Obbligo mascherine, controlli da mercoledì

Primo giorno con le nuove direttive, più restrittive delle precedenti, ma nessuno sembra accorgersene. E le forze dell’ordine hanno le mani legate: martedì a Perugia vertice in prefettura, mercoledì in questura

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di P.C.

Si sta aprendo un caso relativo all’obbligatorietà delle mascherine all’aperto, uno dei corollari al decreto sulla chiusura di discoteche, sale da ballo e locali assimilati deciso dal governo in virtù del nuovo aumento contagi. Il problema riguarda l’efficacia e la modalità dei controlli e ne avevamo parlato già quando il Comune di Perugia decise di far decadere una simile ordinanza (mascherine obbligatorie nella movida) proprio in virtù della difficoltà di sanzionare chi violava le regole.

LEGGI L’ORDINANZA DEL MINISTERO DELLA SALUTE

Il testo e le sue interpretazioni

Il Ministro della Salute Roberto Speranza ha disposto l’uso della mascherina «dalle 18 alle 6, su tutto il territorio nazionale, all’aperto, negli spazi di pertinenza dei luoghi e locali aperti al pubblico nonché negli spazi pubblici (piazze, slarghi, vie) ove per le caratteristiche fisiche sia più agevole il formarsi di assembramenti».

Pertinenza

Due righe appena su cui tanto si può dire, a cominciare dal concetto di ‘spazi di pertinenza’ che possono allargarsi o restringersi a seconda dell’orario e del tipo di locale. Quanto è largo lo spazio di pertinenza di un locale, quanto bisogna allontanarsi dall’ingresso per uscirne e non avere l’obbligo di indossare la mascherina e (quindi) non correre il rischio di una multa?

Il concetto di assembramento

Ma a destare perplessità è un altro aspetto: quand’è che si può parlare di ‘assembramento’? Quante persone fanno un assembramento? E soprattutto che significa che la mascherina va indossata negli spazi ove sia più agevole il ‘formarsi di un assembramento’? Bisogna indossarla comunque, in previsione di un possibile assembramento o bisogna indossarla solo se è in atto un assembramento?

La bocca libera

Infine, l’aspetto più grottesco della vicenda. Nelle ‘pertinenze’ i ragazzi parlano ma soprattutto bevono, mangiano e (purtroppo) fumano. Azioni che con la mascherina è impossibile compiere. Tant’è vero che nei locali che somministrano cibo e bevande non è obbligatoria la mascherina al tavolo o al bancone ma solo negli spostamenti, ad esempio quando si va in cassa a pagare o si va in bagno. Come funziona invece con quelli che somministrano bevande che poi vengono consumate nell’arco della serata, per l’appunto, nelle ‘pertinenze’ degli stessi?

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Logica e senso di responsabilità

Sembrano questioni di lana caprina, ma in realtà costituiscono l’essenza del problema. In primis perché un droplet, una gocciolina che veicola il virus consentendogli di propagarsi da una persona all’altra, può zampillare fuori in ogni momento, mentre si beve, si mangia o si fuma. In secondo luogo perché una norma che prevede una teoria sanzione deve essere ben comprensibile per poter capire come comportarsi per evitarla, la sanzione. Certo, molto sarà affidato al senso di responsabilità di ciascuno e alla interpretazione del momento, ma dove c’è discrezionalità c’è anche possibilità di abuso.

LE SANZIONI PREVISTE DALLA REGIONE

Riunioni urgenti in prefettura

Ed ecco spiegato perché sia a Perugia sia a Terni – così come nelle principali città italiane – le nuove norme sulle mascherine all’aperto siano sotto analisi minuziosa; per capire come effettuare i controlli e con quale severità sanzionare i comportamenti difformi. Servono criteri univoci. Ancor meglio se dettati dall’alto, quindi validi su tutto il territorio nazionale. A Perugia, l’amministrazione comunale ha fatto sapere che valuterà insieme alla polizia locale e alla protezione civile eventuali provvedimenti ad integrazione dell’ordinanza emessa dal ministero. Stesso discorso a Terni. E in entrambe le città sono previste riunioni del comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica proprio con l’obiettivo di fare chiarezza su tali aspetti. 

Come è stata presa la nuova norma

A Perugia, un intenso ma rapido temporale ha rinfrescato l’aria. Il cielo si è riaperto intorno alle 17.30  così che alle 18 – orario di entrata in vigore della norma – le strade e le ‘pertinenze dei locali’ (ormai dobbiamo abituarci a chiamarle così) erano di nuovo piene. Passeggiando per il centro storico della città – pieno di turisti già dalle 19 – il panorama era sempre lo stesso: in tanti con la mascherina regolarmente indossata, ma tanti altri ne erano sprovvisti o la indossavano in modo scorretto, come sottomento o sul braccio, rimettendola a posto solo alla vista del cronista. Situazione simile a Terni dove c’erano meno turisti in centro e gli assembramenti si notavano soprattutto all’esterno dei locali. Con le stesse, solite, differenze, fra i più previdenti e chi, per scelta consapevole o superficialità, preferiva non indossare la mascherina.

Aggiornamento ore 15: stabilite le multe a Perugia

Nella mattinata di martedì si è tenuta la riunione del comitato per l’ordine e la sicurezza in prefettura, a Perugia, per stabilire le misure concrete da attuare dopo le ordinanze emanate dal Minstero della Salute e dalla Regione Umbria. Le misure decise sono una massiccia attività di informazione, data la delicatezza della fase attuale, e l’opportunità di una nuova ordinanza da emettere da parte del comune di Perugia che delimiti e individui, sul territorio comunale, gli spazi pubblici in cui si possono formare assembramenti. Mercoledì in questura si valuterà la predisposizione dei primi controlli da parte delle forze dell’ordine e della polizia locale su tutto il territorio comunale. La mancata osservanza degli obblighi, salvo che il fatto costituisca reato, è punita con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 400 a 3mila euro.

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