Terni, mense: Cosec pensa a ricorso al Tar

«Abbiamo acquisito un parere da parte di alcuni legali di fiducia». Botta e risposta con il consigliere Marco Cecconi

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di Fra.Tor.

Nuovo capitolo della vicenda mense scolastiche. Il Comitato servizi educativi comunali (Cosec), dopo l’assemblea pubblica di mercoledì sera, torna a ribadire, in una conferenza stampa, la sua ferma posizione di mantenere le cucine in loco nelle mense scolastiche e sottolinea come si stiano concretizzando i timori e le paure che li hanno portati in consiglio comunale a dicembre.

Il Dup L’assemblea pubblica, alla quale ha partecipato l’assessore al bilancio per il Comune di Terni, Vittorio Piacenti D’Ubaldi, alcuni consiglieri comunali, genitori delle scuole, personale del comune e i sindacati, è stata organizzata per «presentare le nostre osservazioni al Dup e le nostre proposte d’integrazione», spiega Chiara Dottori del Comitato. «Dall’incontro abbiamo avuto più conferme negative che positive perché tanto la giunta resta nella propria posizione». A lasciare a bocca aperta i componenti del comitato, «è stata un’affermazione – sottolinea Rodolfo Graziani – del capogruppo di Fdi-An, Marco Cecconi, ‘Tanto il Dup alla fine non è così importante’».

Cecconi Immediata la risposta del capogruppo di Fdi-An alle affermazioni di Rodolfo Graziani: «Io ho semplicemente che il Dup non è così rilevante rispetto alle loro intenzioni e alle loro richieste, non in generale. Rilevante, piuttosto, è la nostra posizione rispetto all’assumere come priorità l’interesse del bambino ad una alimentazione sana e gustosa. Il consiglio spassionato che posso dare al Cosec è semplicemente quello di sposare la nostra tesi»

I dubbi «Sbandierando che le cucine rimarranno in loco – aggiungono -, l’assessore Piacenti D’Ubaldi ci ha ribadito il concetto di risparmio. Ricordando che il costo di un pasto in una scuola a Terni è di 11,67 euro. Ma questo crediamo dovrebbe spiegarcelo un po’ meglio dato che, dando uno sguardo su internet, abbiamo visto che più o meno la media nazionale è di 6 euro, vuol dire che c’è troppo di ‘caricato’?. Ma anche su questo l’amministrazione comunale rimane molto vaga».

Ricorso al Tar Infine l’attacco: «Abbiamo acquisito un parere da parte di alcuni legali di fiducia. Per loro la delibera di giunta del 24 febbraio è viziata da incompetenza perché secondo loro sarebbe dovuta passare per il consiglio comunale, cosa che a quanto ne sappiamo non è stata e non verrà fatta. Stiamo, quindi, valutando l’ipotesi di fare ricorso al Tar».

Il confronto «Massimo rispetto per l’eventuale decisione che i comitati dei genitori vorranno prendere in merito ad un eventuale ricorso al Tar, ma sono fermamente convinto – dichiara in una nota l’assessore al bilancio, Vittorio Piacenti D’Ubaldi – che la strada del confronto, anche serrato, sia di gran lunga la migliore. La riorganizzazione di una rete scolastica, con relativo servizio mensa, che risale ad almeno 40 anni fa, è un atto politico, un atto necessario di governo della città che va partecipato, discusso, e alla fine assunto. Non è un provvedimento da aule giudiziarie. Così dovrebbe essere se vogliamo che i cittadini, la politica intesa come amministrazione della città, siano protagonisti. Oltretutto ci sono, almeno finora, tutte le condizioni perché questo avvenga. Il confronto non manca stringente, a tratti aspro, ma sempre costruttivo, nell’ottica di arrivare ad una decisione che si sia comunque confrontata con tutti, ad iniziare dai genitori dei bambini che utilizzano i servizi scolastici e di refezione».

Proposte L’amministrazione comunale «non si è presentata al confronto con una decisione già assunta – aggiunge Piacenti D’Ubaldi -, ha portato una serie di proposte nell’ottica di riorganizzare un servizio che deve essere necessariamente rivisto e aggiornato, perché le esigenze dell’utenza si sono nel corso degli anni fisiologicamente modificate, perché non possiamo disperdere risorse preziosissime in impostazioni obsolete e ideologiche, risorse che devono essere invece impiegate per mantenere e potenziare il servizio scolastico pubblico».

La sfida «Questa è la sfida riformista, a questa non ci sottraiamo, la delibera assunta dalla giunta comunale contiene una serie di ipotesi di lavoro, non è un atto estemporaneo, è stata ragionata e condivisa dal punto di vista politico, è una proposta amministrativa. Continuo ad essere fiducioso – conclude l’assessore – sul fatto che alla fine del percorso l’amministrazione comunale possa presentare una riorganizzazione che tenga insieme le richieste pervenute e le esigenze di riorganizzazione. È una sfida faticosa, difficile, possibile, sempre che tutti i protagonisti continuino a investire sul terreno del confronto e non cerchino soluzioni perentorie e di mera contrapposizione».

L’Aula Verde A margine della conferenza stampa, Chiara Dottori ha ricordato anche che mercoledì si è svolto un incontro tra i genitori degli studenti dell’Aula Verde e gli assessori Stefano Bucari e Carla Riccardi. «I genitori si sono adoperati per trovare una soluzione adeguata, creando degli spazi, perché la scuola Benedetto Brin possa ospitare sia il corso Montessori che l’Aula Verde. L’assessore Bucari si è mostrato molto disponibile alla collaborazione, mentre da parte dell’assessore Riccardi è stato esclamato un forte ‘no’ perché secondo lei l’Aula Verde deve andare alla scuola XX Settembre. Troveremo mai un compromesso?».

Una petizione Alla conferenza stampa erano presenti anche i genitori della scuola Mazzini che nei giorni scorsi hanno lanciato una raccolta firme per richiedere il mantenimento delle cucine il loco. «Con la nostra petizione vogliamo sensibilizzare, non tanto i cittadini, quanto l’amministrazione comunale. Siamo consapevoli del fatto che mantenere le cucine il loco, senza escludere la concessione totale del servizio a una ditta esterna, non garantisce ne la qualità del cibo, ne la presenza di personale adeguatamente retribuito e non sfruttato». Quest’ultima cosa «coinciderebbe, inevitabilmente, non solo con la mancanza di rispetto dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, ma porterebbe anche a un servizio di refezione scadente. Siamo convinti dell’aspetto socio-educativo del momento del pasto e del fatto che la qualità del cibo sia indispensabile per il benessere psicofisico della persona, soprattutto nella fascia 0-6 anni».

Convegno Uil Intanto, il 10 marzo alle 16, presso la sede della Uil di Terni, è in programma un convegno dal titolo ‘Non toglieteci il cotto e mangiato’ organizzato, appunto, dalla Uil e che vedrà la partecipazione di Ilio Masci (Psicologo), Francesco Parroni (Pedagogista), Massimo Formica (Isde), Stefano Villamena (Docente diritto amministrativo) e Silvana Roseto (Segreteria nazionale Uil). Sono stati invitati i comitati dei genitori Cosec e Commissari mense.

La riflessione «Il ‘cotto e mangiato’ delle mense scolastiche comunali è un bene comunque da mantenere», spiegano dalla Uil. «È ora di dargli una chiusa con una politica, centrale e locale, che in nome dell’austerità taglia i servizi ai cittadini o li declassa, invece di intervenire eliminando privilegi e sprechi». Mangiare a scuola «non significa solo nutrimento, ma anche educazione. In particolare fare educazione alimentare senza la quale è più facile avere disfunzioni anche comportamentali e problemi nell’età adolescenziale ed adulta. Su questi temi vogliamo riflettere e acquisire maggiore consapevolezza, facendoci aiutare da esperti di grande autorevolezza».

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