Valnerina, gli rubano l’identità: deve pagare

Stipulato un contratto telefonico a suo nome e a sua insaputa: ma la bolletta arriva a lui

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di Eleonora Belli

Un caso di furto di identità di un libero professionista della Valnerina, per organizzare una truffa ai danni di una celebre società telefonica e del malcapitato, si è trasformato in un incubo burocratico, nel quale è la vittima che si ritrova a dover dimostrare la sua innocenza.

I fatti Nel mese di febbraio un libero professionista della provincia di Terni viene raggiunto da una nota società telefonica, la quale dichiara che il soggetto è moroso di oltre mille euro per una fattura che, scaduta da oltre 30 giorni, non è mai stata pagata. L’uomo risponde di non aver mai stipulato un contratto con la compagnia, in quanto possessore di un altro contratto con un altro gruppo. La società sostiene che si tratti di lui in quanto in possesso di codice fiscale e partita Iva che corrispondono a quelli del suddetto, residente a Civitavecchia.

Furto di identità Lo sventurato replica di non essere residente né di essere mai stato nel comune laziale negli ultimi dieci anni e che, pertanto, si è trattato di un furto di identità. La società, quindi, consiglia di inviare un fax alla stessa, allegando copia di un documento d’identità, nel quale dichiarare che l’uomo non ha mai stipulato un contratto con loro e di richiedere copia del medesimo.

Gli eventi successivi A seguito dell’invio della documentazione, la società non ha più recapitato quanto richiesto, ma, trascorsi quattro mesi, ha delegato una ditta di recupero crediti a riscuotere il debito ormai salito a cinquemila euro. A seguito della comunicazione dell’agenzia, che sollecitava la ricezione di copia di una denuncia per truffa, il libero professionista ha ricontattato la compagnia telefonica chiedendo spiegazioni su come non gli sia ancora giunta copia del contratto, e come sia stato possibile stipularlo senza documento d’identità. I dipendenti hanno risposto che, con molta probabilità, si tratta di un contratto redatto tramite contatto telefonico, per i quali non si necessitano altri documenti, se non il codice fiscale.

Gli insoliti risvolti Il truffato si è trovato costretto pertanto a recarsi dai carabinieri per effettuare denuncia contro ignoti per furto d’identità e contro la compagnia telefonica in quanto, anche se involontariamente, connivente al reato. Tuttavia le forze dell’ordine si sono trovate impossibilitate ad effettuare la denuncia, in quanto non in possesso della copia dell’originale del contratto, del quale la società, ad oggi, non ha ancora fornito una copia.

L’associazione Unica via che è rimasta al malcapitato è stata la Federconsumatori, che ha rimandato il tutto a data da destinarsi, perché purtroppo, potrà limitarsi solo ad una lettera monitoria per la ditta di riscossione crediti. «Sembra di essere nel film ‘Banana Joe’ – dice l’uomo – dove per fare la carta d’identità ci vuole il certificato di nascita e viceversa. Quando si dice: oltre il danno, anche la beffa».

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