Il Movimento 5 Stelle ‘boicotta’ il Comitato monitoraggio e vigilanza, terreno nei giorni scorsi di un acceso scontro fra il capogruppo pentastellato Andrea Liberati e quello di Forza Italia, Raffaele Nevi. Una scelta motivata «dall’inefficacia storica del Comitato, segnato da pesanti sprechi di denaro, e per le nomine che hanno individuato protagonisti della logica consociativo-spartitoria che ha connotato la politica umbra negli ultimi anni».
«Occhio ai conflitti di interesse» A dirlo è lo stesso Liberati che annuncia la propria presenza all’interno della seconda commissione consiliare (attività economiche e governo del territorio) e quella della collega Maria Grazia Carbonari (M5S) nella prima (affari istituzionali e comunitari) e nella terza (sanità e servizi sociali). Nel rimarcare «la necessità di una totale trasparenza sul finanziamento dell’attività politica», il capogruppo dei 5 Stelle chiede alla presidenza del consiglio regionale «di valutare attentamente i conflitti di interesse, potenziali e no, di tutti i componenti delle Commissioni e dei loro familiari, operando per la loro piena trasparenza nel settore degli interessi finanziari. E di farlo entro 30 giorni».
Pd Sul tema-commissioni il gruppo consiliare del Pd comunica che «proporrà e sosterrà, per la presidenza delle tre commissioni permanenti e per la vice presidenza del Comitato monitoraggio e vigilanza i seguenti consiglieri: Andrea Smacchi (Pd, presidente prima commissione), Giuseppe Biancarelli (Umbria più uguale, presidente seconda commissione), Attilio Solinas (Pd, presidente terza commissione), Eros Brega (Pd, vice presidenza Comitato vigilanza)».