Acea, parco didattico vicino inceneritore

Terni: continua l’iter autorizzativo per estendere i rifiuti da bruciare. Cronoprogramma e nuovi progetti: «Inquinamento contenuto»

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di F.L.

L’iter istruttorio ha i suoi tempi tecnici e burocratici, ma lentamente – e con discrezione – sta proseguendo. Ora, sulla base degli ultimi aggiornamenti, «ci sono modifiche significative», secondo quanto spiegano dalla Regione, agli elaborati progettuali presentati da Acea nell’ambito della contestata (dalle associazioni ambientaliste) richiesta di Via per l’inceneritore di Maratta, a Terni, dove l’azienda vuole estendere le tipologie di rifiuti da bruciare. Nel merito l’istanza non cambia – l’obiettivo, alla fine dell’iter autorizzativo, è mandare ad incenerimento rifiuti speciali per un totale di 30 mila tonnellate annue, derivanti dal trattamento meccanico dei rifiuti stessi, principalmente costituiti da scarti provenienti dalla raccolta differenziata -, ma Acea ha prodotto una serie di integrazioni tecniche sulla scorta delle osservazioni e delle richieste giunte dai diversi enti coinvolti, in particolare Comune, Arpa e Usl Umbria 2, dopo la prima conferenza dei servizi del marzo scorso.

IL ‘NO’ DEL COMUNE A MARZO: «ACEA RITIRI L’ISTANZA»

«Contenuto inquinante non preponderante a Maratta»

Le integrazioni riguardano nello specifico una nuova relazione previsionale sull’impatto acustico, lo studio della diffusione degli inquinanti in atmosfera, un progetto dei percorsi e della viabilità dei mezzi di trasporto di alcuni tipologie di rifiuti, un approfondimento relativo alla componente vegetazione. E, ancora, una descrizione delle misure relative al contenimento dei possibili disagi legati allo stazionamento dei mezzi in attesa dello scarico, un cronoprogramma dei lavori, la descrizione delle misure per limitare eventuali disagi e le interferenze nel corso delle fasi di cantieri e, infine, una descrizione degli interventi di sistemazione delle aree a verde all’interno dell’impianto. Nelle integrazioni apportate da Acea allo studio della diffusione degli inquinanti in atmosfera, il tema finito maggiormente nel mirino dei critici, viene sottolineato che «il contributo in fase di esercizio del termovalorizzatore alle concentrazioni degli inquinanti analizzati nelle postazioni di monitoraggio del Comune di Terni della qualità dell’aria, risulta statisticamente molto contenuto/irrilevante, peraltro non risultante preponderante neanche nell’ambito industriale della zona di Maratta».

ACEA, C’È ANCHE RISTRUTTURAZIONE DI IMMOBILE IN VIA CORRADI: DOCUMENTO

Tredici camion al giorno in entrata

Quanto alla diffusione di diossina nell’area, si legge in un’altra delle integrazioni, i nuovi rifiuti che saranno portati a combustione sono caratterizzati «da un minor contenuto di cloro rispetto al pulper, conseguentemente i fumi di combustione destinati al successivo trattamento di depurazione avranno un minor carico inquinante». L’azienda rassicura anche sull’impatto odorigeno e su quello acustico: in relazione a quest’ultimo, si legge in una delle relazioni depositate, «si può affermare che l’intervento in progetto risulta compatibile con i limiti normativi e non determina incrementi del clima acustico attuale che possano portare a situazioni di criticità nella zona». Attualmente l’impianto riceve un massimo di 120.000 tonnellate all’anno di scarti di pulper, per un totale di circa 3.800 camion all’anno, che corrispondono a circa 13 mezzi al giorno, ad esclusione delle festività (domeniche e feste comandate). Un numero questo che non subirà modifiche, a differenza della distribuzione settimanale, con un leggero incremento durante i giorni infrasettimanali e una riduzione al sabato.

ECCO COSA VUOLE BRUCIARE ACEA

L’ingegnere Giovanni Vivarelli

Si comincia a bruciare a febbraio 2021

Con il deposito delle integrazioni e la pubblicazione, il 6 agosto, del nuovo avviso al pubblico delle modifiche agli elaborati si sono riaperti i termini – 60 giorni – entro i quali possono essere presentate ulteriori osservazioni dai soggetti competenti. Probabile che la nuova conferenza dei servizi si terrà non prima della fine di ottobre, intanto l’azienda ha pubblicato il proprio cronoprogramma dei lavori: si punta a dare il via al cantiere a gennaio 2020, l’intera opera dovrebbe concludersi a febbraio 2021. La società stima infatti 427 giorni per completare gli adeguamenti impiantistici necessari al nuovo incenerimento, 300 per l’adeguamento della viabilità esterna, 390 per la realizzazione di nuovi parcheggi, la modifica della zona di ingresso, con la realizzazione di un’area verde, e la realizzazione di un parco alberato, con la piantumazione di nuove essenze arboree autoctone, nell’area limitrofa al parco combustibile per valorizzare il sito «sotto l’aspetto sia estetico che ambientale».

L’ISTRUTTORIA

L’idea del parco didattico

È infatti prevista la realizzazione di un percorso didattico per i visitatori con «cartelli illustrativi su supporto metallico nel quale viene descritto il ciclo virtuoso dei rifiuti, il ciclo produttivo dell’impianto, il ciclo dell’acqua in relazione al vicino fiume Nera». Sarà realizzato anche «uno spazio per la sosta con arredo urbano con panchine in pietra, pali per illuminazione a led e cestini rifiuti; la piantumazione di essenze arboree ad integrazione di quelle già presenti e di arbusti ornamentali, al fine di creare uno spazio piacevole e ricco sotto il profilo vegetazionale; la realizzazione di un cancello carrabile di accesso su via Luigi Corradi e di un cancello pedonale sulla recinzione interna in collegamento con il marciapiede esistente». Funzione e fruibilità del parco saranno oggetto di valutazione con il Comune. Proprio quest’ultimo, tramite il sindaco Leonardo Latini e l’assessore all’ambiente Salvati, in passato aveva espresso netta contrariertà all’istanza di Acea. Se le integrazioni saranno sufficienti a fugare tutti i dubbi si vedrà.

Comitato No Inc

Venerdì mattina sul tema torna a farsi sentire il comitato di Fabio Neri: «L’iter autorizzativo del procedimento che dovrà consentire, o impedire, ad Acea di bruciare una quota di rifiuti urbani va avanti. Le nuove integrazioni non sono altro che un aggiustamento progressivo che consente a tutte le istituzioni coinvolte di poter dire che “meglio di così non si poteva fare, nulla di più si poteva ottenere,abbiamo ulteriormente abbassato i limiti etc”. Così è stato anche per l’autorizzazione ottenuta dall’altro inceneritore, Terni Biomassa. E’ inutile cercare altra ratio. Ma non esiste una normativa che blocca per sua natura la decisione politica. In passato la Provincia di Terni si oppose chiaramente al progetto di sperimentazione Asm-Printer, e difatti non venne autorizzato nessuno spostamento di rifiuti dall’inceneritore dell’azienda pubblica verso quello del gruppo Tecnofin. In realtà era solo per favorire lo spostamento verso Acea, ma questa è ormai storia locale. Allora è opportuno che a questa autorizzazione si arrivi con una Giunta politica con pieni poteri. La nuova giunta potrà prendersi il tempo necessario, richiedere ulteriori chiarimenti e modifiche, ma soprattutto decidere se consentire ad una azienda di andare palesemente contro la programmazione regionale in materia di rifiuti. Con la stessa frazione di rifiuti richiesta da Acea infatti, la Regione ha previsto di produrre combustibile solido secondario (CSS) da mandare fuori regione (Scelta da noi e da molti altri non condivisa perché rappresenta di fatto un limite al ribasso alla raccolta differenziata). E in ultimo un elemento ma di non poco conto. Acea nella documentazione riporta come bacino di rifornimento dei rifiuti il territorio circostante. Quale? Terni/Umbria? Oppure il nord del Lazio? Perché il sindaco Latini non richiede documentazione ad Acea attestante dei preaccordi con società che come la nostra Asm trattano i rifiuti e relativi costi di smaltimento? Già oggi l’impianto riceve milioni di euro di incentivi pubblici per l’energia prodotta dalla combustione del pulper, la scelta quindi di richiedere la frazione residua dei rifiuti urbani ha una sua strategicità economica e anche molto politica: diventare il nodo di incenerimento umbro e dell’alto Lazio, condizionare così la programmazione regionale, e garantirsi altri venti anni di funzionamento e il doppio guadagno: uno dal conferimento pagato dalla nostra Tari – conclude – e uno dagli incentivi tramite bolletta elettrica come già oggi. Non male vero?».

Francesco Filipponi

Il Pd: «No ad istanza Acea»

Si espone anche il capogruppo del Pd in consiglio, Francesco Filipponi: «In merito agli elaborati- spiega – progettuali presentati da Acea nell’ambito della richiesta di Via per l’inceneritore di Maratta, dove l’azienda vuole estendere le tipologie di rifiuti da bruciare addirittura per un totale di 30 mila tonnellate annue derivanti dal trattamento meccanico dei rifiuti da scarti della differenziata. L’intero gruppo del Partito Democratico sostiene la propria contrarietà al provvedimento, il quale è in contrasto palese con la programmazione regionale in materia. Inoltre intendiamo chiedere chiarimenti immediati rispetto a quanto dichiarato da Acea nella documentazione per l’approvvigionamento da un bacino di rifornimento dei rifiuti relativo al territorio circostante. Occorre quindi capire se esistono accordi con soggetti che trattano i rifiuti per capire costi e risvolti. Ricordiamo che già oggi sono previsti incentivi pubblici per l’energia prodotta dalla combustione del pulper. La richiesta di Acea rispetto alla frazione residua dei rifiuti urbani può avere come obiettivo quello di diventare polo di incenerimento di riferimento umbro laziale, andando ad ipotecare future decisioni strategiche. Pertanto chiediamo con forza a chi si candida alla guida della Regione di tenere a mente queste riflessioni nel prendere la decisione più saggia per la tutela della nostra città. Noi presenteremo in sede consigliare un nostro atto con motivazioni forti al fine di evidenziare tutte le criticità di questo iter teso ad estendere le tipologie di rifiuti da bruciare per 30 mila tonnellate annue. Chiediamo altresì al fronte ambientalista, che in passatto si è attivato per vicende molto meno allarmanti, sempre riguardanti l’inceneritore, di far sentire la proprio voce. Chiediamo all’attuale maggioranza e al movimento Cinque Stelle di far sentire la propria opinione, nella speranza che il silenzio registrato sia dovuto alle ferie estive e non alla volontà di non disturbare la potente municipalizzata della città di Roma».

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