ThyssenKrupp – Tata. Governo: «Possibile»

Il pronunciamento in risposta ad un’interrogazione di Gianluca Rossi (PD), che chiede: «un salto di qualità nel confronto tra il governo e la Commissione europea»

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Per il sottosegretario al ministero dello Sviluppo economico, Antonello Giacomelli, l’ipotesi di fusione tra ThyssenKrupp e Tata Steel è credibile e, soprattutto in funzione del possibile riconoscimento dello status di ‘economia di mercato’ alla Cina, va monitorata con grande attenzione.

Gianluca Rossi

Gianluca Rossi

Rossi Il pronunciamento del governo è arrivato giovedì in risposta ad un’interrogazione posta dal senatore del Partito Democratico, Gianluca Rossi: «Il Governo conferma le preoccupazioni espresse nell’interrogazione che ho presentato – commenta l’esponente del PD – ossia la possibile fusione tra Thyssen e Tata Steel come risposta ‘alla situazione del mercato dell’acciaio, vari produttori stanno intraprendendo attività di fusione e acquisizione per lottare contro l’eccesso di capacità produttiva della Cina’. Per questo, è aperta un’interlocuzione quotidiana con il gruppo dei Socialisti e Democratici al Parlamento europeo, con l’obiettivo di monitorare l’esito della procedure di conferimento dello status di economia di mercato alla Cina».

Salto di qualità Per tali ragioni, insiste Rossi, «ritengo necessario un salto di qualità nel confronto tra il governo e la Commissione europea, finalizzato ad avanzare una richiesta più esplicita alla multinazionale tedesca inerente le strategie a medio e lungo termine. Il focus da approfondire – sottilinea il senatore – sono gli intendimenti in merito alla creazione di un ipotetico global network tra le due multinazionali o se esclusivamente il rapporto sarebbe finalizzato al solo mercato europeo dell’acciaio. Rispetto a tutto ciò non sono secondarie le ripercussioni produttive e occupazionali sul sito di Terni ed è per questo che continueremo ad incalzare il governo».

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La convocazione

Terni Tema che ripropone l’allarme lanciato mercoledì dalla Uilm, anche alla luce del possibile arrivo di cinquemila tonnellate di acciaio, in ‘bramme’ da Aperam, per conto della quale, questa è la versione che viene fatta circolare dal management, le brame saranno solo trattate ‘a caldo’, per poi ripartire in forma di rotoli, sempre grezzi.

Il Mise Ma anche della nuova convocazione al Mise per il 7 ottobre prossimo (sempre che la Regione non chieda, come sembra potrebbe fare, un rinvio) e nel quale potrebbe essere annunciato un nuovo ricorso a tagli di personale da parte della multinazionale.

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