Terni: si avventa sulla vicepreside, giù botte. Genitore condannato

L’uomo era accusato di minacce, lesioni e violenza privata. I fatti avvenuti fra Guardea e Montecchio risalgono al 9 gennaio 2022

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Un anno di reclusione con la sospensione della pena e non menzione, oltre alla revoca della misura in essere, ovvero il divieto di avvicinamento alla persona offesa. Questa la sentenza emessa giovedì sera dal tribunale di Terni in composizione monocratica – giudice Francesco Maria Vincenzoni – nei confronti del 56enne originario di Roma (M.L. le sue iniziali) e residente a Tenaglie (Montecchio) accusato di aver aggredito, la mattina del 9 gennaio dello scorso anno, la vice preside dell’istituto di Guardea frequentato dal figlio.

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La ricostruzione

La donna, 48 anni, stava facendo jogging lungo la strada che da Guardea conduce a Tenaglie quando era stata avvicinata da un uomo che, oltre a minacciarla, le aveva strappato di mano e gettato via il telefono per impedirle di chiedere aiuto. Poi l’aveva spinta in una siepe e aggredita con calci e pugni, afferrandola anche per il collo. Il soggetto si era poi allontanato e la 48enne era riuscita a chiedere aiuto ad alcuni passanti.

L’arresto

Le indagini dei carabinieri del comando stazione di Montecchio, afferenti alla Compagnia di Amelia, avevano portato all’arresto del 56enne a poco più di due settimane dai fatti che, secondo gli inquirenti, erano collegati al rancore covato dal genitore nei confronti della vice preside per questioni attinenti la gestione e il percorso educativo del figlio in ambito scolastico.

Il processo

Giovedì in aula l’accusa ha chiesto una condanna ad un anno e due mesi per i reati di lesioni personali, minacce aggravate e violenza privata. Una lettura condivisa dal tribunale che, nell’emettere la sentenza, ha riscontrato la prevalenza delle attenuanti generiche sulle aggravanti contestate. Alla pena di un anno di reclusione si è aggiunta una provvisionale di 5 mila euro che il 56enne dovrà liquidare all’insegnante aggredita – parte civile nel processo attraverso l’avvocato Guido Turreni -, con il risarcimento complessivo che dovrà essere stabilito dal tribunale civile.

L’avvocato della vittima

«Ringrazio il tribunale e la procura di Terni – afferma l’avvocato Turreni – che sono riusciti in poco più di un anno a svolgere le indagini e a celebrare il processo di primo grado, dando una risposta giudiziaria in tempi molto rapidi. Ora attendiamo il deposito delle motivazioni per capire perché la pena comminata sia così mite, a fronte di un fatto grave commesso a danni di una povera donna indifesa, aggredita per strada».

L’avvocato dell’imputato

Opposto il parere del legale difensore del 57enne, l’avvocato Giancarlo Laganà: «La sentenza ci lascia insoddisfatti perché puntavamo all’assoluzione. In base alle motivazioni, decideremo se ricorrere in appello, anche se l’ipotesi è più che probabile. Già leggendo il dispositivo della sentenza, comunque, si può capire come il fatto sia stato ampiamente ridimensionato nella sua gravità iniziale. Lo stesso giudice non è riuscito ad accertare il danno, quantificato dalla parte offesa in diverse migliaia di euro, rimettendo la decisione al tribunale civile. La lettura data è quella di un episodio accidentale e singolo nella vita dell’imputato».


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