Doppio vertice, nel pomeriggio di lunedì, alla Regione Umbria per fare il punto della situazione dopo il terremoto del 24 agosto scorso. La presidente Catiuscia Marini incontrerà alle 15 i parlamentari umbri e alle 17 le organizzazioni sindacali.
Coldiretti «Sono 3.300 i posti di lavoro a rischio nelle campagne nei territori dei 17 Comuni che hanno subito danni strutturali gravi per il terremoto». L’allarme è lanciato dalla Condiretti, che ricorda che in quelle aree c’è «un’elevata densità di aziende agricole, sono oltre 7 ogni 100 abitanti, rispetto alla media nazionale di 2,7%».
I numeri Le aziende agricole censite nell’area del cratere, precisa la Coldiretti «sono 1.894, di cui quasi il 35% (pari a 658 aziende) presenti nei territori perugini dell’Umbria, seguiti dalle Marche (582), dall’ Abruzzo con 372 e dal Lazio con 282 aziende nel Reatino delle quali 181 ad Amatrice. La maggior parte sono di tipo familiare condotte direttamente dal coltivatore (91,9%) e sono strutturate in forme giuridiche prevalentemente individuali (88,2%) L’agriturismo tocca quota del 25% ed è particolarmente presente nei comuni dell’Umbria (33%), soprattutto a Norcia (50%) e a Preci (75%) mentre nelle Marche le quote principali sono a Montefortino (45,5%), Montegallo (50%) e Montemonaco (85,7%)».
Il commento Il terremoto, commenta il presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo, «ha colpito un territorio a prevalente economia agricola con una significativa presenza di allevamenti di pecore e bovini che occorre ora sostenere concretamente per non rassegnarsi all’abbandono e allo spopolamento. La ricostruzione vada di pari passo con la ripresa dell’economia che in queste zone significa soprattutto cibo e turismo».