Trasfusione mortale, maxi risarcimento

Terni, nel 2010 un paziente morì dopo un’iniezione di sangue infetto. Ora il Tar intima al ministero di liquidare i familiari

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La trasfusione di sangue infetto, avvenuta all’ospedale di Terni, risale al 1981. Ventinove anni di convivenza con l’epatite cronica HCV, poi la morte avvenuta nell’agosto 2010, a causa di un aggravamento della malattia. Ora il Tar dell’Umbria – a cui si sono rivolti i familiari della vittima – ha ordinato al ministero della Salute di pagare, materialmente, per quell’errore, così come la giustizia civile ha già stabilito.

Il procedimento civile

La Corte d’Appello di Perugia, con una sentenza definitiva che risale al 2016, aveva infatti condannato il ministero a corrispondere un risarcimento complessivo di oltre 820 mila euro nei confronti della moglie (290 mila euro circa), del figlio (274 mila) e della figlia (258 mila euro) del paziente. Risarcimento rispetto al quale lo stesso ministero si è però rilevato praticamente inadempiente, salvo aver provveduto alla liquidazione di poco più di 95 mila euro e poi di altri 77 mila circa (in questo caso tramite l’Usl Umbria 2). Dei restanti 650 mila euro, però, la famiglia del defunto non ha visto nulla.

Ministero costretto a pagare

Con una sentenza pubblicata venerdì, il tribunale amministrativo è quindi andato incontro alle richieste dei familiari – che avevano fatto ricorso, tramite gli avvocati Valentino Viali e Teresa Scoppa, chiedendo l’ottemperanza del provvedimento della Corte d’Appello – ordinando al ministero di provvedere entro il termine perentorio di 60 giorni dalla notifica o dalla comunicazione in via amministrativa della decisione, al pagamento della restante parte delle somme dovute a favore della parte ricorrente. In caso di persiste inadempienza è stato anche nominato un commissario ‘ad acta’ che dovrà provvedere all’integrale esecuzione della sentenza, entro l’ulteriore termine di 30 giorni. Con la speranza che, dopo la decisione del Tar, i parenti della vittima possano finalmente avere quanto spetta loro.

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