Terni, parla Cicchini fra progetti e ‘pagelle’

Il consigliere della Lega, voce autorevole del mondo culturale ternano, dice la sua sull’attualità politica e amministrativa

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«Intanto vorrei chiarire che per quel che mi riguarda, e per il gruppo consiliare della Lega nel suo insieme, che è ‘granitico’, non sono previste ‘uscite’. La situazione interna non mi preoccupa proprio, quella ‘esterna’, invece, un po’… Chi va via dalla Lega lo fa per andare a casa, non per cambiare casacca. Cosa penso degli addii in Forza Italia? Che ci sia una regia occulta. In politica, oltre a chi tira la carretta, esistono persone che ottengono tutto perché ‘brigano’ senza aver mai fatto nulla nella vita, specialisti nel mettere zizzania. Ma con la Lega non ci riusciranno».

Parla il ‘prof’

Sgomberato a modo suo il campo da voci e illazioni – ma non dai problemi, che lì sono – si passa alle idee, ai bilanci e alle proposte di Paolo Cicchini, il ‘prof’ a lungo in predicato di diventare assessore alla cultura del Comune di Terni («ma io sto benissimo nel mio ruolo da ‘chioccia’ e questa amministrazione va che è un piacere») e che, in ragione del suo bagaglio culturale e da amministratore, qualcosa da dire ce l’ha.

«L’aria è cambiata»

«Mi piacere essere propositivo – spiega – e penso di avere le idee chiare e la propensione a parlare con tutti. Ci riesco perché il clima in consiglio, salvo alcuni casi, è di armonia. Fra le stesse opposizioni ci sono amici, più che avversari. Ma il primo attivismo – dice Cicchini – è quello della giunta che pur senza soldi, sta dando segnali importanti. In passato gli alberi venivano abbattuti e mai sostituiti, in alcuni casi le radici sono ancora lì. Oggi invece ci si preoccupa subito di restituire verde e decoro. Poi, la Telfer, un manufatto pericolosissimo che arte non era. Ma chi in questi giorni ha parlato d’arte, da dove spunta visto che a mostre, eventi e convegni io non l’ho mai incontrato?».

Progetti e ‘pagelle’

Passando ai progetti, quelli che cercherà di portare avanti da consigliere e per i quali viene quotidianamente contattato, Paolo Cicchini parte da alcuni presupposti: «Intanto bisogna stringere patti e alleanze con i comuni limitrofi. Per fare un esempio, San Pietro in Valle, dove è nata la grande pittura del rinnovamento di Cavallini ma con 100 anni di anticipo, non è solo di Ferentillo, ma della bassa Umbria. La Cascata delle Marmore, con la ‘Nera, bianca di acque sulfuree’ narrata dal poeta Publio Virgilio Marone, è un patrimonio inestimabile da mettere però a sistema con Carsulae e il suo teatro, dove 25 anni fa l’amministrazione Ciaurro mise le mani quando non c’erano neppure i cartelli. Ma anche il sistema carsico delle grotte di Cesi oppure Papigno che è un borgo stupendo, con una piazza che è al tempo stesso terrazza e salotto. E pure lì c’è chi può concedere il comodato d’uso di strutture per organizzare eventi e manifestazioni. C’è tanta carne al fuoco, insomma. E la giunta risponde: non avevo dubbi su Enrico Melasecche ma sto apprezzando, e molto, il lavoro condotto da Benedetta Salvati. E anche Valeria Alessandrini inizia a convincermi».

Poche risorse, servono idee

«In questo momento mi sto attivando per trovare risorse per il Briccialdi e il Museo delle Armi. Sul piano più generale, San Valentino va, secondo me, messo in rete con la stessa Cascata delle Marmore, seguendo quella tradizioni di matrimoni ‘benauguranti’ alle Cascate del Niagara. Ma si può anche aprire un dialogo con Vogue per creare l’immagine della sposa con l’abito più lungo d’Europa. Infine i giardini dell’amore: dobbiamo qualcosa al Giappone, a Kobe, valorizzando come hanno fatto loro San Valentino e la ‘maternità’ di Aurelio De Felice. Sogno un ‘parco dell’amore’ incentrato sull’arte e un concorso letterario internazionale – servono casa editrice e sponsor ma San Valentino è un motore fondamentale – incentrato sul romanzo d’amore, un po’ sul modello di ciò che viene fatto a San Giovanni Rotondo per Padre Pio. Di tutto ciò ne ho parlato anche con l’assessore Andrea Giuli, ne è felicissimo e i contrasti, semmai, sono con i soldi che non ci sono. Ma l’entusiasmo, e l’impegno politico, basteranno».

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