Umbria, dal 5 gennaio via ai saldi invernali

Da Perugia a Terni, passando per Foligno, Spoleto, Città di Castello e tutti i centri minori, secondo Confcommercio le famiglie si preparano a spendere almeno 334 euro

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Anche l’Umbria si prepara a dare avvio alla stagione dei saldi. A partire dal 5 gennaio, dunque, si spera di risollevare un po’ l’economia e il commercio locali con sconti e offerte promozionali nei negozi d’abbigliamento e non solo.

Spesa media Da Perugia a Terni, passando per Foligno, Spoleto, Città di Castello e tutti i centri minori, le famiglie si preparano a spendere, secondo le stime dell’ufficio studi di Confcommercio, almeno 334 euro per l’acquisto di capi d’abbigliamento, calzature, pelletterie, accessori e articoli sportivi. In media, è questa almeno la prima stima, gli umbri spenderanno come lo scorso anno, mentre per gli imprenditori e i commercianti ci si affida ai saldi per tentare di rimettere in moto i consumi che «mai come in questi mesi hanno avuto un andamento quanto mai incerto e altalenante».

saldi-1Confcommercio «L’Umbria – commenta Carlo Petrini, presidente Federmoda Confcommercio Umbria – è tra le regioni che più di altre hanno subito gli effetti di quella mancanza di stabilità che gela i consumi, e di cui tutti hanno bisogno per affrontare con fiducia il futuro. Non aiutano gli eventi terroristici, la crisi economica e la ripresa fantasma. Non ha aiutato il terremoto nel Centro Italia, con i suoi drammatici effetti diretti e indiretti, che hanno pesato enormemente anche sulle vendite di Natale 2016. Sarà difficile colmare con i saldi il gap commerciale che si è creato, ma le vendite di fine stagione saranno sempre una straordinaria opportunità per i consumatori».

Le regole base Per il bene di commercianti e famiglie, dunque, via alle spese più attese dell’anno che, secondo le prime stime, si attesteranno su un valore di 5,3 miliardi di euro, con una spesa media a persona di circa 147 euro e con la metà delle famiglie italiane, circa 15 milioni e mezzo di persone, che cercheranno di accaparrarsi tutto il meglio della stagione invernale a prezzi da stock. I saldi dureranno 60 giorni, fino al 5 marzo e, come ricorda Confocommercio, si può richiedere al negoziante la possibilità di cambiare il capo anche dopo l’acquisto, a meno che il prodotto sia danneggiato o non conforme. «In questo caso – spiega ancora Confcommercio – scatta l’obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato. Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto».

saldi-2Perugia e Terni La speranza, tra i negozianti del centro a Perugia e Terni, i più colpiti dal calo dei consumi, è che con i saldi si riesca a far rientrare un po’ le perdite della stagione. Mentre durante le feste i centri commerciali erano pieni, i negozi d’abbigliamento non in franchising hanno sofferto più di altri. «Un Natale moscio – lo definiscono i negozianti del centro a Terni – e la paura cresce nel vedere sempre più negozi chiudere attorno a noi». Solo nel solo 2016, infatti, hanno cessato l’attività oltre 6 mila negozi indipendenti sia nel centro nord, dove hanno chiuso 3.721 imprese, che al sud e nelle isole dove sono calate le saracinesche per altre 2.411 attività. «Il terremoto, la crisi, i parcheggi troppo cari, ma anche il freddo che è arrivato solo da qualche giorno – racconta un negoziante del centro a Perugia – non ha spinto a fare nuovi acquisti fino a ora. Puntiamo tutto sui saldi, c’è l’intera collezione invernale che aspetta solo di essere venduta».

Catene e acquisti online Se un italiano su due si dichiara interessato ad acquistare prodotti in saldo, in due casi su tre d`abbigliamento, secondo l’Adoc, però i piccoli esercizi continueranno a soffrire gli effetti della crisi, perché il commercio si è spostato nelle grandi catene e online. «I saldi sono un momento favorevole per chi opera in franchising, ma per i piccoli esercizi, soprattutto se dislocati nelle periferie, i guadagni non sono alti – spiega in un comunicato l’Associazione difesa orientamento consumatori – Gli acquisti più ingenti si concentreranno infatti nel periodo finale, spiega l’Adoc, quando gli sconti arriveranno fino al 50-60%. Spinta poi agli acqusti on line: circa il 25% dei consumatori effettuerà acquisti a saldo sul web».

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