Mobilità notturna, Gimo scalda i motori

Perugia, importante passo in avanti in commissione: 5 voti favorevoli (Pd e M5S) per il servizio che dovrebbe tornare in in autunno. Gli studenti: «Comune unico ostacolo»

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Un piccolo ma importante e decisivo passo in avanti. E’ passato, in commissione trasporti, il servizio di mobilità notturna per gli studenti universitari perugini dopo la fine del periodo sperimentale alla fine dello scorso giugno. Gli studenti, tuttavia, hanno qualcosa da ridire in merito all’atteggiamento del Comune e attaccano ancora.

Gimo Da tempo andava avanti il pressing dei rappresentanti e del gruppo Pd in comune affinché, dopo il sostegno economico da parte della Regione, anche la giunta guidata da Romizi e l’assessore alla mobilità Casaioli si impegnassero per garantire un servizio essenziale quale la mobilità notturna per gli studenti universitari. Dopo l’incontro in comune di fine luglio, ora il progetto dovrà tornare in consiglio comunale ma, intanto, un primo risultato gli studenti l’hanno incassato con l’appoggio di Pd e Movimento 5 stelle, di cui fanno parte i cinque consiglieri che hanno votato favorevolmente, mentre Forza Italia e Fratelli d’Italia si sono astenuti.

Perugia Viva L’ordine del giorno che prevede anche gli autobus notturni, rientra nel pacchetto Perugia Viva proposta dal consigliere Pd Tommaso Bori. «Si tratta -ha spiegato- di un progetto che tiene conto delle modifiche apportate dagli studenti che rendono il servizio ancora più efficiente, con una proposta che razionalizza i costi, migliora la frequenza e raddoppia i territori attraversati e l’utenza servita, con l’aggiunta di due linee di mobilità notturna, ovvero la Circolare Gimo (nei due sensi di marcia) nelle aree già sperimentate, ampliata a San Marco, Ellera-Olmo, Ponte della Pietra-Via Settevalli e Via dei Filosofi e la linea Gimo Ponti (in un solo senso di marcia) che collega i quartieri di Ponte San Giovanni, Ponte Valleceppi e Ponte Felcino con  Piscille, l’Acropoli e Monteluce». Il servizio sarebbe nelle notti del venerdì e sabato, tutto l’anno tranne i mesi di gennaio, febbraio e agosto, con l’aggiunta degli altri giorni feriali in caso di eventi e manifestazioni.

Sperimentazione «Visto che la sperimentazione che è stata fatta – ha proseguito Bori- ha portato i risultati positivi che dimostrano che c’è la volontà della popolazione, non solo studentesca, di continuare ad avere questo servizio, invitiamo l’amministrazione a recepire questa richiesta e ad inserirlo nel Piano Urbano della Mobilità attuale e futuro con l’impegno da parte della Regione dell’Umbria a compartecipare alle relative spese. Chiediamo anche che sia pianificata l’apertura notturna del Minimetrò nei fine settimana, alla luce del successo delle sperimentazione durante gli eventi. Del resto -ha concluso- se Perugia vuole essere una città europea deve dare la possibilità a chi lo vuole di poter utilizzare un servizio di trasporto pubblico adeguato ed efficiente».

Il nuovo Gimo A presentare il nuovo progetto Verso Gimo 2.0 è stato Marco Peverini che oltre a ribadire i punti salienti della revisione,  ha sottolineato il risparmio del servizio razionalizzato, che passerebbe -per un utilizzo complessivo di 100 giorni annui – venerdì, sabato più eventi – dai 270mila euro inizialmente stimati a 140mila, garantendo una città più collegata e accessibile. «Abbiamo confrontato anche la situazione di Perugia con altre 9 città simili e solo in due di esse -ha spiegato- non esiste un analogo servizio di mobilità notturna, solo perchè si tratta di città -Padova e Ferrara- pianeggianti, nelle quali si può viaggiare comodamente in bicicletta. Si tratta -ha concluso- non solo di un sistema di trasporto, ma di un’idea di città».

L’assessore Casaioli, si è detta molto colpita dal grande impegno dei ragazzi nella realizzazione del progetto, confermando che la sperimentazione ha evidenziato l’esigenza di rivedere le linee di trasporto pubblico cittadino verso una mobilità notturna. «Siamo in un momento molto particolare per la mobilità della città -ha spiegato- determinata dalla fase di redazione di un nuovo piano urbano della mobilità sostenibile. Anche il nostro obiettivo è quello di riduzione del traffico in città e di creare le condizioni per stimolare l’utilizzo del trasporto pubblico. Tuttavia, vorrei far notare che nel Fondo per il tpl, la regione ha dimenticato la popolazione universitaria che ha delle esigenze particolari. Mi auguro che ora si riconsideri questa situazione, che peraltro è fondamentale anche nella promozione delle iscrizioni all’ateneo perugino. Altrettanto importante -ha proseguito Casaioli- è ridefinire le quote di contribuzione del fondo per il Comune di Perugia (che attualmente è pari al 67% e che non tiene conto del ruolo del Minimetrò, che non viene finanziato come contributo minimo). Abbiamo già inviato alla Regione una lettera di diffida a non utilizzare ancora gli attuali parametri di ripartizione del fondo, visto che sono ormai due anni che il consiglio regionale ha approvato l’applicazione di un nuovo algoritmo di ripartizione del fondo stesso che permetterebbe a Perugia di avere maggiori risorse, in base a parametri più adeguati».

Mancano fondi Al momento, però, oltre a quanto previsto sull’assestamento di bilancio per Gimo, ancora non c’è stato un incontro con l’assessore regionale Chianella che dia concretezza alla situazione, né una risposta da parte della regione alla firma del protocollo d’intesa con il Comune per la scontistica relativa agli abbonamenti studenteschi. L’ingegner Naldini del comune, infatti, ha ricordato come dieci anni fa c’era un servizio di mobilità notturna, poi eliminato per scarsità di risorse.  «Perugia ha bisogno di un servizio notturno, – ha detto – così come di mettere in piedi una rete di trasporto pubblico che sia all’altezza del capoluogo di regione e all’altezza delle aspettative dei suoi cittadini e dei fruitori, di fuori città. Anche se 140 mila euro su 100 giorni all’anno possano sembrare una cifra modica, non sono al momento, a disposizione dell’amministrazione».

Comune vs Regione Presenti, in commissione, anche i consiglieri regionali del Pd Carla Casciari e Giacomo Leonelli che hanno sostenuto il progetto in consiglio regionale. «Agli studenti e alle famiglie che devono decidere di mandare i figli a studiare a Perugia e alle persone che devono muoversi la sera -ha detto Leonelli- non possiamo andare a raccontare che c’è una diffida del comune alla regione. Dobbiamo scegliere una strategia precisa. L’ordine del giorno votato all’ultimo assestamento di bilancio -ha ribadito- dimostra la volontà di compartecipazione della regione, compreso l’aumento del contributo alla città di Perugia per il trasporto pubblico locale. Il comune dovrà fare la sua parte anche nell’ambito del Pums. La regione metterà una cifra almeno pari a quella utilizzata per la sperimentazione se non più. Importante è anche il tempo visto che siamo alle porte con l’avvio del nuovo anno universitario».

Gli studenti Anche se non definitivo, questo è comunque un grande passo in avanti. «In questo anno e mezzo abbiamo stimolato un’esigenza che prima non era considerata – ha detto Costanza Spera dell’Udu – l’università si è da subito mostrata disponibile alla mobilità notturna considerandola prioritaria e abbiamo un cofinanziamento già approvato da parte della Regione. C’è la consapevolezza anche da parte dell’amministrazione comunale che si tratti di un servizio importante per la città e noi abbiamo lavorato per mesi con le istituzioni e con BusItalia per mettere a punto un progetto che è più di un progetto, è un’idea di città. A questo punto vorrei che tutto si concretizzasse nella realizzazione del servizio. L’amministrazione chiede maggiori fondi da parte della Regione Umbria, sostenendo di non avere risorse per la mobilità notturna, nonostante l’apertura di cofinanziamento approvata in Consiglio Regionale; basta ricordare che per l’apertura notturna del minimetrò i fondi sono stati magicamente trovati. E soprattutto basta fare un confronto con altre città benchmark nei servizi di trasporto per evidenziare come nella quasi totalità dei casi la mobilità notturna è finanziata esclusivamente dal Comune. Dati che dunque rendono imbarazzanti le scuse portate in commissione da assessore e consiglieri di maggioranza sul tema del finanziamento. E ancora più imbarazzante è stata la volontà di questi di sviare il discorso su altri temi scollegati dal trasporto notturno. Ormai è palese che questa maggioranza non ha voluto dare una risposta alla cittadinanza. Tuttavia ora è il Comune che ha l’esclusiva responsabilità della ripartenza o meno del servizio, dell’idea di una Città piuttosto che un’altra. E questa responsabilità la faremo pesare».

«Ora dipende solo dal Comune» All’indomani dell’atto in commissione, sul tema tornano Udu e Reti degli Studenti Medi Perugia: «La responsabilità – spiegano – della ripresa del servizio è esclusivamente del Comune. Pretendiamo un impegno serio e non apprezzamenti a parole. Mercoledì è stato approvato nella seduta della III° commissione comunale un ordine del giorno presentato dal consigliere Bori in cui si chiede la riattivazione del servizio di mobilità notturna e dunque l’impegno attivo del Comune di Perugia. L’ordine del giorno è passato nonostante l’astensione della maggioranza che ancora una volta dimostra di non voler dare risposte alla cittadinanza a due mesi dalla fine della sperimentazione e dopo tutti i passaggi tecnici ed istituzionali che sono stati compiuti in questo lasso di tempo. Quanto approvato non vincola però il Comune».

«Attoniti» Gli attacchi all’amministrazione comunale non mancano: «Rimaniamo attoniti – prosegue la nota – davanti ad un’Amministrazione che negli interventi elogia il progetto e dichiara la propria adesione all’idea di città che la mobilità notturna porta con sé e poi si tira indietro quando si tratta di impegnarsi e di collaborare con la Regione. L’assessore Casaioli ha definito Gimo ‘un bellissimo progetto’, ma ha voluto fin da subito palesare il contrasto con la Regione sui criteri di ripartizione del fondo trasporti, dimostrando ancora una volta l’assenza di una volontà politica nel dare una risposta chiara alla cittadinanza. Il Comune si riconferma quale l’unico ostacolo affinché il servizio possa ripartire, dato l’impegno concreto e attivo di Università e Regione».

«Siamo stanchi» Sulla stessa onda della Spera c’è Leone Chiapparino, coordinatore della Rete degli Studenti Medi Perugia: «Come rappresentanti degli studenti abbiamo svolto un lavoro che non ci apparteneva, ossia definire il lato tecnico con Busitalia, affinché si potesse facilitare la risoluzione dei nodi tecnici. Il consigliere Perari, capogruppo di Forza Italia, ha dichiarato di voler invitare l’assessore Casaioli e gli uffici competenti a valutare la possibilità di continuare il servizio. Un’iniziale apertura che poi si è tradotta in una astensione dell’intero gruppo di maggioranza. Siamo stanchi dunque di apprezzamenti che non si traducono in azioni concrete e che anzi contraddicono quanto detto nelle stesse dichiarazioni di poco prima. Dopo un anno e mezzo di iter, l’atteggiamento dell’amministrazione e della maggioranza non è diverso rispetto a quando nel gennaio 2016 bocciarono il progetto di mobilità notturna astenendosi. Senza – conclude – la collaborazione del Comune, il trasporto notturno a Perugia non ci sarà e ne faranno le spese tutti i cittadini e non solo studenti e lavoratori».

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