Guardea: aggressione alla vice preside. Arrestato un 55enne

Stefania Turreni era stata minacciata e picchiata la mattina del 9 gennaio mentre faceva jogging. Applicati gli arresti domiciliari

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L’arresto è scattato mercoledì mattina a Tenaglie, frazione di Montecchio (Terni), da parte dei carabinieri della Compagnia di Amelia. A finire ai domiciliari è stato il 55enne M.L., originario di Roma, accusato lesioni personali aggravate, minacce e violenza privata nei confronti della 47enne Stefania Turreni, vice preside dell’istituto di Guardea e assessore comunale nella giunta guidata dal sindaco Giampiero Lattanzi. I fatti risalgono allo scorso 9 gennaio.

Guardea, insegnante aggredita brutalmente mentre fa jogging: si indaga a tappeto

I fatti

Era domenica mattina e Stefania Turreni stava facendo jogging lungo la strada che da Guardea conduce a Tenaglie, quando un soggetto l’aveva avvicinata, minacciata di morte, insultata e quindi aggredita. Dopo averle strappato di mano e gettato via il telefono cellulare con cui la donna stava per chiedere aiuto, l’uomo l’aveva spintonata in mezzo ad una siepe e poi colpita con calci e pugni e afferrata al collo. Terrorizzata e ferita, mentre il soggetto si allontanava dalla scena, la donna era riuscita a fuggire e i primi soccorsi erano stati di alcuni passanti che avevano allertato il 118 e le forze dell’ordine.

Le indagini

Le indagini dei carabinieri, dopo alcuni giorni, sono giunte a cristalizzare quegli elementi che, su richiesta della procura di Terni, hanno portato all’arresto del 55enne, incensurato ed ora ristretto ai domiciliari nella sua casa di Tenaglie. La vicenda è da ricollegare a questioni relative all’ambiente lavorativo, ovvero scolastico, dove Stefania Turreni opera come vice dirigente dell’istituto comprensivo di Guardea. Dissapori sfociati nella brutale aggressione ‘a freddo’ e quindi nell’arresto a cui faranno seguito gli ulteriori passi giudiziari del caso.

La procura

Di seguito la nota diffusa dalla procura della Repubblica di Terni sulla vicenda: «La notizia relativa all’aggressione subita il 9 gennaio scorso da un’insegnate in servizio presso il plesso scolastico della scuola primaria di Guardea, in pieno giorno nel comune di Montecchio (era domenica), ha occupato le prime pagine dei giornali locali e regionali destando stupore, misto a preoccupazione. Persona non meglio identificata, approfittando della giornata festiva, dopo aver intercettato l’insegnante in un luogo deserto, confidando nelle sue ridotte capacità di resistenza, la afferrava per i capelli per poi scaraventarla in un dirupo, iniziando a percuoterla con calci e pugni tentando anche di strangolarla. Accompagnava il tutto con insulti e minacce di morte, anche all’indirizzo del figlio. La privava, altresì, del telefono cellulare per impedirle di chiedere aiuto e accompagnava tutta la sua ferocia e violenza affermando più volte che ‘tanto non l’avrebbe denunciato perché diversamente l’avrebbe ammazzata’ e ‘che tanto non me puoi denuncià perché non ci ha visto nessuno’. Il quadro cautelare provvisorio che è emerso, a seguito delle indagini svolte dalla stazione carabinieri di Montecchio coordinate dalla procura di Terni, è allarmante e di eccezionale gravità: gli esiti delle prime attività investigative hanno confermato l’aggressione in pieno giorno in danno di un’insegnate a causa ed in ragione delle funzioni svolte anche di vice preside di una scuola elementare. Fatto e movente giustificano le ragioni di interesse pubblico per la diffusione della notizia relativa alla richiesta e conseguente accoglimento della misura cautelare massima applicabile per legge per questa tipologia dei reati: l’applicazione nei confronti del presunto autore dei reati della misura cautelare degli arresti domiciliari. La gravità indiziaria raggiunta dal compendio probatorio raccolto nell’immediatezza ha varcato la soglia per l’applicazione della custodia domestica: denuncia dettagliata della parte offesa e sommarie informazioni attendibili, confermate da documentazione sanitaria pubblica e da altre dichiarazioni rese da persone informate dei fatti. Alla luce della letteratura criminale cui stiamo assistendo negli ultimi tempi, avente quale protagonista l’intollerabile e maleodorante violenza di genere specie in ambiente domestico in danno delle donne, l’ufficio requirente di Terni avverte la necessità di tranquillizzare le donne di Terni e provincia potendo affermare, tenuto conto dell’articolata lettura degli atti compiuta, che la vicenda di cui in narrativa, oltre ad essere maturata in un contesto del tutto eccezionale e lontano dal mondo del cosiddetto ‘codice rosso’, consente di ribadire che nel nostro circondario non ricorrono, neanche come ipotesi di lavoro, le condizioni per poter prospettare che il fatto sia da ritenere ascrivibile ad un delinquente seriale, potendo invece, affermare che si è trattato di un fatto sufficientemente perimetrato ed investigato. Rimane l’assoluta gravità del gesto tenuto conto soprattutto del movente: il maschio vendicatore che risolve con metodi primitivi una questione che già si trovava già nelle mani dello Stato, affidata a personale competente e che, anziché ricevere gratitudine per la presa in carico del problema, si è vista umiliata e danneggiata con grave pericolo alla propria salute. La risposta dello Stato non si è fatta attendere (poco più di due settimane dal fatto). Lo stato del procedimento penale in corso rilascia, comunque, sullo sfondo un soggetto attinto da sola gravità indiziaria, custodito in casa, in attesa di sviluppare pienamente il suo diritto di difesa, impregiudicata la sua innocenza sino a sentenza definitiva di condanna».

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