Terni, Rieti e turismo: «Potenziale enorme»

Presentati i contenuti dello studio ‘Terre del Velino e del Nera’: «Può rappresentare il futuro dei due territori»

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Uno studio di fattibilità dettagliato, che parte da lontano e che, secondo i promotori, dimostra che fra Terni e Rieti è possibile fare turismo di qualità, oltre il minimo ‘mordi e fuggi’. A una condizioni: che i privati credano davvero in questa opportunità e che le istituzioni continuino a dialogare quasi ogni giorno, per mettere in pratica un’idea ampiamente condivisa.

MACROREGIONE? «NON DIVIDERE TERNI E RIETI»

Promotori Questo il senso dello studio incentrato sulle ‘Terre del Velino e del Nera’, promosso dalla Provincia di Terni quando l’ente era guidato da Feliciano Polli, e condotto da Telos con Ecoter e Officina8. I contenuti sono stati presentati giovedì mattina nella sede della fondazione Carit, alla presenza dei sindaci delle due città, del coordinatore dello studio Giovanni Cafiero, del dirigente della Provincia di Terni Donatella Venti e del presidente della fondazione Carit, Mario Fornaci.

I Comuni Lo studio comprende i territori di 18 comuni: Terni, Narni, Stroncone, Arrone, Montefranco, Ferentillo, Polino, Rieti, Labro, Greccio, Colli sul Velino, Cittaducale, Morro, Cantalice, Poggio Bustone, Rivodutri, Castel Sant’Angelo e Contigliano. Non è escluso, viste l’interesse espresso da altre zone della Sabina, che il progetto possa anche ampliarsi.

Il metodo Nel 2014 ci si è concentrati sulle strategie di sviluppo turistico dell’area, mentre nel corso del 2015 sono state concluse le analisi di fattibilità ed è stato realizzato il progetto preliminare dell’itinerario regionale dei laghi, da Piediluco ai laghi Lungo e Ripasottile.

Il valore Dal ‘sistema delle acque’ – la cascata delle Marmore, i fiumi Nera e Velino, i laghi citati – ai percorsi francescani che giungono fino a Greccio, lo sport ‘open air’ con le possibilità offerte dalla Valnerina, dal monte Terminillo e dalle risorse naturali dell’area. Senza sottovalutare la posizione di vicinanza con il bacino metropolitano romano. Per i tecnici che hanno realizzato lo studio, le opportunità ci sono – soprattutto nel settore ‘turismo natura’ e fra chi è in cerca di vacanze, anche brevi, ma a contatto con un ambiente autentico – e vanno sostenute con azioni specifiche.

Le azioni L’adozione di carte di qualità per i servizi turistici associati al marchio ‘Terre del Velino e del Nera’, un ufficio turistico unico per i due territori, un nuovo piano integrato della fitta rete di sentieri che collegano l’area di Terni e quella di Rieti, la realizzazione in project financing di un nuovo ‘attrattore tematico’ turistico-sportivo nell’ex complesso industriale di Papigno. Tutte idee giudicate vincenti, a patto che si trovino le risorse per realizzarle.

Fondi Oltre all’intesa triennale per la promozione turistica siglata nel 2015 tra le Regioni Umbria e Lazio – quando ancora l’idea di una macroregione dell’Italia mediana non era ancora troppo in voga -, lo strumento principale per reperire risorse è rappresentato dal Fondo europeo di sviluppo regionale 2014-2020 e dai piani ad esso collegato. Altri fondi possono essere intercettati dai Piani di sviluppo rurale delle due regioni e, soprattutto, dalla volontà dei privati di credere in un progetto turistico nuovo.

Condizioni Nello studio si specifica che è importante partire entro il 2016 con l’attuazione di quanto contenuto nel’indagine, per dare continuità al percorso tracciato. Partendo dall’attuazione di una Carta di valorizzazione territoriale ‘Terre del Velino e del Nera’, dalla definizione di un accordo territoriale complessivo che funga da base per le successive azioni, l’adozione di Carte di qualità nelle strutture ricettive, l’individuazione dell’Ufficio di gestione della nuova destinazione turistica, la definizione di progetti da candidare a finanziamento e – soprattutto – compiere passi avanti nella realizzazione di un ‘parco tematico per lo sport’ a Papigno e attuare un ‘itinerario interregionale dei laghi’, con tanto di ascensore nella zona della cascata delle Marmore per facilitare il collegamento con Piediluco e il nuovo itinerario.

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