Terni, terra inquinata: stop a Cipiccia e Csc

Le due aziende devono sospendere le coltivazioni sulle aree che attualmente utilizzano: lo ha disposto il sindaco

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La questione era stata sollevata, con clamore, dai consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle, che avevano chiesto misure stringenti per impedire che si continuassero a coltivare i terreni inquinati. E adesso arriva una nuova ordinanza del sindaco.

La storia La premessa è lunghetta: si ricorda che «con delibera di consiglio regionale del 5 maggio 2005 è stato approvato il Piano regionale per la bonifica dei siti inquinati aggiornando lo stesso piano precedentemente approvato con delibera di consiglio comunale del 13 luglio 2004»; si sottolinea che nel piano «è riportato l’elenco dei siti a forte presunzione di contaminazione per i quali non è stato ancora accertato il superamento dei valori limiti di concentrazione delle sostanze inquinanti nelle matrici acque sotterrane e terreno»; e si riporta l’elenco dei siti inquestione.

I divieti Poi il sindaco ricorda che «relativamente al sito TR 017 (Area Asm), di proprietà pubblica, è stata effettuato il piano d’indagine così come proposto nel piano delle indagini preliminari redatto da Arpa Umbria congiuntamente al Comune ed è stata rilevata la presenza di alcuni contaminati (Ferro, Manganese e Benzene) oltre ai limiti di concentrazione previsti dalla legge nella matrice acque sotterranee. Conseguentemente, è stato disposto il divieto di captazione ed emungimento di acque sotterranee per finalità irrigue e il vincolo di inedificabilità assoluta fino alla conclusione della procedura in atto»; mentre  «relativamente al sito TR012 (Ex discarica Polymer) sono in corso di elaborazione i dati risultanti dai campionamenti effettuati sulle acque, sui terreni e sui rifiuti ma, in relazione ad alcuni rapporti di prova relativi ai test di cessione di alcuni campioni di rifiuto prelevati e in attuazione del principio di precauzione, è stato disposto il divieto di utilizzare detti terreni per scopo agricolo e il vincolo di inedificabilità assoluta fino alla conclusione della procedura in atto».

Cipiccia In merito ai siti TR009 e TR010 (Vocabolo Fiori 1 e 2), dice il sindaco di Terni, «sono in corso le operazioni di indagini preliminari connesse alla pianificazione di secondo livello in corso di istruttoria. In tale area non risultano presenti attività agricole; mentre per ciò che attiene ai siti TR 013 e TR015 (Ex discarica di Maratta 1 e 2), sono stati invitati i proprietari delle aree ricadenti nella perimetrazione, per aver contezza dell’effettiva conoscenza del provvedimento regionale sopra indicato (che, ad ogni buon conto è stato loro notificato) e sono state richieste notizie in merito all’effettiva utilizzazione dei siti. A seguito delle riunioni effettuate presso la Direzione Edilizia Privata – Suape – Ambiente in data 30 Ottobre 2015 e in data 30 Novembre 2015 si è appreso dai proprietari che sui terreni interessati si svolgono attività agricole in parte volte alla coltivazione di prodotti alimentari (orti) ed in parte alla produzione di alimenti per animali. La società Cipiccia, proprietaria del più vasto appezzamento ricompreso nella perimetrazione del sito ex discarica Maratta 2, nella riunione del 30 Novembre 2015 si è riservata di effettuare degli accertamenti sui prodotti agricoli provenienti da tali terreni, ma a tutt’oggi non ha prodotto alcuna documentazione utile a superare le criticità rilevate nel piano regionale di cui sopra».

Csc Relativamente al sito TR014 (ex cava Sabbione), prosegue Di Girolamo, «sono stati invitati i proprietari delle aree ricadenti nella perimetrazione per aver contezza dell’effettiva conoscenza del provvedimento regionale sopra indicato (che, ad ogni buon conto è stato loro notificato) e sono state richieste notizie in merito all’effettiva utilizzazione dei siti. Anche in questo caso, a seguito delle riunioni effettuate presso la Direzione Edilizia Privata – Suape – Ambiente in data 26/11/2015 si è appreso dai proprietari che sui terreni interessati si svolgono attività agricole in parte volte alla coltivazione di prodotti alimentari (orti) ed in parte alla produzione di alimenti per animali. La società Csc, proprietaria del più vasto appezzamento ricompreso nella perimetrazione, nella medesima riunione riunione si è riservata di ricercare la documentazione in possesso relativamente a tali terreni, ma a tutt’oggi non ha prodotto alcuna documentazione utile a superare le criticità rilevate nel piano regionale di cui sopra».

«Stop alle colture» Insomma, alla fine della storia, il sindaco ha stabilito che «in assenza degli interventi prescritti nel piano regionale per la bonifica dei siti inquinati, si reputa assolutamente sconsigliata la prosecuzione delle attività agricole funzionali alla produzione di alimenti umani o per animali» e che «è necessaria, da parte dei proprietari la messa in sicurezza dei siti stessi». E quindi ha ordinato a Cipiccia e Csc «di non procedere alla coltivazione di prodotti destinati all’alimentazione umana o animale; di non emungere acqua dal sottosuolo né ai fini idropotabili né per l’irrigazione di colture destinate all’alimentazione umana o animale. I suddetti divieti avranno vigenza fino alla conclusione delle operazioni prescritte dal piano sopra indicato».

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