Terni, scarcerato il medico che ha ucciso la moglie: domiciliari in una Rsa ad Amelia

Lo ha deciso il gip Simona Tordelli. L’80enne Roberto Pacifici ha fatto fuoco per due volte, la notte di Natale, contro Emanuela Rompietti

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Il gip di Terni, Simona Tordelli, ha convalidato l’arresto di Roberto Pacifici, l’80enne di Amelia che la notte di Natale ha ucciso con due colpi di pistola la moglie Emanuela Rompietti, coetanea. Contestualmente il giudice ha scarcerato l’ex medico dell’ospedale di Narni, in pensione da anni, applicando nei suoi confronti gli arresti domiciliari presso una Rsa di Amelia, come chiesto – in alternativa ai domiciliari presso l’abitazione familiare di strada Sant’Angelo – dal suo legale difensore, l’avvocato Francesco Maria Orsini. Le decisioni fanno seguito all’udienza di convalida che si è tenuta lunedì mattina in tribunale, a Terni, in collegamento da remoto con il carcere di vocabolo Sabbione.

Confessione confermata

Nel corso della breve udienza di lunedì mattina, l’uomo ha ribadito la ricostruzione dei fatti già rappresentata al pm Barbara Mazzullo – che aveva chiesto la conferma della custodia in carcere -, quando nelle ore immediatamente successive il delitto era stato interrogato nella caserma dei carabinieri di Amelia. L’80enne ha confermato di aver fatto fuoco per due volte contro il petto della moglie distesa sul letto, usando la sua pistola regolarmente detenuta. Un gesto terribile, legato – ha nuovamente spiegato – alla situazione familiare pesantemente segnata dalla malattia – il morbo di Alzheimer – da cui la donna era affetta.

Dramma familiare

Una patologia manifestatasi in maniera tanto repentina quanto aggressiva, che nel giro di poco tempo aveva completamente trasformato Emanuela – ex insegnante stimata e conosciuta da tanti come una donna brillante e di grande valore – e con lei la vita dei suoi cari, in primis del marito Roberto, incensurato e anche lui apprezzato sul piano umano e professionale dopo una lunga carriera al servizio della sanità pubblica. In casa al momento dei fatti, avvenuti intorno alle ore 23.30 di venerdì sera, c’erano uno dei due figli della coppia, la sua fidanzata e la badante della famiglia Pacifici. Dopo la cena Roberto ha messo a letto la moglie, come tante altre volte, e poi ha preso in mano l’arma ponendo fine alla sua esistenza. È stato il figlio, una volta realizzato cosa fosse accaduto, a convincerlo a lasciare la pistola prima che potesse usarla anche contro sé stesso. Sul posto si sono portati i carabinieri della Compagnia di Amelia che in breve tempo hanno ricostruito un quadro tragicamente chiaro, arrestando l’uomo su ordine del pm Mazzullo. Dopo poco più di due giorni trascorsi in carcere, ora è arrivato il provvedimento del tribunale che applica una misura probabilmente più adatta all’età ed alle condizioni di salute del Pacifici, valutato anche il pericolo di reiterazione del reato, di fuga e quindi di inquinamento di un quadro probatorio già ampiamente cristallizzato. L’autopsia sulla salma di Emanuela Rompietti, un atto dovuto, confermerà solo quanto già noto.

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