Mercurio nel Paglia, caso in Parlamento

Terni, giovedì prossimo il comitato Save Orvieto alla Camera dei Deputati per discutere anche delle criticità legate alla discarica Le Crete

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La vicenda delle contaminazioni da mercurio nelle acque del Paglia arriva dritta dritta a Roma, alla camera dei Deputati. Giovedì 9 giugno, infatti, è prevista una conferenza stampa indetta dal comitato civico #SaveOrvieto per chiedere la chiusura della discarica Le Crete e la bonifica dell’area inquinata da mercurio.

La discarica «Ad Orvieto, in piena zona di produzione del vino Doc, insiste una discarica di proprietà Sao-Acea – ricordano dal comitato – per la quale è in corso la richiesta di ampliamento e di utilizzazione di una nuova area. La stessa area è zona di produzione dell’olio extravergine d’oliva». Con un primo calanco già pieno e con il secondo in via di esaurimento, la Sao ha chiesto nei mesi scorsi la possibilità di ampliare la discarica. Richiesta che ha visto il parere negativo da parte della Soprintendenza oltre che l’opposizione di tutto il consiglio comunale e dei cittadini che hanno, in più occasioni, manifestato per chiedere che la discarica non sia ampliata e che il ciclo dei rifiuti venga chiuso con il potenziamento della differenziata e con un effettivo riciclo dei materiali.

La questione ‘mercurio’ A preoccupare la cittadinanza è anche il fatto che Le Crete viene considerata una discarica per rifiuti speciali, nella misura del 10% della sua capienza residuo. «La zona su cui insiste la discarica è prossima al corso del fiume Paglia – dicono ancora dal comitato – e recentemente, a seguito di studi realizzati dall’Università di Firenze e dalle analisi effettuate dell’Arpa regionale, si è riscontrata nel fiume una importante presenza di mercurio che ha compromesso la fauna ittica». Da qui l’ordinanza dei sindaci che vieta la pesca ad uso alimentare. «Gli studi – dicono – parlano di una zona compromessa, con forti quantitativi di metilmercurio contenuti nelle acque e nei sedimenti del Fiume Paglia e Tevere. Gli stessi studi confermano la presenza di mercurio che sfocia nel mare Tirreno causando la contaminazione di 400 chilometri quadrati di costa».

Gli studi La presenza di mercurio è determinata dalle ex cave di Cinabro dell’Amiata, attive sino alla fine degli anni ’80 e che solo di recente hanno visto iniziare le prime opere di bonifica. Nessun progetto, invece, è attualmente stato pensato per il territorio dell’orvietano e per quello della bassa valle del Tevere. «Immaginare un ampliamento della discarica in un’area già compromessa a livello ambientale aggiunge rischi di inquinamento a quelli già esistenti. Il principio di precauzione, la tutela del territorio, la salute pubblica, dovrebbero prevalere sugli interventi antropici. In prossimità della discarica, a 35 km dalle cave, nel tratto di fiume orvietano, risulta dagli studi scientifici universitari un’alta percentuale di mercurio. Solitamente la quantità di mercurio dovrebbe decrescere con l’aumentare della distanza dalla cava. Gli studi evidenziano invece una differente modalità di metilazione del mercurio in quel tratto, non sono, questi, elementi che meritano ulteriori analisi e approfondimenti?».

In Parlamento Va così avanti la protesta del comitato civico #SaveOrvieto e arriva fino a Roma, in Parlamento, con una conferenza stampa che vedrà la partecipazione trasversale di rappresentanze politiche, esponenti di governo, associazioni ambientaliste, mondo scientifico ed accademico, per accendere i riflettori «su una realtà la cui vocazione turistica, ambientale, artigianale, artistica, culturale e di produzione agricola, rischia di essere ulteriormente compromessa da improvvide scelte».

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