo anche ragionando sulla creazione di un vero e proprio cd con il singolo, da distribuire in vari punti vendita della città».

‘Sindrome da intestino corto’ «Grazie alle preziosissime donazioni è stato possibile avviare uno studio collaborativo europeo sulla sindrome», è intervenuto il dottor Fabio Fusaro, chirurgo dell’ospedale Bambin Gesù. «Rappresenta una condizione che rende obbligatoria la nutrizione artificiale per via endovenosa, per un periodo circoscritto o per tutta la vita, per evitare la morte per nutrizione. Lo scorso anno, all’ospedale Bambin Gesù, su 114 pazienti, 78 hanno potuto iniziare a condurre una vita normale, alimentandosi come tutti gli altri bambini. Sono passo in avanti importantissimi. E questo grazie alla generosità delle persone e a genitori come quelli di Noah. L’obiettivo ora è quello di unire sempre più i maggiori centri europei, specializzati nel settore, per continuare a fare passi in avanti nella ricerca».

‘Banca del latte’ «Nell’ambito delle problematiche che i bambini con l’intestino corto presentano – ha spiegato la dottoressa Antonella Diamanti, gastroenterologa dell’ospedale romano -, è estremamente importante una gestione graduale e molto attenta dell’aspetto nutrizionale. Questo aspetto riduce nel tempo anche la necessità di nutrizione parenterale e diventa, quindi, estremamente importante curare l’alimentazione dei bambini affetti dalla sindrome». Dai vari studi emerge che «di fatto l’alimentazione con il latte materno, all’inizio dello svezzamento di questi bambini, va ad incidere profondamente poi sulla loro capacità di acquisizione dell’autonomia intestinale. Per questo noi cerchiamo, quanto più possibile, di alimentarli, all’inizio della loro riabilitazione, quindi subito dopo l’intervento, con il latte materno. La ‘Banca del latte’ per questi bambini è una salvezza e per questo motivo in quest’anno noi abbiamo cercato di incrementare l’offerta di latte materno e di sensibilizzare il più possibile nell’ambito di queste iniziative».

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