Umbria, il Consiglio di Stato richiude nidi e scuole infanzia

A firmare il decreto cautelare è stato Franco Frattini: accolta l’istanza della Regione. Torna in vigore nella sua interezza l’ordinanza Tesei. Ancora polemiche: «Sindaci ‘vittime’»

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di S.F.

Il caos in salsa umbra prosegue. Ricapitoliamo: ordinanza della Regione Umbria per chiudere tutte le scuole di ogni ordine e grado fino al 21 febbraio, il decreto cautelare del Tar Umbria che accoglie parzialmente il ricorso – solo per i nidi e le scuole dell’infanzia – di alcuni genitori/docenti e, ora, il nuovo provvedimento: la terza sezione giurisdizionale del Consiglio di Stato, con un decreto a firma del presidente Franco Frattini, ristabilisce il pieno contenuto dell’atto di Donatella Tesei. Nel contempo tuttavia la maggior parte dei sindaci aveva emesso nuove ordinanze per mantenere lo stop fino a lunedì prossimo. Il mirino in particolar modo è sulla variante inglese, ‘decisiva’ per il pronunciamento del 63enne magistrato romano.

IL CAOS POST DECRETO DEL TAR UMBRIA: CHI APRE E CHI RICHIUDE

Chi aveva riaperto

Gubbio, Gualdo Tadino, Sigillo, Pietralunga e Fossato di Vico i comuni principali che già dalla giornata odierna avevano deciso di adeguarsi alla novità imposta dal Tar: niente ordinanze per la chiusura fino a domenica. Ora il quadro cambia perché con il ‘sì’ del Consiglio di Stato torna in vigore l’ordinanza Tesei – Regione difesa nella circostanza dall’avvocato Anna Rita Gobbo – anche per quel che concerne nidi e scuole per l’infanzia.

LA DECISIONE DEL TAR A FIRMA POTENZA

Foto archivio

Le premesse

«Considerato che l’appello avverso – spiega Frattini nel documento – il decreto monocratico cautelare adottato dal presidente del Tribunale amministrativo regionale, a fronte del testuale disposto normativo di cui all’articolo 56 cpa, può essere considerato ammissibile nei soli casi del tutto eccezionali di provvedimento che abbia solo veste formale di decreto ma contenuto sostanzialmente decisorio; ritenuto che tali casi di provvedimenti monocratici impugnabili aventi solo veste formale di decreto o ‘decreti meramente apparenti’ si configurano esclusivamente nel caso in cui la decisione monocratica in primo grado non abbia affatto carattere provvisorio ed interinale ma definisca o rischi di definire in via irreversibile la materia del contendere, dovendo in tali casi intervenire il giudice di appello per restaurare la corretta dialettica tra funzione monocratica e funzione collegiale in primo grado; rilevato che il decreto presidenziale impugnato indica, quale motivazione del pregiudizio grave ed irreparabile nei confronti della ricorrente (A.M., non costituita in giudizio, l’unica sul quale il Tar aveva dato il via libera) che quest’ultima subirebbe dalla interruzione dei servizi educativi della scuola d’infanzia, la circostanza che anche in zona rossa le scuole per l’infanzia debbano restare aperte, nonché le ripercussioni sul proprio rapporto di lavoro, nulla emergendo invece nel decreto circa il pregiudizio del minore che venga deprivato del servizio socio educativo per la prima infanzia».

SPECIALE COVID – UMBRIAON

Franco Frattini

Le varie tappe ed il lavoro

Ritenuto – si legge nel dispositivo «per quanto concerne il pregiudizio della odierna appellata relativamente alle conseguenze sulla propria sfera lavorativa dovute alla sospensione anche dei servizi socio educativi per l’infanzia, che detto pregiudizio, con Dgr numero 87 del 12 febbraio 2021, è stato largamente mitigato se non del tutto eliminato per effetto del sostegno economico riconosciuto alle famiglie interessate per l’accudimento dei figli; rilevato, quanto al profilo decisivo e assorbente della salute pubblica, che è consentita l’adozione di misure regionali più restrittive di quelle statali (articolo 1 comma 16 dl n. 33/2020) allorché ciò sia coerente con i dati scientifici raccolti nel monitoraggio quotidiano della situazione del contagio; la cabina di regia nazionale individuava già in data 3 febbraio 2021 l’esigenza di rafforzare le misure di restrizioni già adottate dalla Regione Umbria, e ciò con speciale riguardo alle aree provinciali e comunali maggiormente colpite; il successivo 5 febbraio 2021 la stessa cabina di regia, riscontrata la presenza sul territorio di varianti del virus (cosiddette varianti inglese e brasiliana) raccomandava ulteriori misure restrittive, estensibili anche alla scuola per l’infanzia e ai nidi, nella provincia di Perugia e nei comuni della provincia di Terni dove vi erano evidenze dell’agente patogeno ‘con mutazione’».

La variante inglese e la ‘zona rossa rafforzata’

Si arriva al dunque: «Il dipartimento di prevenzione del ministero della Salute ha evidenziato che la cosiddetta ‘variante inglese’ a causa della maggiore trasmissibilità deve imporre l’isolamento di focolai e che vi è stata evidenza di aumento di contagi della ‘variante inglese’ tra bambini e adolescenti; a seguito di tale indicazioni scientifiche, e della classificazione come ‘zona rossa rafforzata’ del territorio perugino, appare coerente – con la assoluta necessaria precauzione rispetto al contagio e alla necessità di non interrompere il piano vaccinale – la misura di sospendere fino al 21 febbraio 2021 anche i servizi scolastici per l’infanzia; in particolare per questi ultimi, è noto, che i bambini presenti nei locali degli istituti, vista la giovane età, sono esentati dall’obbligo delle mascherine, ma non per questo essi appaiono – dalle sopracitate evidenze scientifiche sulle ‘varianti’ del virus apparse in regione – immuni dal periodo di contagio, con connesso rischio di trasferimento in ambito familiare; tutto ciò considerato, va accolta l’istanza cautelare, con il conseguente ripristino, fino al 21 febbraio 2021, della efficacia dell’ordinanza di chiusura temporanea anche degli istituti per l’infanzia e nidi, impugnata in primo grado dalla signora». Il decreto è al vaglio dei legali Alessandra Bircolotti ed Ermes Farinazzo.

L’Anci: «I sindaci tutelano la salute»

Così l’Associazione nazionale dei comuni – presieduta in Umbria Michele Toniaccini – sulla decisione del Consiglio di Stato: «In questo momento di grande emergenza sanitaria per l’Umbria, occorre agire in modo tempestivo e preventivo per arginare quanto più possibile la diffusione dell’infezione e le azioni di noi sindaci mirano esattamente a questo. Stiamo tutelando la popolazione tutta, dalla famiglia che è il nucleo centrale della nostra società, ai giovani senza i quali le nostre comunità non hanno futuro. Sono scelte difficili, con conseguenze su più livelli, ma sono scelte giuste e doverose. I bambini e gli adolescenti ora non sono più immuni al virus e ne sono colpiti in numero elevato e crescente, contagiando anche gli altri membri della famiglia. Dobbiamo evitare tutto ciò».

Filippo Mario Stirati

Il sindaco di Gubbio: «Si richiude. Noi siamo ‘vittime’»

Come detto Gubbio è uno dei pochi comuni dove lunedì i servizi per l’infanzia hanno riaperto. Un giorno e nuovo stop: «Impossibile non soffermarsi sul gran caos di questa situazione, nonché sulle ricadute negative in termini di disorientamento anzitutto sui bambini, sulle loro famiglie, sugli operatori e sulle operatrici dei servizi. Questo balletto al quale stiamo assistendo è abbastanza avvilente e noi sindaci ne siamo vittime. Ci siamo dovuti adeguare a provvedimenti quantomeno discutibili, che hanno generato queste evidenti criticità e che hanno scaricato ancora una volta su di noi e sulle famiglie tutto il peso di scelte poco chiare. Martedì – conclude – si torna a chiudere le scuole e con esse i servizi connessi, mense e trasporti su tutti, generando un balletto che davvero non fa onore alle istituzioni e penalizza i destinatari di queste decisioni, ovvero le bambine e i bambini e i servizi socioeducativi in genere».

Amelia, Pernazza: «Profondamente dispiaciuti»

Sponda centrodestra è il sindaco di Amelia Laura Pernazza – era tutto pronto per la riapertura di martedì – ad esternare la propria delusione: «Siamo profondamente dispiaciuti per questi continui cambiamenti e per lo stato di incertezza che devono affrontare le famiglie e per i disagi che comportano, cosa che purtroppo non dipende da noi. Oggi ci eravamo riorganizzati con la sanificazione di tutte le scuole eseguita Grazie alla collaborazione dei vigili del fuoco di Terni». Polemiche destinate a proseguire.

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