Traffico e tornelli: Curi, un mercoledì da stress

Polemiche a Perugia sul mancato prolungamento orario del Minimetrò in occasione dell’amichevole contro la Roma, ma non sarebbe bastato ad evitare le code. Critiche anche per i tornelli aperti tardi

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di P.C.

«Mi sono fatta 6 chilometri a piedi ed è stato bellissimo, forza Grifo»: con questo commento apparentemente sbarazzino ma in realtà alquanto pungente, l’assessore Clara Pastorelli ha chiuso il dibattito nato sulla sua pagina sui tanti problemi subiti dai tifosi mercoledì sera prima e dopo Perugia-Roma, amichevole giocata al Curi davanti ad oltre 15mila spettatori, che ha messo a dura prova il piano traffico del Comune.

Il ‘non detto’ dell’assessore

Un modo per dire: «Se l’ho fatto io, potevate farlo pure voi, così non sareste rimasti bloccati nel traffico e la città non si sarebbe paralizzata prima e dopo la partita». Nessuna risposta a chi chiedeva come mai fossero state fatte certe scelte di viabilità e soprattutto a chi chiedeva informazioni sul mancato prolungamento orario del Minimetrò. Nemmeno a noi, che abbiamo provato a contattarla. Evidente che abbia preferito non parlare sul tema, non essendo di sua stretta competenza (la Pastorelli ha la delega allo Sport) e nemmeno di competenza comunale (i lavori al viadotto Genna, una delle concause del traffico, non li ha decisi il Comune e nemmeno la mancata apertura anticipata dei varchi di accesso allo stadio). O magari per non entrare in polemica con i tifosi.

Traffico in zona stadio

La posizione della società Minimetrò

A rispondere è invece proprio la Minimetrò Spa: fonti interne ci fanno sapere che il prolungamento è stato ritenuto non necessario sotto il profilo organizzativo della mobilità dopo la riunione del Gos, il gruppo operativo sulla sicurezza, di cui fanno parte anche rappresentanti della Questura. dei Vigili del fuoco e della Municipale. In pratica, analizzando i precedenti, si è capito che il Minimetrò serve solo per collegare Pian di Massiano al centro quando però gli eventi si tengono nell’acropoli (e infatti funziona benissimo in occasione di Umbria Jazz, Eurochocolate e Festival del Giornalismo). Serve meno, anzi è quasi inutile, quando l’evento si tiene a Pian di Massiano perché le persone che scendono dalla città sono pochissime (nell’ordine di qualche centinaio) e le auto che, grazie al Minimetrò, sarebbero state tolte dalla strada un numero non tale da giustificare questo sacrificio, non essendoci fra l’altro un parcheggio ‘scambiatore’ in corrispondenza di una delle stazioni intermedie.

Il ruolo del Gos

Ma cos’è questo fantomatico Gos? Le società di calcio che ospitano l’evento – spiega il sito della polizia di Stato – sono responsabili del controllo dei titoli di accesso, dell’instradamento degli spettatori. L’intera attività viene svolta sotto la vigilanza del Gos, il quale opera in permanenza presso ogni impianto sportivo ed è presieduto da un funzionario di polizia nominato dal questore (delegato per la sicurezza). Il giorno in cui si disputa l’incontro, il Gos assume la funzione di ‘Centro per la gestione della sicurezza della manifestazione’ che, riunito per tutta la durata dell’evento avrà, tra i suoi compiti, quelli di stabilire gli orari di apertura dei cancelli, fissare le frequenze dei controlli a campione mediante metal detector, coordinare gli interventi per la gestione della sicurezza e gestire le eventuali emergenze.

Disagi fisiologici, ma…

Partiamo dal presupposto che alla fine non è successo nulla di catastrofico. Le code ci sono state ma non così clamorose: sono le stesse che si vivono in ogni occasione in città ad alta densità abitativa e con impianti collocati a ridosso del centro abitato. Certo, quelli che sono entrati al Curi mercoledì sera erano ‘solo’ 15mila: in teoria l’impianto poteva contenerne altri 7-8mila almeno. Cosa che – come sperano sia i tifosi che la società – potrebbe accadere di frequente in serie A e anche nelle partite di cartello dell B. Si può fare di meglio o bisogna rassegnarsi ai disagi in occasione di ogni evento che attiri più di diecimila persone?

PERUGIA-SALERNITANA: PERUGIA BLOCCATA NEL 2017

Problemi non nuovi

Il tema traffico a ridosso di Pian di Massiano in occasione di grandi eventi al Curi e al PalaBarton (dove gioca la Sir e si tengono concerti) non è nuovissimo: già due anni fa, in occasione di Perugia-Salernitana, quando l’intero quartiere si bloccò, visto il divieto al transito deciso dalla questura. E siccome il tifoso, giustamente, pensa sempre in grande, in tanti si chiedono cosa succederebbe se il Perugia andasse in serie A, con il prevedibile aumento di spettatori al Curi in ogni partita casalinga.

Il traffico e le code ai tornelli (video)

Il post dell’ex speaker

Sui social il dibattito è partito da un paio di post pubblicati durante e dopo la partita da Francesco Bircolotti, giornalista ed ex speaker del Curi, il quale, senza tanti giri di parole, ha sottolineato che «la città di Perugia, nonostante i pur apprezzabili sforzi, è assolutamente inadeguata in fatto di viabilità a sostenere un incontro di serie A».

Partita iniziata ma i tifosi sono ancora fuori

Code ai prefiltraggi

Terminate le code in auto, per i tifosi sono cominciate quelle ai punti di filtraggio, dove veniva effettuato un minuzioso controllo degli accessi, sia per il possesso del biglietto sia per la presenza di oggetti pericolosi. Sotto accusa la scelta di non aprire gli ingressi in anticipo, consentendo agli spettatori in coda di cominciare a prendere posto. Segnalati problemi anche per i titoli acquistati online: il codice a barre stampato autonomamente spesso non veniva letto dai tornelli, provocando blocchi e nervosismi.

Acqua solo ai punti ristoro

Arcinota la questione legata alle bottigliette d’acqua, sottolineata dallo stesso Bircolotti: «Ci spieghi la Questura perché l’acqua venduta allo stadio è più buona (viene forse da Lourdes?) visto che ai pre-filtraggi ti fanno ingurgitare (o buttare se non hai sete alla faccia degli sprechi) l’intero contenuto delle bottigliette portate da casa per poi ‘costringerti’ – avendo tutti sete, specie con 35 gradi… – a ricomprarle nei baretti dei vari settori (gradinata esclusa dove invece le hanno fatte passare ed ho i testimoni…) e le puoi anche portare, senza tappo, sugli spalti così se sei malintenzionato le puoi tirare ugualmente in campo».

E anche su questo probabilmente un po’ più di logica eviterebbe situazioni ai limiti del grottesco, con padri di famiglia costretti a posare bottigliette, borracce e (quando piove) ombrelli mentre in altri settori magari support più esagitati vengono controllati con meno rigore. Con le moderne tecnologie ci vuole pochissimo a individuare gli autori di un lancio di oggetti verso il campo. Che senso ha perquisire fisicamente (che poi non si fa mai perbene) 15-20mila persone?

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