Terni e i disabili: «No al ghetto di San Lucio»

Il presidente dell’Afad prende posizione e chiede che il Comune riapra il dialogo

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di Angelo Fortunati
Presidente dell’Associazione famiglie di disabili-Afad

L’associazione famiglie di disabili, riunitasi in assemblea, ha valutato la proposta dell’amministrazione comunale di Terni rispetto allo spostamento di alcuni centri diurni per disabili in via San Lucio-zona San Valentino.

L’Afad, al fine di evitare strumentalizzazioni, precisa che il fatto che si sia iniziata la ristrutturazione di alcune palazzine, come riqualificazione dell’intero quartiere San Valentino, sia una cosa positiva e che quindi va apprezzata, precisa inoltre che condivide la scelta dell’amministrazione comunale di valorizzare le proprie strutture, abbandonando ciò che ha in affitto.

L’assemblea, tuttavia, dopo un approfondimento ed un’analisi attenta, pone alcuni quesiti e chiede che si apra una vera discussione, senza pregiudiziali da parte dell’amministrazione comunale sulla decisione presa autonomamente.

Ciò che viene da noi contestato sono fondamentalmente due punti, uno sul metodo ed uno sul merito.

Metodo sbagliato in quanto da oltre un anno si sta lavorando su tale progetto senza coinvolgere minimamente le famiglie e ponendo oggi, in sostanza, l’obbligo di accettare tale soluzione. Gli unici soggetti che sono stati coinvolti positivamente sono soggetti che hanno interessi.

Ancora più importante, siamo contrari ad una forte concentrazione di utenti con diversissime patologie e di diverse gravità, ciò crea di fatto un ‘ghetto cittadino’ e condizioni di difficile gestione.

Non convincono le affermazioni: ‘…realizzati progetti di integrazione, giardini, socializzazione…’ perché l’esperienza trentennale ci dimostra esattamente il contrario, aggravata dalla situazione economica locale.

Tutto ciò evidenzia una strategia complessiva fatta da una non programmazione dei servizi sulla città, restando fermi da decenni e procedendo con abbondanti tagli.

Tutta l’operazione è basata soltanto sulla diminuzione delle spese per l’affitto, senza valutare tutto il resto.

Con rammarico dobbiamo evidenziare che le politiche sulla disabilità da tempo ormai regrediscono, perdendo sempre più l’obiettivo del recupero.

Inoltre, invece di approfondire la discussione nel merito, l’assessore dichiara che essendo solo l’associazione famiglie disabili (un’associazione esistente a Terni da trenta anni, tra l’altro la più grande sul territorio) ad evidenziare criticità, mentre le altre no, la problematica è chiusa.

L’Afad ritiene necessario proseguire la discussione e trovare una soluzione che superi l’attuale situazione, ma se ciò non fosse possibile, ci riserviamo di mettere in campo le iniziative che riterremo utili e necessarie.

Solo allora probabilmente l’assessore si renderà conto della reale consistenza dei soggetti in campo.

L’Afad come sempre è per la collaborazione alla risoluzione dei problemi, ci auguriamo che con questo spirito lavorino tutti i soggetti interessati.

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