Terni, sede ‘staminali’: nodi ancora intricati

Ater e Azienda ospedaliera hanno deciso di rivedersi entro il 15 maggio: restano da chiarire le rispettive posizioni

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La pace si può fare, ma c’è da lavorarci ancora. Tra l’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale (Ater) e l’Azienda ospedaliera di Terni – ma anche con il Comune e la Fondazione cellule staminali – il dialogo non si interrompe, ma il percorso è ancora accidentato.

La palazzina oggetto del contendere

La palazzina oggetto del contendere

Il caso Si parla dello stabile della ex Milizia, ristrutturato dalla stessa Ater – con cinque milioni propri e due della Regione – e che dal 2013 è in attesa di essere utilizzato dall’Azienda ospedaliera: era stato concordato anche un canone di locazione di circa 300 mila euro all’anno. Ma, anche se tutto questo era stato oggetto di una convenzione – della quale il Comune di Terni si era fatto garante – la cosa non si è poi concretizzata: l’Ater non ha mai visto un euro e la struttura è rimasta desolatamente vuota.

Angelo Vescovi

Angelo Vescovi

Le ‘staminali’ Quello stabile, peraltro, era stato immaginato come sede del centro di ricerca sulle cellule staminali, diretto dal professor Angelo Vescovi, ma le problematiche (di carattere burocratico e non solo) che si sono susseguite negli anni, non hanno agevolato la concretizzazione del progetto e – mentre la ricerca andava comunque avanti e con successo – di fatto la ex Milizia è rimasta inutilizzata.

La Fondazione A sostenere il progetto e la Fondazione costituita ad hoc (dall’Istituto superiore di sanità, dalla Diocesi di Terni, dalla Fondazione Carit, dalla Camera di commercio e dal Comune di Terni) c’è stata la convinzione della validità del lavoro che si stava facendo e che è stato confermato dalla validazione della così detta ‘fase uno’ della ricerca: «L’obiettivo della ‘fase uno’ – aveva spiegato il professor Vescovi – era verificare che le staminali utilizzate non producessero danni sui pazienti. Possiamo dire che su tutti i 18 i pazienti che hanno ricevuto il trapianto, i risultati di sicurezza sono stati ottimi ed i tempi di ricovero eccellenti». Vescovi, poi, aveva confermato per il 2016 l’avvio della ‘fase due’, per dimostrare l’efficacia del trattamento per la Sclerosi laterale amiotrofica (Sla).

Il presidente di Ater, Alessandro Almadori

Il presidente di Ater, Alessandro Almadori

I fondi Nel frattempo, infatti, il Cnr ha fatto sapere che i tre milioni di euro promessi sono a disposizione e l’attività di ricerca potrebbe finalmente rimettersi in marcia. Ora più che mai, quindi, sarebbe necessario un posto dove farla, quella ricerca. E la ex milizia di Terni è li che aspetta.

Il contenzioso Ma c’è da risolvere, prima, il contenzioso tra Ater e Azienda ospedaliera: nella giornata di venerdì c’è stato il tanto atteso incontro – preceduto da una serie di colloqui riservati – per cercare di trovare una soluzione pacifica ed evitare che Ater avvii quella procedura legale (legata ai canoni di locazione pregressi e non pagati) che complicherebbe ancora di più la pratica. Ma non tutto sarebbe filato liscio come si sperava.

Enrico Garaci

Enrico Garaci

Il rinvio Tanto che si è deciso di rivedersi tra un mesetto – entro il 15 maggio – ed utilizzare questo tempo per chiarire le rispettive posizioni. Perché di questioni da appianare e di posizioni da conciliare ce ne sarebbero ancora. Il professor Alessandro Sanguinetti, vice presidente della Fondazione cellule staminali, raggiunto telefonicamente da umbriaOn, non è infatti apparso particolarmente soddisfatto degli esiti dell’incontro ed ha preferito passare la mano al presidente, il professor Enrico Garaci, che a sua volta non ha voluto scendere troppo nei particolari: «So che c’è stato questo incontro – ha spiegato – ma io non ero presente. La settimana scorsa ci eravamo lasciati con grandi speranze, ma credo che sia necessario fare degli ulteriori approfondimenti». Lui, però, garantisce che «la volontà della Fondazione è di proseguire nel lavoro di ricerca a Terni e sono fiducioso che si possa raggiungere un accordo soddisfacente per tutti».

Le ipotesi Però questo mese di tempo che le parti si sono date dovrà essere sfruttato al meglio: una delle possibilità che sono emerse è anche quella di un possibile acquisto dello stabile, con la formula del leasing, da parte dell’Azienda ospedaliera, ma si tratta di una procedura che potrebbe richiedere dei tempi tecnici piuttosto lunghi. E chi spera di appropriarsi del lavoro del professor Vescovi potrebbe approfittarne.

 

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