Terremoto, a Norcia nel ricordo di Alessia

All’inaugurazione della scuola materna anche i berretti gialli dell’associazione intitolata alla giovane scomparsa nel 2004 e che dell’amore per i bambini aveva fatto una scelta di vita

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di L.P.

Tra le macerie, polverose, di una Norcia che con l’accensione delle luci di Natale riapre un pezzo del suo centro storico si sono incrociate, nei giorni scorsi, storie di solidarietà e grande umanità.

L'inaugurazione dell'asilo

L’inaugurazione dell’asilo

La scuola Assieme alla riapertura di corso Sertorio, nel giorno più importante per Norcia dopo quasi quattro mesi dal primo terremoto è stato inaugurato anche l’asilo nido in legno costruito da Rubner Haus e donato dalla Onlus Mission Bambini. La prima opera pubblica definitiva completata, garantita antisismica, e consegnata addirittura in anticipo. «Per Norcia oggi è una giornata davvero molto bella e importante: l’inaugurazione della nuova scuola dell’infanzia e la parziale riapertura del centro storico del capoluogo rappresentano due segnali concreti di un graduale ritorno alla normalità» aveva detto la presidente della Regione Catiuscia Marini durante la cerimonia.

I volontari nella cucina donata dall'associazione

I volontari nella cucina donata dall’associazione

Berretti gialli Ma al taglio del nastro c’erano anche tante sciarpe e berretti gialli. Quelli indossati dai volontari della onlus Casa Alessia che, da Novara, hanno viaggiato tutta la notte per non perdersi l’inaugurazione. «Siamo partiti alle undici di sera, abbiamo viaggiato tutta la notte per poter partecipare oggi a questo importante traguardo per una città ferita come Norcia» spiega Diego Fiorani dell’associazione. Anche loro hanno contribuito alla realizzazione dell’asilo e, in particolare, hanno donato la cucina attrezzata ospitata all’interno dei cinque moduli della struttura. Dagli elettrodomestici fino alle pentole, padelle e stoviglie ora i bambini di Norcia potranno fare di nuovo pranzo a scuola.

La cucina donata all'asilo

La cucina donata all’asilo

Casa Alessia Molto attiva in progetti in tutto il mondo Casa Alessia, negli anni, ha realizzato progetti in Ecuador, India, Burundi, Nepal, Romania e Albania. «Il nostro spirito – prosegue Diego – è quello di partecipare a progetti concreti rivolti ai bambini, dove si può intervenire e realizzare in breve tempo un qualcosa di utile per la comunità. E c’è sempre un controllo delle risorse finanziarie investite e della fattibilità del progetto». In meno di qualche mese Casa Alessia ha raccolto più di 70 mila euro in donazioni che sono state investite per comprare la cucina attrezzata inaugurata giovedì scorso. E da Novara sono anche arrivati molti doni di Natale per i piccoli abitanti del paese colpito dal sisma. «E’ stata una bellissima esperienza – raccontano i volontari in procinto di ripartire per Novara – abbiamo portato il giallo della nostra associazione in aiuto dei tanti bambini di Norcia assieme ad alcuni doni per far celebrare il Natale anche a chi non ha più una casa». Molto attivi e conosciuti nella realtà piemontese, i volontari sono impegnati in progetti, in Italia e all’estero, per aiutare i più piccoli, proprio come avrebbe voluto Alessia Mairati, a cui l’associazione è intitolata.

Alessia Mairati

Alessia Mairati

La storia di Alessia A sedici anni, grazie a una borsa di studio finanziata dalla Barilla, la giovane Alessia era andata a studiare in Ecuador, a Quito. E’ il 2004 e la giovane, via mail, racconta ai genitori le sue impressioni, i suoi progetti per il futuro. «Voglio studiare qualcosa che mi permetta di aiutare questi paesi del terzo mondo – scriveva –  E’ un progetto che ho in testa, non è un castello fatto con le carte da gioco, è qualcosa di concreto, qualcosa che voglio fare seriamente». Qualche mese dopo Alessia viene ricoverata per uno shock anafilattico, va in coma. E i suoi genitori decidono di partire immediatamente per Quito. Quando Alessia si riprende il papà torna in Italia per primo, in attesa che, una settimana dopo lo raggiungano moglie e figlia con un volo in un aereo ambulanza. «Alessia stava meglio – raccontano oggi i volontari – quindi poteva essere trasportata in Italia. Dopo uno scalo tecnico a Panama, però, l’areo su cui viaggiava insieme alla mamma, due medici e due piloti, in fase di decollo si schianta contro un hangar e muoiono tutti. Qualche mese dopo, con i colori e le parole che Alessia ha lasciato come suo testamento nelle tante mail che inviava alla sua famiglia è nata questa associazione».

Davanti alla scuola materna

Davanti alla scuola materna

Il suo amore per i bambini Anziché fare la turista o andare in discoteca come tante sue coetanee, Alessia visitava gli orfanotrofi ecuadoregni e così scriveva alla famiglia: «Oggi sono andata in un orfanotrofio femminile. Da quando sono uscita di lì mi sento piena d’amore, di affetto, come se queste bimbe mi avessero ricaricato le pile e ugualmente depressa. Sono piccolissime ma sicuramente più grandi di me. Hanno veri sentimenti, provano amore per qualsiasi cosa… sono fuori da quel posto ma il mio cuore è rimasto lì. Vivo in una realtà difficile… è la triste realtà del paese che sempre più mi sta rubando il cuore. Voglio fare qualcosa nel mio piccolo… e lo farò…ho in mente un progetto che però deve essere realizzato».

A Norcia Così il grande cuore di Alessia e di chi l’ha conosciuta è arrivato a battere anche a Norcia. «Ora, dopo Norcia, il cammino dell’associazione proseguirà. Negli anni sono stati raccolti soldi per costruire un orfanotrofio in Burundi – raccontano ancora i volontari –  e l’ultimo, pochi giorni fa, proprio in Ecuador, realizzando così il sogno di Alessia e della sua famiglia che, il prossimo gennaio, si recherà in sud America per l’inaugurazione».

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